lunedì 19 dicembre 2011

IN MEMORIA DI VACLAV HAVEL

MIRACOLO A PRAGA

Nel 1990 Vaclav Havel, appena eletto presidente della repubblica Ceca e Slovacca,  riceve a Praga Giovanni Paolo Secondo:


“Non so, se so, cosa sia un miracolo. Nonostante ciò oso dire che, in questo momento, sto partecipando a un miracolo: l’uomo che ancora sei mesi fa veniva arrestato come nemico dello Stato, oggi, nella veste di presidente di questo Stato, porge il benvenuto al primo Pontefice che, nella storia della Chiesa cattolica, ha poggiato il piede su questa terra.

 Non so, se so, cosa sia un miracolo. Nonostante ciò oso dire che oggi pomeriggio parteciperò a un miracolo: sullo stesso posto, dove cinque mesi fa – nel giorno in cui ci rallegravamo per la canonizzazione di Agnese Boema – si decideva del futuro del nostro Paese, oggi il Capo della Chiesa cattolica celebrerà la santa Messa e probabilmente ringrazierà la nostra Santa per la sua intercessione presso Colui che tiene nelle sue mani il corso imperscrutabile di tutte le cose.

Non so, se so, cosa sia un miracolo. Nonostante ciò oso dire che in questo momento sto partecipando a un miracolo: nel Paese devastato dall’ideologia dell’odio arriva il messaggero dell’amore; nel Paese devastato dal governo degli ignoranti arriva il simbolo vivo della cultura; nel Paese fino a poco fa devastato dall’idea del confronto e della divisione del mondo, arriva il messaggero della pace, del dialogo, della tolleranza reciproca, della stima e della pacata comprensione, annunciatore dell’unità fraterna nella diversità.

Durante lunghi decenni, lo spirito veniva bandito dalla nostra Patria. Ho l’onore di essere il testimone del momento, nel quale il suo suolo viene baciato dall’apostolo della spiritualità. Benvenuto in Cecoslovacchia, Sua Santità!».

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