venerdì 12 agosto 2011

SOTTO IL CIELO DEL FADO

 
GLI ODORI DI LISBONA

 
Cala la sera sul Tago, e la città si riempie di chitarre. Tanti musicisti, 'professori' e dilettanti, percorrono le strade su e giù per le colline e si recano nei locali. Chi per lavoro, chi solo per gioia. Ma sarà una gioia condivisa, perché di fronte al pubblico la cosa importante è dare emozioni. Le strade pullulano di gente.

Non è difficile trovare crocchi fuori dai locali, dove le insegne brillano e invitano a entrare per ascoltare il fado migliore che ci sia. Alle nostre orecchie, il fado migliore è quello che si suona col cuore. E’ quello che questi musicisti riescono a evocare con le loro 'unghie', protesi che permettono di pizzicare le corde e sono indossate come un rito in una musica fatta di riti, di rimandi a una tradizione che rimarrà inalterata nel tempo e che comunque sarà sempre alla base di qualsiasi nuova avventura legata a Lisbona, al fado, a una serata dai sapori profondi, piccanti, esagerati.


Nelle stradine del Bairro, o sui saliscendi dell’Alfama, fuori da questi locali, un altro dei riti è quello della sigaretta. Gruppi di orchestrali di 'case' vicine che fumano e si raccontano, che giudicano le voci nuove che arrivano e che ricordano i compagni di tante avventure, quelli che da quarant’anni ogni sera li accompagnano in un percorso sempre uguale, sempre diverso. Sono gruppi di persone dove è il nero il colore prediletto della giacca, la camicia bianca col collo largo aperto è spesso bagnata dai rivoli di sudore che scendono e dimostrano l’impegno, la concentrazione, il caldo di ambienti che è giusto rimangano quello che sono stati in una storia che si rinnova beandosi e riflettendo su se stessa.

La musica ha il sapore forte del pasto, coriandolo e cannella, aglio e cipolla, fanno del baccalà, del riso coi frutti di mare, della carne di maiale con le vongole, succulenti contorni alla musica e i loro afrori giungono anche fuori, ora che stiamo passando per Diario da Noticias o Sao Pedro curiosi e complici di quei gruppi che chiacchierano di cose belle e nei quali qualcuno si gira, ci riconosce, e ci saluta.

Quando decideremo di entrare in un locale, lo sarà per convinzione, anche se stasera, forse, ci accontenteremo di ascoltare la musica dalla strada per respirare ancora di più l’aria di Lisbona.

Tratto da Radio Pereira

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