giovedì 30 gennaio 2020

TRUMP E LE CATTEDRALI EUROPEE



Nel suo discorso a Davos, nei giorni scorsi, Trump ha ricordato che “quando sono entrato in carica tre anni fa l’economia americana era in uno stato lugubre”, che sotto la precedente amministrazione “erano spariti quasi 2.000.000 posti di lavoro nell’industria”, i salari erano in calo e i bisognosi di aiuto alimentare erano aumentati di più di 10 milioni.

Poi Trump ha esposto i grandi successi che nei suoi tre anni di presidenza hanno ribaltato questa situazione (“oggi sono orgoglioso di dichiarare che gli Stati Uniti sono in un boom economico che il mondo non ha mai visto prima”).

Il presidente ha affermato: “Sapevo che se avessimo liberato il potenziale della nostra gente, se avessimo ridotto le tassetagliato le normative – a un livello mai raggiunto prima nella storia del nostro paese, in un breve periodo di tempo”,  risolvendo il problema degli accordi commerciali e “sfruttando appieno l’energia americana, la prosperità sarebbe tornata fragorosamente a una velocità record. Ed è esattamente quello che abbiamo fatto, ed è esattamente quello che è successo”.

Infine Trump ha dato anche alle élite europee, nichiliste e globaliste, una lezione culturale. Invece di cedere all’antiscientifico catastrofismo ecologista e al disprezzo per le identità dei popoli, ha invitato anche noi a puntare sulle energie della nostra gente, sulle loro capacità e sulle nostre radici spirituali:

 “Le cattedrali d’Europa ha detto Trump “ci insegnano a perseguire grandi sogni, avventure audaci e grandi ambizioni. Ci esortano a considerare non solo ciò che costruiamo oggi, ma ciò che resterà molto tempo dopo la nostra scomparsa. Testimoniano il potere della gente comune di realizzare risultati straordinari quando uniti da uno scopo nobile e grandioso”.

Per questo Trump ha indicato proprio gli italiani come esempio“Secoli fa, al tempo del Rinascimento, abili artigiani e operai guardarono verso l’alto e costruirono le strutture che ancora toccano il cuore umano. Tuttora, alcune delle più grandi strutture del mondo sono state costruite centinaia di anni fa. In Italia, i cittadini un giorno iniziarono la realizzazione di quello che sarebbe diventato un progetto di 140 anni, il Duomo di Firenze. Un luogo veramente incredibile. Sebbene non esistesse ancora la tecnologia per completare il loro progetto, i padri della città andarono avanti, certi che un giorno l’avrebbero trovata. Questi cittadini di Firenze non accettarono limiti alle loro alte aspirazioni e così fu finalmente costruita la Grande Cupola”.

E’ la grandezza italiana quella che il presidente Usa ha esaltato, con l'invito a riprendere quella strada.

perchi lo desidera ecco il discorso pronunciato a Davos 

 https://youtu.be/bYqY7YfPehU


lunedì 27 gennaio 2020

ROBERT SARAH: BASTA CON LE MENZOGNE, IL PROBLEMA DELLA CHIESA È LA CRISI DI FEDE"


"Mi ha ferito l'indecenza con cui è stato trattato Benedetto XVI. Finora si è parlato di aspetti ridicoli. Nel libro non c'è una sola frase, una sola parola contro Papa Francesco".
Il tema centrale è il sacerdozio: "Crediamo davvero che l'ordinazione di uomini sposati risolverebbe la crisi delle vocazioni?".
Intervista esclusiva al cardinale Robert Sarah "Temo che siamo tentati di costruire una chiesa umana, secondo le nostre idee" 


DI MATTEO MATZUZZI   (ILFOGLIO)

"Si è parlato molto di aspetti secondari del tutto ridicoli. Polemiche assurde, menzogne volgari e umiliazioni orribili si sono susseguite contro Benedetto XVI e me stesso. Ciò che mi spezza il cuore e mi ferisce profondamente è la brutalità, l'irriverenza, la mancanza di considerazione e l'indecenza con cui è stato trattato Benedetto XVI".

