O. PERCORSO ANNO PRIMO INTRODUZIONE DON AGOSTINO TISELLI

PER UN PERCORSO ELEMENTARE DI CULTURA
Ciclo di incontri condotto da Don Agostino Tisselli
Sala Conferenze “E. Cacciaguerra” Credito Cooperativo Romagnolo
Cesena 12 gennaio 2016 ore 20,45

Introduzione
Don Agostino Tisselli

Ho avuto sempre davanti la prima comunità cristiana fatta così: maestro e discepoli, l davvero è guidata dall'autorità, anche questa sera nella liturgia di oggi si leggeva dal vangelo di Marco: “ ma chi è costui che parla con autorità e non come gli scribi e i farisei?”, guardate quant'è importante la parola; parlare con autorità vuol dire essere maestro, maestro ha dentro la parola magis che vuol dire più grande. Non è possibile imparare la vita se non da chi parla, non come i farisei, ma con autorità! Autòs colui che parla di te a te stesso, fa scoprire te a te stesso. Non è possibile più ascoltare parole vane, parole farisaiche, parole che non corrispondono alle domande di fondo dell'uomo e che non descrivono fino in fondo l'esperienza e la dignità umana: dovrete rendere conto di ogni parola vana che esce dalla vostra bocca *.

Oggi si dice che “il parlare” non conta, contano i fatti e non le parole, bisogna invece secondo me fare un passo indietro, bisogna imparare a pensare cioè a ponderare, a guardare la realtà e valutarne il peso. Bisogna pensare, ponderare, dare peso, valutare e questo lo si fa con gli occhi, le orecchie e con la sensibilità, non col cervello, il pensiero non è frutto delle immaginazioni ma della sensibilità, non per niente il libro Il Senso Religioso, che Don Giussani ha scritto, si apre con una frase di Alexis Carrel premio Nobel per la medicina nel 1912: “poca osservazione e molto ragionamento conducono all’errore, molta osservazione e poco ragionamento conducono alla verità” . Occorre scrivere, incidere quello che tu apprezzi, valutare, dare il giusto prezzo alle cose, il giusto valore alle cose, quello che tu vedi, quello che tu ascolti si incide nella tua esistenza e diventa parola, possibilità di comunicazione. Quando parli, parli con autorità non perché comandi, non perché domini, non perché vuoi che l'altro sia annullato ma perché l'altro entri in comunione con te, ecco perché in questi anni in cui abbiamo lavorato insieme la riscoperta delle parole è partita soprattutto dal seme della parola, dal DNA della parola.
La parola ha un significato radicale, ha un significato originario, le radici delle parole, le radici giudaico, greche e latine sono il DNA delle parole, le radici dicono l'immagine della parola. Dentro al seme (in greco ethos) c’e tutto, quando si parla si tocca soprattutto la questione etica: l'uomo è uomo, l'animale è animale, il seme contiene tutto! L'etica non è prima di tutto un comportamento ma è la coscienza dei fattori che costituiscono la realtà. Ethos … questa parola è importantissima! L'etica è una coscienza da cui viene poi la morale: il comportamento. Parlare con autorità significa dimostrare uno spessore etico grandissimo, ecco perché il magis, il magister, colui che parla di te a te stesso con autorità, non può essere il “potere”.

La prima operazione selvaggia che fa il potere è quella di impadronirsi del linguaggio, quando il linguaggio è venduto a chi domina, a chi usa la ragione per il calcolo, quando il linguaggio è venduto e svenduto sono svendute le proprie radici, la propria possibilità di crescita e di cura, ed è impossibile arrivare alla maturazione, come diceva un proverbio francese: “non raccogliere il tuo grano quando è ancora erba”. La fretta di questi tempi è un gioco del potere, la provvisorietà dei rapporti di questi tempi è un gioco del potere, perché non esistono più realtà ontologicamente intese, tutto è passeggero, come se il tempo fosse soltanto Cronos e non Cairos, fosse un dio che ti mangia la vita e non una grazia! Nel Vangelo quando Gesù vedeva i discepoli stanchi, diceva: venite con me a riposare un po' , si sedevano e Lui insegnava loro molte cose. Ecco dentro quest'orizzonte vogliamo compiere cinque passaggi.
Il primo passaggio è sul significato esistenziale ed esperienziale delle parole, si parla di te. Se voi vi metteste vicino a qualche persona e vi accorgeste che parlano di voi stareste attentissimi! Si parla di te, io ricordo il nostro Don Lino Mancini e lo spessore esistenziale ed esperienziale delle sue parole!
Il secondo passaggio è che si parla di te, della tua persona e la persona è una comunione corpo-spirito, comunione vuol dire che corpo e spirito sono una sola cosa, sono inscindibili, non è uno con l'altro ma uno nell'altro! Comunione corpo-spirito: il cristianesimo è tutto lì, è la teologia del corpo, come diceva San Giovanni Paolo II nella sue bellissime catechesi dal 79 all'84 “La Teologia del corpo”. Il cristianesimo è il corpo che diventerà glorioso, non che rimarrà polvere, è il corpo che trionfa diventando totalmente spirituale cioè senza limiti di pianto, di fatica, di ragione, di volontà, di affetto. Se il cristianesimo non fosse attento al corpo, non sarebbe una religione incarnata. Il corpo non è soltanto sarx, non solo anatomia, fisiologia, reattività …, il corpo è la nostra condizione di un già qua che sarà per sempre domani nella gloria, quindi invece che dire io ho un corpo è meglio dire io sono il mio corpo, io sono e lo sarò per sempre.
Il terzo passaggio è quello della storia: la storia la fa Dio, leggendo anche l'Enciclica di Papa Francesco “Laudato Sii” io credo che oggi dobbiamo dire con vigore che Dio è il proprietario di tutto, non è il signore, l'ente supremo ma è il proprietario, dominus non significa appena uno che sta sopra (padrone da noi vuol dire proprio proprietario), proprietario di tutto, del tempo, dello spazio, del mondo, proprietario del mio corpo. Faremo un passaggio molto interessante Dio proprietario di tutto guida la storia, chi non permette a Dio di essere il proprietario della storia diventa un comico, padrone della storia come tutti i dittatori, un ridicolo padrone! Ricordate il libro Il padrone del mondo di Robert Hugh Benson? La crisi della modernità è tutta qui; è eliminare Dio come proprietario mentre l'uomo singolo e l'umanità in genere diventano padroni della storia.
Il quarto passaggio è la domanda: perché Dio è il padrone della storia? Perché è l'eternamente presente! Noi passeremo dalla scena di questo mondo, Dio invece è l'eternamente presente, non è provvisorio, non è un leader che cambia governo, è l'eternamente presente! La storia si costruisce riconoscendo questa Presenza e addirittura riconoscendo l’uomo Gesù Cristo eternamente presente.. Diceva Don Giussani: la fede è riconoscere Gesù Cristo come Dio presente. Tutti sanno che noi stiamo contando la storia non partendo dalle favole ma dall'avvenimento, ho detto dall'avvenimento non da un avvenimento. 2016 dopo Cristo è l'avvenimento che prevale su tutti, non contiamo il tempo dall'era atomica, non contiamo il tempo dalla rivoluzione francese, non contiamo il tempo


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