Che bello e che grazia il dono di
Papa Francesco che ogni giorno ci stupisce concretamente con il suo modo di
essere di fronte alla realtà mostrandoci cosa significa la passione per Cristo
e quindi per l’uomo. La sua insistenza continua sulla misericordia divina non
può non riempirci di gioia, perché solo colui che entra in questo abbraccio
divino pieno di misericordia può entrare nel cuore dell’uomo abbracciandolo.
Per me che ho la grazia di condividere tutto con i poveri, questa Pasqua è un
grande conforto, grazie alla testimonianza del Papa, che vuole ricondurci
all’essenzialità del Vangelo. Guardare negli occhi Gesù per vivere commossi
davanti agli occhi sofferente dell’uomo che implora aiuto. Non solo l’uomo
delle favelas che riempie l’ospedale o le case degli anziani o dei bambini, ma
anche l’uomo depresso che mi scrive disperato dall’Italia chiedendo una
preghiera o una piccola parola di conforto. Nel mio recente viaggio in Italia,
per motivi di salute, ho incontrato una persona con tre figli che avvicinandosi
mi ha detto; “Padre, grazie per la compagnia che mi fa attraverso la sua
lettera a Tempi, perché mi aiuta a lottare contro una depressione che mi
tormenta da anni”. Sorpreso non seppi che dirle se non che pregherò per lei e
che sono felice se ero utile per la sua vita. Prima di andarsene mi ha messo
fra le mani una busta dicendomi: “Padre, non sapendo come ringraziarla ho
pensato di regalare ai suoi poveri lo stipendio di marzo. Ho visto riaccadere
il fatto evangelico dell’obolo della vedova. È proprio bello vivere solo per
Gesù, perché si sperimenta una grande tenerezza per se stessi, una grande
ironia rispetto ai propri limiti e per conseguenza una tenerezza e ironia verso
gli altri. Voler bene e voler il bene per gli altri è l’avventura che devono
fare seguendo il Santo Padre. Lo auguro a ciascuno di voi amici cari.
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