 Il cardinale Robert Sarah, coautore del libro Dal profondo del nostro cuore, nelle librerie italiane dal 30 gennaio per Cantagalli, ricostruisce in esclusiva con il Foglio quanto è accaduto nelle ultime due settimane, dopo l'annuncio dell'uscita del saggio, subito trasformato dalla vulgata dominante in un libello contro Francesco. Da qui le veline sulla firma del Papa emerito, sul suo consenso vero o presunto alla pubblicazione. Con tanto di insulti a Sarah che avrebbe truffato Ratzinger e compatimento per quest'ultimo, ormai incapace di scrivere alcunché, data l'età.
Chiacchiere sul nulla, visto che alla fine il libro avrà in copertina entrambi i nomi degli autori, con l'introduzione e la conclusione "lette e condivise" da Benedetto XVI. Per qualche giorno s'è parlato del contorno, firme e copertine, evitando accuratamente di entrare nel merito di quanto è scritto nel libro. 

Le polemiche sono state parecchie, eminenza. "Noi - risponde il prefetto della congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti - senza animosità, senza attaccare nessuno, abbiamo offerto le nostre riflessioni con chiarezza, rigore e fedeltà alla verità su una questione essenziale: il sacerdozio cattolico e il celibato. Perché allora dire che io mi sarei opposto a Papa Francesco? Perché? Nel testo c'è forse una sola frase, una sola parola, un singolo atteggiamento che esprima tale opposizione? Perché vengo coperto costantemente da calunnie e umiliazioni? Qualcuno è arrivato al delirio parlando di 'fakebook'. La casa editrice Fayard darà risposte adeguate a questa diffamazione. Benedetto XVI mi ha confermato personalmente che accoglie questo libro ed è felice della sua pubblicazione. L'intero testo resta quindi invariato, tranne per l'introduzione e la conclusione, come ha spiegato l'editore Cantagalli. Ora chiedo che questa polemica sterile finisca. Dobbiamo interessarci a ciò che il Papa emerito ha scritto. Questo è essenziale. Continuare a parlare del resto è un diversivo. Il mio invito è -Parla Robert Sarah- di leggere il libro anziché parlarne". 

Qual è il messaggio essenziale che questo libro vuole trasmettere? "Lo riassumo in una frase: il celibato dei sacerdoti non è una semplice disciplina canonica. Se si indebolisce la legge del celibato, anche per una singola regione, si apre una breccia, una ferita nel mistero della Chiesa. Esiste un legame ontologico-sacramentale tra il sacerdozio e il celibato. Questo legame ci ricorda che la Chiesa è un mistero, un dono di Dio che non ci appartiene. Non possiamo creare un sacerdozio per uomini sposati senza danneggiare il sacerdozio di Gesù Cristo e della sua sposa, la Chiesa". 

Ma perché non si possono ordinare sacerdoti uomini sposati? Quale sarebbe l'o- stacolo? "Il sacerdote è incaricato di perpetrare sacramentalmente la presenza di Cristo. Non è solamente `Alter Christus', un altro Cristo, ma è davvero `Ipse Christus', Cristo stesso. I sacerdoti sono davvero un'estensione di Gesù Cristo. `Il sacramento dell'Ordine li configura a Cristo Sacerdote per consentire loro di agire in nome di Cristo, Capo della Chiesa' (Presbyterorum Ordinis, n. 2). Questa è un'ottima lezione dal Vaticano II. Il sacerdote è quindi lo sposo esclusivo della Chiesa. Non può essere un uomo condiviso. Quando torna a casa, non è in vacanza. Rimane una persona consacrata. Tutta la sua vita appartiene alla Chiesa perché tutto il suo essere è dedicato a Cristo. Credo che i fedeli lo sappiano per intuito. Andrebbero a confessarsi da un prete sposato? Se un sacerdote si dà interamente alla Chiesa, che posto rimarrà per moglie e figli? Cosa faremo quando dovremo affrontare il divorzio di un prete? Perché dovremmo attenderci casi del genere".

