GLI STILI DI VITA CHE SALVERANNO IL MONDO
(GESU' NON CE LA FA DA SOLO)
«... In questo contesto, spiritualità e religioni – motore decisionale nella visione morale delle persone – possono dare un grande segnale perfettamente coerente al messaggio evangelico, facendo da cassa di risonanza a un sistema di valori sostenibili: dalla cooperazione alla solidarietà, dalla sobrietà alla contemplazione delle bellezze naturali».
Religioni “cassa di risonanza” per “valori sostenibili”, ovvero un cristianesimo ridotto a fare da veicolo di un’etica globale ripulita di qualsiasi riferimento al trascendente. Dove possiamo leggere questi concetti? Sul quotidiano dei cattolici Avvenire, naturalmente, prima pagina dell’inserto culturale di “Agorà” di sabato 13 agosto.
La citazione è parte di un’intervista al climatologo Luca Mercalli, che pubblicizza il suo ultimo libro, l’ennesimo dedicato agli stili di vita che dovrebbero salvare il mondo (evidentemente il fatto che Gesù sia già venuto a salvare l’uomo non è considerato sufficiente). Il titolo dell’articolo di Avvenire è già tutto un programma: “Tutti più poveri ma ricchi di futuro”, che potrebbe essere anche scambiato per un commento a sostegno della manovra economica del governo.
Invece no, è soltanto la solita ideologia pauperista per cui, capovolgendo l’attuale consumismo, «potremmo allora pensare che “è figo” avere i pannelli solari, un’auto piccola, spegnere le luci quando si esce da una stanza, mentre è stupido non farlo».
Quando invece dovrebbe essere “figo” domandarsi prima il senso dell’utilizzo degli strumenti: l’auto piccola sarà uno “spreco” se si deve andare nel traffico all’edicola distante pochi metri e non diluvia, sarà rischiosa se si debbono effettuare lunghi viaggi. Analogamente per i pannelli solari e la luce. Comunque si tratta di uno stile di vita così “figo” che va “imposto” con un «protagonismo» da promuovere cambiando «i valori di fondo della società: un cammino breve se venisse instillato dalla pubblicità, promosso dalle religioni, normato dalle leggi, diffuso dall’informazione... Eterno, se deve emergere controcorrente».
Rileggiamo: «Instillato dalla pubblicità, promosso dalle religioni, normato dalle leggi, diffuso dall’informazione», una vera imposizione, un’etica di Stato di cui la religione deve essere cinghia di trasmissione, una concezione di cui curiosamente Avvenire si fa megafono senza sollevare la benché minima obiezione. Forse perché con lo stesso sistema ci è stata già instillata la corrispondenza tra “cosa buona e giusta” e l’aggettivo “sostenibile”.
Ma qualche parola va spesa anche sull’intervistato, il noto climatologo del farfallino, Luca Mercalli, di cui Aldo Grasso, nell’aprile 2007, in un articolo dal titolo “Prediche ambientali e appelli al governo” scrisse: “Certe sere Mercalli pare un invasato, un profeta di sventure”[... ] Il «ciclo Mercalli» è il più ideologico e incattivito: ogni mancata pioggia ha la sua spiegazione politica, ogni alluvione la sua «sragione» di stato. Torinese, classe 1966, Luca Mercalli è un climatologo che si occupa principalmente di ricerca sulla storia dei ghiacciai delle Alpi occidentali. E' responsabile dell'Osservatorio Meteorologico del Real Collegio Carlo Alberto di Moncalieri, fondato nel 1865. Abita in Val di Susa, si scalda con legna e pannelli solari, coltiva l'orto e ama leggere. Detto così, sembra un personaggio creato da Fruttero & Lucentini. Sta di fatto che con lui le previsioni del tempo non sono più semplici previsioni, sono comizi e quello che pareva solo un frusto sfogo popolaresco, «piove, governo ladro!» è diventato un programma politico molto ambizioso: ricollegare laicamente i destini del cielo al faticoso cammino della storia quotidiana».
