UNA PROPOSTA
IL CROCEVIA invita ad un incontro cittadino dal titolo “Qual è il vero bene per l’uomo?”, con il Vescovo di San Marino – Montefeltro, Mons. Luigi Negri, che illustrerà il discorso del Papa al Parlamento Tedesco.
L’incontro è fissato per il giorno 16 Dicembre 2011, alle ore 21, presso la Chiesa di Sant’Agostino di Cesena.
Distinguere il bene dal male
STEFANO SPINELLI
IL CROCEVIA
Primo passaggio. La necessità della giustizia.
“Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male (1 Re 3,9)”. Con queste parole il giovane re Salomone risponde a Dio che gli era apparso in sogno e che gli aveva concesso di domandare qualunque cosa avesse voluto in occasione della sua intronizzazione. “Che cosa chiederà il giovane sovrano in questo momento? – si chiede Papa Benedetto XVI – Successo, ricchezza, una lunga vita, l’eliminazione dei nemici? Nulla di tutto questo”. Egli non chiede il potere ma la giustizia.
Con questo episodio tratto dalla Bibbia comincia il discorso che il Papa ha tenuto al Parlamento federale tedesco. Si immagini l’impatto di queste parole con chi ha oggi responsabilità istituzionali a vario titolo. Penso che ciascuno dei presenti si possa essere sentito interpellato dal Papa: “cosa chiederei io, al posto di Salomone?”.
Secondo passaggio. Cos’è la giustizia.
La richiesta di Salomone è oggi ancor più decisiva, perché mai l’uomo ha acquistato un potere così grande. L’uomo può distruggere il mondo. Può manipolare se stesso. L’eterna tensione dell’uomo di farsi da solo e diventare lui la misura di tutte le cose, come fu quella di Adamo nel mangiare la mela porta da Eva che lo avrebbe fatto diventare Dio, pare oggi più vicina. L’enorme rischio è quello di cedere completamente al richiamo del potere senza porsi davanti a esso in termini di giustizia e senza più saper rispondere alla domanda essenziale del bene e del male.
Il grande sviluppo scientifico e tecnologico, che permette cose prima impensabili, unito a un’applicazione esasperata del principio di autodeterminazione e il relativismo imperante, per cui tutto si equivale, stanno producendo nel nostro paese e nella comunità internazionale, un mutamento significativo della stessa esperienza umana a livello costitutivo. Una posizione di giustizia oggi non è più richiesta solo a livello etico o sociale, ma addirittura a livello antropologico. Quella cui siamo di fronte è una gravissima crisi, prima che politica, culturale, direi quasi una crisi di umanità. Vi è come una riduzione dell’umano, un’incertezza circa ciò che è umano, uno smarrimento dell’essere umano e di ciò che è buono e giusto e vero. L’enciclica Caritas in Veritate di Benedetto XVI afferma chiaramente che “la questione sociale oggi è diventata radicalmente questione antropologica”.
Terzo passaggio. Il principio maggioritario non basta.
Sembra addirittura che si sia spenta la stessa domanda di giustizia nell’uomo, sostituita dalla richiesta di legalità. Ciò che conta sembra essere il rispetto delle regole che l’uomo stesso pone, secondo il principio maggioritario, indipendentemente dalla ricerca di una giustizia che spetta all’uomo riconoscere in quanto tale. Ciò che conta sembra essere la rivendicazione di diritti, come espressione di volontà, o la parificazione delle esperienze, tanto tutto è uguale, indipendentemente dalla bontà o meno delle pretese rivendicate per ciascuna creatura umana, anche la più piccola.
La vera scommessa politica per una società più giusta presuppone invece che, nell’individuare ciò che spetta a ciascuno, si faccia riferimento a una “misura” di organizzazione delle relazioni umane che non sia legata a quello che ciascuno di noi pensa che sia giusto, né a quello che viene deciso dalla maggioranza dei cittadini. C’è qualcosa che è connaturale all’uomo e che gli spetta indipendentemente da quello che le istituzioni concretamente gli riconoscono o gli negano. Insomma – dice il papa – “nelle questioni fondamentali del diritto, nelle quali è in gioco la dignità dell’uomo e dell’umanità, il principio maggioritario non basta”.