 Uno dei grandi punti di discussione riguarda il fatto che questa disciplina ecclesiastica in realtà non è antica, ma recente. Non è vero, quindi?
"Per niente!", dice Sarah. "Da un punto di vista storico, le cose sono molto chiare: dall'anno 305, il Concilio d'Elvira ricorda la legge, `ricevuta dagli apostoli' sulla continenza dei sacerdoti. Dal momento che la Chiesa stava uscendo proprio in quel momento dall'èra dei martiri, una delle sue prime preoccupazioni era quella di affermare che i sacerdoti dovevano astenersi dal sesso con le loro mogli. Il Concilio stabilisce infatti che 'abbiamo decretato una proibizione generale riguardo i vescovi, i presbiteri e i diaconi, vale a dire tutti i chierici costituiti nel ministero: non devono stare assieme alle loro mogli e non devono generare figli. Chi si renderà responsabile di ciò, sarà espulso dai ranghi ecclesiastici' (can. 33). Se questa disposizione fosse stata una novità, non avrebbe mancato di provocare una vasta protesta tra i sacerdoti. Invece, è stata accettata tutto sommato pacificamente. I cristiani erano già consapevoli che un sacerdote che celebra la messa, vale a dire il rinnovarsi del sacrificio di Cristo per il mondo, deve offrirsi con tutto il corpo e con tutta l'anima. Lui non si appartiene più. Fu solo molto più tardi, a causa della corruzione dei testi, che l'oriente si sarebbe evoluto nella sua disciplina, senza tuttavia rinunciare mai al legame tra sacerdozio e astinenza. Siamo vittime di una profonda ignoranza storica su questo argomento. La Chiesa conobbe sacerdoti sposati nei primi secoli. Ma dopo l'ordinazione dovevano astenersi dal sesso con le loro mogli. Questo è un dato di fatto confermato dalle più recenti ricerche storiche. Non si tratta di rifiutare la sessualità, ma di affermare che il sacerdote è lo sposo esclusivo della Chiesa, con corpo e anima. Le è interamente consegnato come Cristo". 

Qual è a suo avviso l'apporto maggiore del testo del Papa emerito? "Benedetto XVI mostra chiaramente che dall'Antico Testamento si stabilisce il legame tra l'astinenza sessuale e la vita sacerdotale. Questo legame non ha nulla a che fare con un tabù o un rifiuto del corpo. Si basa sul dono totale di sé, con l'anima e il corpo, a Dio solo. Credo che tutti i sacerdoti debbano leggere le frasi commoventi in cui ci rivela in che modo queste pagine della Scrittura hanno guidato tutta la sua vita e lo hanno profondamente modellato e strutturato come sacerdote. Osa scrivere: “Alla base della grave situazione in cui il sacerdozio si trova oggi, c'è un difetto metodologico nell'accoglienza delle Scritture come Parola di Dio”. Credo che il suo testo sia una lezione magistrale di Teologia biblica. E' anche una profonda meditazione spirituale sul vero significato del sacerdozio: dare tutta la vita sulle orme di Cristo. Nessun prete può leggere quanto scrive senza restare profondamente commosso. Il Papa emerito ha fatto un dono meraviglioso a tutta la Chiesa e a tutti i sacerdoti del mondo intero. Ha aperto loro la parte più profonda del suo cuore". Perché parlate di una crisi del sacerdozio? "Il celibato ci ricorda che i sacerdoti sono il frutto di una vocazione, di una chiamata personale e intima da parte di Dio. Quando Dio chiama, chiede di lasciare tutto per lui, di rinunciare a ogni sostegno terreno e di donare a lui la totalità del proprio corpo, del proprio cuore e della propria capacità d'amare. Benedetto XVI lo dice magnificamente nel suo contributo. I sacerdoti non sono dipendenti pubblici. Non fanno un mestiere, sono consacrati a Dio. Temo che siamo tentati di costruire una chiesa umana, secondo i tempi e secondo le nostre idee. Ma la Chiesa non è nostra. La riceviamo da Dio, con il suo Credo e i suoi sacramenti. Il sacerdozio non ci appartiene. Non possiamo fare ciò che vogliamo con esso. Quando sento che vogliamo creare ministeri femminili mi chiedo se cerchiamo la fedeltà a Dio o se seguiamo la moda. Quale ruolo voleva Dio per le donne nella Chiesa? San Giovanni Paolo II ha magnificamente descritto la dignità e la vocazione delle donne nella sua lettera apostolica Mulieris dignitatem: il loro posto è centrale. Si tratta di ricordare a tutti la necessità della santità e di `aiutare l'umanità a non cadere"'. "Osserviamo attentamente il ruolo della santissima Vergine Maria e delle sante donne che avevano seguito Gesù dalla Galilea (Mt 27, 55-56; Mc 15, 46-47). Ricordiamo che se il Papa vive oggi a Roma è grazie all'ostinazione di santa Caterina da Siena. Non aveva un ministero e non lo voleva. Ma non aveva paura di parlare!", aggiunge Robert Sarah. 