Da un po’ di tempo Luca Mercalli, oltre al programma RAI di Fabio Fazio, frequenta con assiduità anche i media cattolici. Non solo Avvenire, è l’esperto di riferimento per Radio InBlu, e anche su Famiglia Cristiana ha il suo spazio: si ricorda un corposo articolo sul settimanale dei Paolini il 30 dicembre 2010 in cui parlava sostanzialmente delle stesse cose. Forse grazie anche a questo alcune parrocchie hanno pensato che “è figo” avere i pannelli solari.
Certo che pochi avrebbero previsto anni fa tali spazi sui media cattolici ascoltandolo il 19 marzo 2006 come relatore al Primo Congresso dell’Associazione Radicale “Rientrodolce” (per un ritorno “dolce” a una popolazione mondiale di due miliardi di persone, indovinate come) oppure a luglio e novembre 2008 per le manifestazioni organizzate a Torino per il centesimo anniversario della nascita di Aurelio Peccei.
Quest’ultimo fu il fondatore nel 1968 del famoso, o meglio famigerato, “Club di Roma”, il cui obiettivo può sintetizzarsi nella frase: "Cercando un nuovo nemico contro cui unirci, pensammo che l'inquinamento, la minaccia dell'effetto serra, della scarsità d'acqua, delle carestie potessero bastare... Ma nel definirli i nostri nemici cademmo nella trappola di scambiare i sintomi per il male. Sono tutti pericoli causati dall'intervento umano... Il vero nemico, allora, è l'umanità stessa". (The First Global Revolution, 1991).
Sarebbe interessante se Avvenire si chiedesse come mai sull’installazione di un pannello solare la detrazione è del 55% del costo indipendentemente dal reddito imponibile, mentre per un figlio o altro carico familiare l’agevolazione dipende dal reddito. Perché per i medicinali o una protesi dentaria non si ha una detrazione del 55%? Perché non si hanno i soldi per il “buono scuola” ed invece si trovano per i pannelli solari? Forse si teme di dover ascoltare come risposta che è più importante evitare che in atmosfera sia immesso del composto naturale dal nome anidride carbonica invece d’incentivare la nascita di un figlio o le sue cure o la sua educazione.
Eppure il Papa Giovanni Paolo II ha scritto nella sua enciclica “Centesimus Annus" della necessità di un'ecologia umana centrata sul primato della persona umana e della sua interiorità. “Mentre ci si preoccupa giustamente, anche se molto meno del necessario, di preservare gli 'habitat' naturali delle diverse specie animali minacciate di estinzione, perché ci si rende conto che ciascuna di essa apporta un particolare contributo all'equilibrio generale della terra, ci si impegna troppo poco per salvaguardare le condizioni morali di un'autentica ecologia umana. L'uomo è donato a se stesso da Dio e deve, perciò, rispettare la struttura naturale e morale, di cui è stato dotato”.
“La natura è per l’uomo e l’uomo è per Dio”: ripartendo da questo slogan che sintetizza la Dottrina sociale della Chiesa in materia, forse si potrà tornare a leggere su tutti i quotidiani cattolici che il rispetto dell’ambiente è un dovere dell’uomo e non un diritto della natura, che la morale cattolica educa a “coltivare e custodire” il Creato senza dimenticare che questo è stato realizzato per essere la dimora dell’essere umano.
Purtroppo, invece, sembra che su alcuni temi ambientali ci si limiti a divenire “cassa di risonanza” del pensiero altrui, ci si omologa ed affoga nel pensiero dominante pensando che il “buonismo” coincida con il giusto.
“Non abbiate paura di andare controcorrente!” invitava il Beato Giovanni Paolo II: purtroppo se la paura vince non rimane che essere solo “cassa di risonanza” per pubblicizzare il libro e le idee del climatologo del farfallino credendo per questo di essere più tolleranti e buoni.
di Fabio Spina
Tratto da La Bussola Quotidiana il 17 agosto 2011
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