La vera scommessa culturale dovrebbe essere cercata nell’emersione, a livello di riconoscimento giuridico, di ciò che valga la pena assicurare come esperienza significativa per l’uomo, che corrisponda cioè alle sue vere esigenze fondamentali.
E’ un problema di contenuti.
E – conclude il papa – “ciò che in riferimento alle fondamentali questioni antropologiche sia la cosa giusta e possa diventare diritto vigente, oggi non è affatto evidente di per sé”.
Quarto passaggio. Oltre il positivismo.
Allora la domanda fondamentale torna a essere quella iniziale: come riconosciamo ciò che è buono e giusto per l’uomo?
Qui il Papa sgombra subito il campo da un possibile equivoco: per un uomo di fede si potrebbe ritenere che la giustizia sia quella divina. Ma “contrariamente ad altre grandi religioni, il cristianesimo non ha mai imposto allo stato e alla società un diritto rivelato. Ha invece rimandato alla natura e alla ragione quali vere fonti del diritto”.
Il fatto è che il positivismo ha offerto un concetto distorto di natura e di ragione. Se infatti si considera la natura “in modo puramente funzionale”, ossia “un aggregato di dati oggettivi, congiunti gli uni agli altri quali cause ed effetti”, allora da essa realmente non può derivare alcuna indicazione che sia in qualche modo di carattere etico. La stessa cosa vale per la ragione intesa in senso puramente scientifico, per cui “ciò che non è verificabile o falsificabile non rientra nell’ambito della ragione in senso stretto”. Nel suo complesso, questa visione positivista del mondo “non è una cultura che corrisponda e sia sufficiente all’essere uomini in tutta la sua ampiezza”.
E’ una visione che sta stretta all’uomo. E’ limitante. E qui Benedetto XVI introduce un’immagine che è bellissima e di estrema forza rappresentativa. Questa visione del mondo “assomiglia agli edifici di cemento armato senza finestre, in cui ci diamo il clima e la luce da soli e non vogliamo più ricevere ambedue le cose dal mondo vasto di Dio”.
Quinto passaggio. L’ecologia umana.
La richiesta che il Papa formula ai potenti del mondo è questa: “Esiste anche un’ecologia dell’uomo. Anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere. L’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. La sua volontà è giusta quando egli rispetta la natura, la ascolta e quando accetta se stesso per quello che è, e che non si è creato da sé. Proprio così e soltanto così si realizza la vera libertà umana”.
In fondo, l’uomo trova in se stesso un complesso di esigenze – di bontà, di giustizia, di felicità – che sono ciò di cui egli è fatto e con le quali egli si paragona continuamente con la realtà.
E’ un po’ come se l’uomo avesse già in sé l’orizzonte verso cui approdare, e con questa tensione nel cuore si volgesse a definire e precisare via via il cammino, cadendo e riprendendosi, alla luce delle nuove sfide che sempre pone l’impatto con la realtà mutevole in cui egli è immerso.
“Penso che anche oggi – conclude il papa – non potremmo desiderare altro che un cuore docile, la capacità di distinguere il bene e il male e di stabilire così un vero diritto, di servire la giustizia e la pace”.
Una proposta.
Il discorso del Papa al Bundestag di Berlino penso possa giustamente definirsi storico per le profonde implicazioni politico-giuridiche che contiene. E’ un discorso attualissimo, che coinvolge temi che sono decisivi, per tutti, ma in particolare per chi ha responsabilità politiche e per chi opera nel mondo del diritto. Si pensi a come concretamente affrontare i temi legati alla bioetica, oppure a come attuare un corretto pluralismo sociale, al riconoscimento di un diritto naturale preesistente a quello posto dagli uomini, al concetto di laicità dello stato, all’obiezione di coscienza.
Sono tutti temi che possono avere sviluppi e considerazioni diverse se si parte dalla visione “liberante” per l’uomo offerta dal Papa.
Per questo motivo IL CROCEVIA ha pensato di organizzare un incontro cittadino dal titolo “Qual è il vero bene per l’uomo?”, con il Vescovo di San Marino – Montefeltro, Mons. Luigi Negri, che illustrerà il discorso del Papa al Parlamento Tedesco, per aiutarci a capire tutte le implicazioni e tutti i risvolti anche concreti, dello storico discorso.
L’incontro è fissato per il giorno 16 Dicembre 2011, alle ore 21, presso la Chiesa di Sant’Agostino di Cesena.
Credo ne valga la pena.
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