 
Tornando al celibato ecclesiastico, perché non dovrebbero essere consentite eccezioni per alcune regioni del mondo che soffrono terribilmente la mancanza di sacerdoti? L'Amazzonia è il caso-simbolo. "Ma crediamo che l'ordinazione di uomini sposati risolverebbe davvero la crisi delle vocazioni? L'esperienza della mancanza di pastori nelle comunità protestanti che ammettono il matrimonio di ministri della religioni dimostra il contrario. La crisi delle vocazioni è una crisi di fede! Laddove il Vangelo è annunciato e vissuto in tutto il suo rigore e le sue esigenze, le vocazioni abbondano. Perché privare i cristiani dell'Amazzonia del contatto con i sacerdoti che vivono pienamente il loro sacerdozio e il loro dono totale a Dio e a lui solo? E' perché sono poveri? Inoltre, come abbiamo scritto: `Chi sarebbe abbastanza bravo da spiegare perché il bisogno pastorale dei fedeli delle Isole del Pacifico non può essere condiviso da quello dei fedeli che vivono in una remota valle dell'Appennino, o nel mezzo di una città europea densamente popolata dove sono scomparsi i sacerdoti?". Ho usato la mia esperienza di sacerdote in Africa per dimostrare in questo libro che l'evangelizzazione ha bisogno del celibato. Le persone in via di cristianizzazione devono incontrare sacerdoti che hanno dato tutta la loro vita a Cristo. Io stesso ho fatto questa esperienza. Sarei un prete oggi se fosse stato ordinato un uomo sposato del mio villaggio in Guinea? Non credo. Abbiamo bisogno di laici che siano, come dice Papa Francesco, 'discepoli missionari'. Abbiamo bisogno di cristiani che prendano sul serio il battesimo. La Chiesa ha bisogno della radicalità del Vangelo, non di allinearsi alla tiepidezza del mondo". 

Riassumendo: il senso complessivo del libro, qual è? "Vorrei che fosse letto, più che riassumerlo!", risponde il cardinale guineano. "Ho cercato di mostrare in quelle pagine come l'apertura di una breccia nel celibato avrebbe creato una grave crisi per il sacerdozio. Ho usato la teologia più chiara del Concilio Vaticano II, di san Paolo VI, di san Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI per dimostrare che una vita sacerdotale pienamente coerente richiede il celibato ma anche una certa povertà, l'obbedienza e una fedeltà alla preghiera. Una vita sacerdotale alimentata dalla grazia dei sacramenti, dalla confessione regolare, dall'assidua celebrazione dell'eucaristia e dalla fedeltà all'ufficio divino e alla preghiera, nonché dalla lettura quotidiana della vita dei santi. Credo che creare una ferita nella legge del celibato, con il pretesto della carenza di sacerdoti, causerebbe confusione sulla natura del ruolo dei battezzati e dei sacerdoti. Sono convinto che abbiamo più che mai bisogno di sacerdoti che siano dei santi. Questo è il motivo per cui ho offerto rispettosamente e in modo filiale questo libro al Papa Francesco, ma anche a vescovi, preti e fedeli cristiani in tutto il mondo per sostenerli e incoraggiarli ad approfondire la riflessione senza essere condizionati dalla campagna mediatica che ha circondato l'ultimo Sinodo e ha portato a soluzioni affrettate, ideologiche e puramente umane. L'ho fatto dopo aver parlato a lungo davanti a Dio. Alla fine del libro, volevo ricordare la frase della patrona d'Italia, santa Caterina da Siena, che riposa qui a Roma: `Sia tu maledetto perché hai taciuto! Non tacere più! Grida in centomila lingue! Vedo che, a forza di tacere, il mondo è in rovina'. Basta chiacchiere. Leggiamo questo libro. Discutiamolo in pace e carità. Portiamo la Chiesa nella preghiera e lasciamola risplendere di santità nella nostra vita di sacerdoti e fedeli cristiani in mezzo a un mondo sempre più ateo, incurante della realtà di Dio". 

ROBERT SARAH

EMILIA-ROMAGNA. LA LEZIONE CHE I CATTOLICI DEVONO TRARRE


Rodolfo Casadei 27 gennaio 2020

No, la vittoria del centrosinistra in Emilia-Romagna non è l’equivalente della vittoria contro i nazisti a Stalingrado; Lucia Borgonzoni non è Friedrich Paulus e Stefano Bonaccini non è Georgij Zhukov, così come Zingaretti non è Stalin e Salvini non è Hitler.

