DAVIDE PEREGO
l defunto e sanguinario leader
di Hamas, Yahya Sinwar, riesce
l’impresa (postuma) di parlare in uno dei posti più inaccessibili della Terra,laddove
neppure a Benedetto XVI è riuscito a dire qualcosa: l’Università LaSapienza
di Roma.
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YAYA SINWAR |
È stupefacente che un ateneo, per definizione un luogo
rischiarato dai lumi della ragione, non si faccia problemi a ospitare il 5 marzo
la presentazione, promossa dal Movimento degli studenti palestinesi in Italia,del
volume “Le spine e ilgarofano,” il
libro di Sinwar pubblicato da Editori della
luce, mentre nel 2008 ben
67 docenti protestarono per il già calendarizzato
discorso di Joseph Ratzinger su fede, ragione e verità,giudicato «incongruo in
nome della laicità della scienza e della cultura».
Evidentemente il volume
del tagliagole di Hamas, pubblicato da una casa editrice vicina al giornale
online guidato da DavidePiccardo (e che rivendica orgogliosamente la prima
traduzione in lingua occidentale del testo,definito «un best seller nel mondo
arabo»), ex coordinatore dei centri islamici milanesi e gran sostenitore della
resistenza a Gaza, non è un appuntamento incongruo per l’Università.
Per Noemi Di Segni, presidente dell’Ucei, Unione delle
comunità ebraiche italiane, si tratta di«un’iniziativa pericolosa,che
incita a commettere reato». D’altronde, Sinwar è «solo» l’ideatore degli
attacchi del 7 ottobre contro Israele e, per
questo, è stato ucciso lo scorso anno nella Striscia di Gaza: l’Università,
finora, non ha cancellato l’evento e non ha
preso posizione.
Il Papa va cacciato via, Sinwar può pontificare da morto.
Di iniziativa «indegna e sconcertante» parla
il deputato e responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, Giovanni
Donzelli.
Che continua: «La sinistra istituzionale spesso e volentieri ha strizzato
l’occhio a questo genere di iniziative.
Tutto ciò è offensivo nei confronti della vita umana e dei valori occidentali».
A questo punto, sarebbe lecito aspettarsi da Giorgio Parisi,
premio Nobel per la fisica, la stessa fermezza utilizzata per
contrastare il messaggio di pace di Benedetto XVI. Nel 2008 l’allora futuro premio
Nobel non si limitò a chiedere, come
i colleghi, al rettore di negare a Ratzinger la partecipazione
all’inaugurazione dell’anno accademico, ma rincarò la dose
con un’intervista all’Unità(e dove, se no?) in cui attaccò il Pontefice,
definendolo «ospite sgradito» perché «con le sue
presedi posizione contro l’evoluzionismo aveva rotto il patto tra fede e
scienza». Evidentemente questo presunto
sgarbo alla scienza, per Parisi, è molto ma molto più grave rispetto all’aver
pianificato e realizzato attacchi terroristici
che hanno causato morti, provocato una sanguinosa guerra e fatto ritornare un
clima da «caccia agli ebrei»
DAVIDE PEREGO
La Verita’, 28
febbraio 2025