Dall'omelia funebre pronunciata dal Card. Ratzinger il 10 agosto 1978 come Arcivescovo di Monaco "Un papa che oggi non
subisse critiche fallirebbe il suo compito dinanzi a questo tempo. Paolo VI ha
resistito alla telecrazia e alla demoscopia, le due potenze dittatoriali del
presente. Ha potuto farlo perché non prendeva come parametro il successo e
l’approvazione, bensì la coscienza, che si misura sulla verità, sulla fede.
È
per questo che in molte occasioni ha cercato il compromesso: la fede lascia
molto di aperto, offre un ampio spettro di decisioni, impone come parametro l’amore,
che si sente in obbligo verso il tutto e quindi impone molto rispetto. È per
questo che ha potuto essere inflessibile e deciso quando la posta in gioco era
la tradizione essenziale della Chiesa. In lui questa durezza non derivava
dall’insensibilità di colui il cui cammino viene dettato dal piacere del potere
e dal disprezzo delle persone, ma dalla profondità della fede, che lo ha reso
capace di sopportare le opposizioni".
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