Perciò non contate su di me per il grande fronte democratico antifascista che ha dimostrato che la marcia della Lega non è inarrestabile. Non contate su di me per la santa alleanza fra radicali e cattolici, liberaldemocratici e socialdemocratici, sinistra europeista e destra europeista in funzione antisovranista, dove il sovranismo è l’uomo nero pronto a sguinzagliare falangi di razzisti, manipoli di neonazisti e coorti di neofascisti contro immigrati, ebrei, musulmani, preti di strada, omosessuali e transessuali.

E perdonatemi se per rafforzare il mio “no” tiro in ballo il servo di Dio don Luigi Giussani, e le motivazioni con cui giustificò il “no” di Comunione e Liberazione all’analoga richiesta che nei terribili anni Settanta veniva fatta al suo movimento (e a quella gemmazione di Cl che era il Movimento Popolare) di aderire al fronte antifascista promosso ed egemonizzato dall’allora Pci, quando il neofascismo era una cosa seria, e non si accontentava di essere accomunato a chi suona i citofoni delle famiglie contenenti qualche pregiudicato, ma metteva bombe, sprangava avversari e sparava in piazza.
Diceva a quel tempo (che secondo alcuni si sta ripresentando) Giussani: «Non ci si può riconoscere in un progetto politico che oggi viene portato avanti con grande tenacia dal Pci e da altre forze di sinistra “laica”, e che consiste nella mobilitazione di un fronte democratico ed antifascista, l’adesione al quale è suggerita come forma di resistenza al neofascismo emergente, e che dovrebbe essere egemonizzato da chi lo propone. (…)
Questa proposta – culturale prima che politica – non può essere, ritengo, accolta dai cattolici proprio perché è ancora la tradizionale proposta della cultura illuministico–borghese, che in questa nuova versione tende a quella ultima intolleranza, che fatalmente riemerge in ogni progetto culturale, e quindi socio–politico, che sia generato non da un senso religioso (consapevole o inconsapevole che sia), ma da una elaborazione intellettuale. Ancora una volta, si accuseranno di fascismo tutti coloro che non di ciò saranno rei, ma di non aderire alla cultura ed ai progetti dei promotori del fronte; ed in special modo si tenderà a trattare da fascisti tutti coloro che vivono realmente la fede ecclesiale.
Ma, nell’attuale stato di cose, i cattolici hanno spazio e possibilità di non entrare in questo fronte democratico e antifascista così ambiguo, senza correre il rischio di essere spinti a fianco dei neo-fascisti? A mio avviso una vita ecclesiale consapevole e tutta tesa ad incarnarsi può ancora garantire lo spazio necessario perché questa posizione emerga e si affermi come l’ambito adeguato di una presenza inconfondibile. Certamente si tratterà di uno spazio molto esiguo e da difendere con atteggiamento insonne e deciso. (…) Proprio per questo i cattolici italiani devono impegnarsi ad una presenza intelligente ed organizzata, che testimoni e renda evidente un’unità popolare da cui si generi una resistenza nuova, secondo l’aspetto più autentico di quello spirito che mobilitò le energie migliori della società italiana fra il 1943 e il 1945». (Comunione e Liberazione – Intervista a Luigi Giussani, a cura di Robi Ronza, Jaca Book 1976, pp. 172-174)

sabato 25 gennaio 2020

SANITÀ A CHI GIOVA AGITARE LO SPAURACCHIO DEL “PRIVATO”?


