giovedì 25 aprile 2019

A LEZIONE DA VESPA

Vespa dà una lezione ai “politically correct worshippers” di casa nostra
 “Perché ammazzano i cristiani?”

Bisogna fare un applauso a Bruno Vespa e ai suoi ospiti.
Ieri sera, in mezzo a un oceano di retorica mediatica e politicamente corretto, hanno avuto il merito di guardare la strage di Pasqua per quello che è: un eclatante atto di persecuzione verso i cristiani. Porta a Porta ha dedicato la prima parte della trasmissione di ieri sera su Rai 1 agli attentati in Sri Lanka con un titolo emblematico: “Perché ammazzano i cristiani?”.

LA “MODA” DI COLPIRE I CRISTIANI A PASQUA

Gli ospiti (Bernardo Cervellera, Marco Tarquinio, Maurizio Molinari e Gabriele Iacovino) hanno provato a rispondere alla domanda. Il direttore di AsiaNews, in particolare, ha spiegato:

«Per la comunità dello Sri Lanka è uno shock, perché è una comunità che ha ottimi rapporti con tutti, musulmani e buddisti. La rivendicazione dell’Isis rende ancora più turpe il fatto. Il disegno è quello di colpire una comunità per fare sì che tutto il mondo ne parli, perché ormai è diventato quasi un cliché: colpire i cristiani a Pasqua è il modo migliore per far parlare tutto il mondo. Dire che si tratta di una rivendicazione per gli attacchi di Christchurch poi è assurdo e ingiusto: intanto il suprematista non era dello Sri Lanka e poi i cristiani di Nuova Zelanda e del mondo intero, soprattutto dell’Asia, quelli più vicini ai musulmani, hanno espresso tutto il loro dolore per quegli attentati».

LA RELIGIONE PIÙ PERSEGUITATA AL MONDO

Durante la trasmissione, Vespa ha ricordato i numeri incredibili della persecuzione dei cristiani nel mondo: 245 milioni di cristiani, uno su nove, sono perseguitati e nel 2018 ne sono stati uccisi 4.305, un aumento di quasi il 50 per cento rispetto ai 3.066 del 2017. Il conduttore di Porta a Porta ha anche riproposto un’intervista a Rebecca Bitrus, rapita da Boko Haram in Nigeria, che ha raccontato come si sia rifiutata più volte di abiurare la fede e convertirsi all’islam, nonostante le minacce da parte dei jihadisti. Allo stesso modo, sono stati ricordati i casi eroici di testimonianza della fede di Meriam Ibrahim Asia Bibi.
A Vespa va dunque il merito di aver riportato all’attenzione di tutti questi numeri e queste storie. Soprattutto, titolando la trasmissione “Perché ammazzano i cristiani?”, Rai 1 dimostra di non avere alcuna intenzione di lasciarsi sviare dall’ondata di politicamente corretto made in Barack Obama e Hillary Clinton, che hanno trasformato i cristiani in generici «Easter worshippers».

I NOSTRI POLITICALLY CORRECT WORSHIPPERS

I progressisti di casa nostra, Oxford Dictionary alla mano, da giorni accusano i «sovranisti» di non conoscere l’inglese. Hanno cercato in ogni modo di spiegare come quelle parole non siano frutto del terrore di pronunciare la parola “cristiano”, ma una locuzione verbale comunemente utilizzata negli Stati Uniti. Wired e Open di Enrico Mentana su tutti ci hanno dato dentro con il “Fact Checking”(accertamento degli avvenimenti citati), rispolverando vecchi tweet di Fox News e Breitbart.

Ma il loro è stato un buco nell’acqua, come spiegato egregiamente da Dagospia, che ieri scriveva:

«A Dagospia non frega nulla della polemica sulla locuzione Easter worshippers. Il problema è che la locuzione fa parte di quel portafoglio lessicale costruito in punta di piedi per evitare di offendere chicchessia. Il problema non sta nei sovranisti italiani che non sanno l’inglese, perché le critiche nascono in America. Hillary Clinton e Barack Obama quando twittarono a proposito della strage di Christchurch in Nuova Zelanda parlarono di muslim community. Applicando lo stesso codice precisino, avrebbero dovuto scrivere mosque-goers, coloro che si recano alla moschea. È un dato di fatto: dire ”cristiani” è pericoloso, sono terrorizzati che qualcuno usi le loro parole per fomentare uno scontro di civiltà, e per lo stesso motivo nessuno (dei politicamente correttissimi) dice più ”radicalismo islamico” o ”terrorismo islamico”. Tra i musulmani incazzati il problema non si pone, i cristiani li chiamano direttamente ”crociati” e fanno prima».

Bravo dunque Vespa e bravi i suoi ospiti che hanno avuto il coraggio di pronunciare la parola “cristiani”. E di ricordare che sono «il gruppo religioso più perseguitato al mondo». Se la Bbc, quella che ormai non parla più di «terroristi islamici» ma solo di generici «bombers» e «attackers», avesse osato fare una trasmissione simile avrebbe chiuso i battenti per sempre. Una volta tanto la Rai si è dimostrata all’altezza, alla faccia dei politically correct

Leone Grotti su Tempi 

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