È da un pezzo che viviamo immersi in un fetido intruglio di ferocia e stupidità, crudeltà e buonismo, perfidia e melensaggine. È possibile assistere, oggi, a uno spettacolo ancor più ributtante: una nauseabonda genia di vanitosi, velenosi e bugiardi, che si crede la crème spirituale del paese, se non del mondo, dopo aver cercato di sfregiare per anni l’immagine stessa del nostro Paese con un odio inestinguibile, adesso aggredisce gli avversari politici offendendo la loro coscienza, la loro onestà, la loro azione politica
Non c’è limite al peggio. Sono, infatti, orribili le insinuazioni contenute nell’articolo «Sacconi, metamorfosi di un craxiano che volle farsi servo di Dio» scritto da Francesco Merlo e pubblicato sull’ultimo numero de ‘Il Venerdì di Repubblica’ (con una copertina vergognosa dove Sacconi è effigiato insieme a Nicole Minetti e a Tarantini). Il fatto che l’ex ministro abbia riscoperto la fede, in seguito ad una grave malattia, e che pratichi i riti della Chiesa cattolica, alla stregua di ogni fedele, diventa, nell’articolo, oggetto di dileggio e di caricatura.
Scrive Giuliano Cazzola: “Essere stati ‘craxiani’, agli occhi di Merlo, è un segno di colpevolezza al pari dell’’essere servo di Dio’. Come se Sacconi, secondo l’autore, sbagliasse linea di condotta quando chiede dove sta la chiesa più vicina per andare a messa come quando non si piega ai diktat della Cgil (di solito fanno così i ministri del Lavoro dei governi di centro sinistra, incluso – lo vedremo presto – il paludato esecutivo dei professori). “Sacconi – scrive Merlo – è il neomilitante di un Cristo intrufolato nella ricerca biogenetica, contro la libertà di sesso, contro la decisione di abortire, di divorziare, convertito ad un Gesù che scende in piazza contro i gay, il Dio infernale delle processioni, il Dio delle peggiori democrazie cristiane”. E conclude l’articolo, in cui, in modo del tutto gratuito, la fede è mischiata alla politica, scrivendo: “Ecco dunque Sacconi, un caso di conversione all’italiana nella quale l’ostentazione della fede fa da sfondo all’ambizione personale”.
Questo dissennato accanimento mediatico, finalizzato a mantenere l’odio per impedire un confronto politico “normale”, esprime la cultura dell’intolleranza, della negazione del confronto, della ghettizzazione, dell’insulto e dell’odio, in nome di un antifascismo che non è l’opposto del fascismo, ma che è un fascismo di segno opposto . Cosa pensare di questo dissennato accanimento? Non basta parlare d’invidia. Non basta parlare di rabbia. Non basta parlare di rancore e di volontà di vendetta. Occorre parlare anche di disperazione e di empietà. In questo odio anticristiano è racchiuso forse tutto il sugo di quella micidiale ideologia, sopravvissuta al crollo delle sue sorelle e cuginette comuniste e nazifasciste, che è l’ideologia laicista.
“In sostanza, conclude Cazzola, gli adepti del partito di Repubblica, di cui Merlo è attivo militante, non hanno solo la pretesa di distribuire, in via esclusiva, le patenti di onestà, di competenza e di capacità politica. Ma pretendono anche di entrare nelle coscienze per valutare quale sia il rapporto con la Divinità. Si vede che per loro è inconcepibile che il Dio «che atterra e suscita, che affanna e che consola» possa accogliere nella sua comunità anche le pecorelle che si sono smarrite al seguito del Cavaliere. I «berluscones» saranno reietti nell’Aldilà come lo sono stati sulla Terra”.
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