GIUBILEO DELLE FAMIGLIE, DEI NONNI E DEGLI ANZIANI
OMELIA DEL SANTO PADRE LEONE XIV
Piazza San Pietro
VII Domenica di Pasqua - Domenica, 1° giugno 2025
(… omissis…)
Negli ultimi decenni abbiamo ricevuto un segno che dà gioia e
al tempo stesso fa riflettere: mi riferisco al fatto che sono stati proclamati Beati e Santi dei coniugi, e non separatamente,
ma insieme, in quanto coppie di sposi. Penso a Louis e Zélie Martin, i
genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino; come pure i Beati Luigi e Maria
Beltrame Quattrocchi, la cui vita familiare si è svolta a Roma nel secolo
scorso. E non dimentichiamo la famiglia polacca Ulma: genitori e bambini uniti
nell’amore e nel martirio. Dicevo che si tratta di un segno che fa pensare. Sì, additando come testimoni esemplari
degli sposi, la Chiesa ci dice che il mondo di oggi ha bisogno dell’alleanza
coniugale per conoscere e accogliere l’amore di Dio e superare, con la sua
forza che unifica e riconcilia, le forze che disgregano le relazioni e le
società.
Per questo, col cuore pieno di riconoscenza e di speranza, a voi
sposi dico: il matrimonio non è un ideale, ma il
canone del vero amore tra l’uomo e la donna: amore totale, fedele, fecondo (cfr
S. Paolo VI, Lett. Enc. Humanae vitae,
9). Mentre vi trasforma in una carne sola, questo stesso amore vi rende capaci,
a immagine di Dio, di donare la vita.
Perciò vi incoraggio ad essere, per i vostri figli, esempi di
coerenza, comportandovi come volete che loro si comportino, educandoli alla
libertà mediante l’obbedienza, cercando sempre in essi il bene e i mezzi per
accrescerlo. E voi, figli, siate grati ai vostri genitori:
dire “grazie”, per il dono della vita e per tutto ciò che con esso ci viene
donato ogni giorno, è il primo modo di onorare il padre e la madre (cfr Es 20,12). Infine
a voi, cari nonni e anziani, raccomando di vegliare su coloro che amate, con
saggezza e compassione, con l’umiltà e la pazienza che gli anni insegnano.
In famiglia, la fede si trasmette insieme alla vita, di generazione in generazione: viene condivisa come il cibo della tavola e gli affetti del cuore. Ciò la rende un luogo privilegiato in cui incontrare Gesù, che ci vuole bene e vuole il nostro bene, sempre.
E vorrei aggiungere un’ultima cosa. La preghiera del Figlio di
Dio, che ci infonde speranza lungo il cammino, ci ricorda anche che un giorno
saremo tutti uno unum (cfr S. Agostino, Sermo super
Ps. 127): una cosa sola nell’unico Salvatore, abbracciati dall’amore
eterno di Dio. Non solo noi, ma anche i papà e le mamme, le nonne e i nonni, i
fratelli, le sorelle e i figli che già ci hanno preceduto nella luce della sua
Pasqua eterna, e che sentiamo presenti qui, insieme a noi, in questo momento di
festa.
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