 La campagna elettorale delle elezioni qui in Emilia-Romagna ha visto come tema predominante quello della sanità. Cosa comprensibilissima per almeno due buoni motivi:
1) la sanità è la competenza sicuramente più rilevante attribuita alle regioni dall’articolo 117 della Costituzione e il bilancio sanitario rappresenta circa l’87% dell’intero bilancio regionale (dati 2018);
2) a livello sociale, il servizio sanitario, per ovvie ragioni, è l’unico che “tocca” la vita del 100% dei cittadini.
Il dibattito si sta svolgendo su due piani: uno, più squisitamente amministrativo, con l’opposizione che cerca di evidenziare le lacune del servizio sanitario regionale e le forze di maggioranza che ribadiscono che la sanità emiliano-romagnola è un’eccellenza; l’altro, più squisitamente politico, iniziato quando Bonaccini ha tuonato contro la Borgonzoni, rea di aver fatto riferimento al modello sanitario lombardo.
Sul primo aspetto, quello amministrativo, premesso che la qualità dei servizi è assicurata essenzialmente dalla competenza e dall’abnegazione del personale sanitario, per cui viene assicurata a prescindere dal nome e dal colore degli amministratori di turno, mi sembra siano tre i temi più “caldi”:
a) la questione dei punti nascita in aree montane, chiusi dalla Regione in questi anni, scelta duramente contestata soprattutto dagli abitanti delle zone montane, rispetto alla quale Bonaccini ha assicurato che vi sarà, in caso di rielezione, una marcia indietro, con conseguente riapertura delle strutture;
b) il tema della mobilità passiva, cioè degli emiliano-romagnoli che scelgono di farsi curare in altre Regioni, per i quali la Regione nel biennio 2017-2018 ha dovuto sborsare più di mezzo miliardo (ampiamente recuperati con la mobilità dei pazienti provenienti da altre Regioni, in particolare del Sud): ma rimane ugualmente rilevante la necessità di capire perché tanti pazienti “emigrano” per farsi curare. Per fare un confronto, nel 2017 l’Emilia-Romagna, coi suoi 4 milioni e mezzo di abitanti, ha speso per la mobilità passiva 253 milioni di euro, mentre la Lombardia, coi suoi 10 milioni, ne ha spesi 359;
c) la grave insufficienza di strutture convenzionate per anziani non autosufficienti, che crea il fenomeno di lunghe liste d’attesa, con gravi disagi per le famiglie: se si prende come riferimento la Regione che ha la maggior dotazione di posti letto in Rsa, la Lombardia, l’Emilia-Romagna ne dovrebbe finanziare altri 8.000, oltre ai 16.000 già attivi. Discorso analogo per i posti per malati di Alzheimer, che dovrebbero passare dagli attuali 190 a circa 2.000.
Ma la discussione più accesa è sul piano politico, perché i sostenitori di Bonaccini non si stancano di accusare il centrodestra di voler privatizzare la sanità, trasformando un servizio pubblico essenziale in un “mercato”, in cui sarebbero favoriti i più ricchi.
Non c’è molto da stupirsi di questo, dal momento che non fanno altro che ripetere gli slogan del loro presidente, il quale, ogni volta che interviene su temi sanitari, ripete come un mantra queste testuali parole: “…se qualcuno si candida alle elezioni… per smantellare la sanità pubblica a favore di quella privata, troverà noi a sbarrargli la strada. Perché l’Emilia-Romagna deve andare avanti, non tornare indietro. E perché, per noi, un ricco e un povero devono avere gli stessi servizi quando si parla di salute…”.
I fattori che determinano la salute: i servizi sanitari sono una piccola parte
Evidentemente Bonaccini dice queste cose per costruire, secondo il più classico metodo leninista, un nemico da indicare alle proprie truppe, per cementarle nella lotta contro un ipotetico invasore alle porte che non c’è e non ci può essere: infatti il nostro presidente è troppo preparato per non sapere che in Italia non è possibile privatizzare la sanità, se non altro perché sulle norme generali in questa materia la competenza è dello Stato ed esse non sono modificabili da nessuna Regione. Peraltro tutte le Regioni erogano i servizi sanitari ospedalieri, diagnostici e riabilitativi attraverso un mix di strutture pubbliche e private e, a quanto mi risulta, la Regione con la più alta percentuale di sanità privata è il Lazio, guidato dal segretario nazionale del Pd, e non la Lombardia, come molti pensano.

PRESIDENT TRUMP TELLS MARCH FOR LIFE: “EVERY CHILD BORN AND UNBORN IS A SACRED GIFT FROM GOD”




“Grazie mille e grazie Jeanne (Jeanne Mancini, President of The March for Life). È mio onore essere il primo presidente della storia a partecipare a March for Life. Siamo qui per un motivo molto semplice: difendere il diritto di ogni bambino, nato e non nato, di realizzare il loro potenziale dato da Dio. Ogni bambino è un dono prezioso e sacro di Dio. Insieme dobbiamo proteggere, amare e difendere la dignità e la santità di ogni vita umana.
Quando vediamo un bambino nell'utero, vediamo la maestosità della creazione di Dio, ogni bambino nato e non nato è fatto a immagine santa di Dio Onnipotente".

Dopo questo inizio il presidente Trump  ha ringraziato i milioni di americani che sono a favore della vita e i partecipanti alla marcia per essersi venuti da ogni parte per combattere contro l'aborto.

"È per me un grande onore essere il primo presidente della storia a partecipare alla March for Life!", ha detto Trump alla folla.
"Siamo qui per un motivo molto semplice: difendere il diritto di ogni bambino - nato e non nato - a realizzare il proprio potenziale dato da Dio". "I giovani sono il cuore di March for Life e sono lori la nuova generazione pro-famiglia, pro-vita".

Il presidente Trump ha difeso il suo impegno per la vita, iniziando con l'azione nel suo primo giorno in carica per sconfiggere International Planned Parenthood.


"Dal mio primo giorno in carica ho intrapreso azioni storiche per proteggere il nascituro", ha detto. "I bambini non ancora nati non hanno mai avuto un difensore più forte alla Casa Bianca ... Come ci dice la Bibbia, ogni persona è fatta meravigliosamente".
“E durante la mia prima settimana in carica, ho ripristinato e ampliato la politica di Città del Messico (quella politica iniziata nel 1984 ed è contraria all’aborto) e ho emesso una regola per governare l'uso del finanziamento dei contribuenti del Titolo X (un programma federale che assiste le famiglie nella pianificazione familiare e che non può essere utilizzato per abortire) . Ho informato il Congresso che avrei posto il veto a qualsiasi legislazione che indebolisse la politica per la vita o che incoraggiasse la distruzione della vita umana ". “Alle Nazioni Unite, ho chiarito che i burocrati globali non hanno affari per attaccare la sovranità delle nazioni che proteggono la vita innocente. I bambini non ancora nati non hanno mai avuto un difensore più forte alla Casa Bianca."
“Abbiamo preso misure decisive per proteggere la libertà religiosa - così importante - la libertà religiosa è stata attaccata in tutto il mondo e, francamente, fortemente attaccata nella nostra nazione. Lo sapete meglio di chiunque altro. Ma lo stiamo fermando. E ci occupiamo di medici, infermieri, insegnanti e gruppi come le Piccole Sorelle dei Poveri ”.

"Stiamo sostenendo l'adozione basata sulla fede e per sostenere i nostri progetti  abbiamo nominato 187 giudici federali, che applicano la norma come è scritta, inclusi due fenomenali giudici della corte suprema - Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh".

Il presidente ha condannato i democratici per aver concesso l'aborto su richiesta fino al nono mese.
“Purtroppo, l'estrema sinistra sta lavorando per cancellare i nostri diritti dati da Dio, vogliono chiudere le organizzazioni benefiche basate sulla fede, bandire i leader religiosi dalla piazza pubblica e mettere a tacere gli americani che credono nella santità della vita. Si mobilitano contro di me  perché sto combattendo per te e sto combattendo per coloro che non hanno voce. E vinceremo perché sappiamo come vincere.  Sappiamo tutti come vincere. Sappiamo tutti come vincere. Hai vinto per molto tempo. Hai vinto per molto tempo ", ha detto.

“Insieme, siamo la voce per i senza voce. Quando si tratta di aborto - e lo sai, hai visto cosa è successo - i democratici hanno abbracciato le posizioni più radicali ed estreme prese e viste in questo paese per anni e decenni, e puoi anche dirlo, per secoli.
Quasi tutti i principali democratici del Congresso ora supportano l'aborto finanziato dai contribuenti fino al momento della nascita. L'anno scorso, i legislatori di New York hanno applaudito con gioia il passaggio della legislazione che avrebbe permesso a un bambino di essere strappato dal grembo materno fino al parto.”

Il presidente Trump ha proclamato "Le madri sono eroi" mentre ringraziava i partecipanti per la loro leadership. Ha aggiunto, ogni bambino porta gioia in una famiglia ... ogni vita umana è fatta a immagine santa di Dio Onnipotente. "

Ha concluso rivolto ai partecipanti: "Sono venuto a ringraziarti, è così bello rappresentarti, vi amo tutti e dico con vera passione 'Grazie, Dio ti benedica e Dio benedica l'America".