L’importante discorso tenuto qualche giorno fa a Monaco dal vicepresidente americano Vance è stato per lo più fatto passare come un pesante e ingiustificato attacco all’Europa. In realtà, avendolo ascoltato e poi letto, a me pare che il suo messaggio sia un altro. Parlando ad una conferenza sulla sicurezza in Europa, egli ha infatti sostenuto e argomentato la tesi che la principale minaccia alla sicurezza del nostro continente non viene dall’esterno ma dall’interno ed è costituita dalla mancanza di libertà.
Questo mi pare il nocciolo del suo discorso, ed è – come spiegherò tra un momento – un nocciolo assolutamente cristiano; in particolare, è il punto più “giussaniano” che ci sia. In sostanza, Vance dice che le società europee sono insicure perché sono deboli; sono deboli perché non sono libere e quindi diventano sempre più asfittiche; e non sono libere perché i governanti d’Europa temono, detestano e disprezzano i loro popoli, non hanno alcuna fiducia in essi e quindi coartano sempre più la loro libertà. Perciò in misura sempre crescente la libertà che ammettono è solo quella di dire e fare solo quello che loro considerano accettabile: tutto il resto è bandito e perseguito in quanto pericoloso per la società. In questa guerra alla libertà, ovviamente il principio della rappresentanza democratica è il primo ad essere travolto, quindi l’Europa, oltre che illiberale, sta diventando sempre meno democratica. (Vance ha esplicitamente accennato alla tendenza a “punire” i popoli che “votano male”).
A questo discorso urticante, certamente discutibile (ogni tesi lo è per definizione) ma serio, come hanno risposto finora i governanti europei? Dicendo che «è inaccettabile»! (Risum teneatis, amici?). Ha cominciato un tale, di nome Pistorius, che fa il ministro della difesa della Germania, e ha detto proprio così: inaccettabile. E tanti gli sono andati dietro. Ci rendiamo conto? Vance dice ai leader europei: “voi non accettate chi la pensa diversamente”, e loro rispondono: “questo discorso è inaccettabile!”. Petrolini direbbe: «più stupidi di così si muore». Ora, per regola di elementare prudenza io evito sempre, finché è possibile, di pensare che la gente sia stupida (più stupida di me, comunque), ma nella presente situazione mi trovo davvero in imbarazzo , e dato che quelli sono i governanti della parte del mondo in cui vivo anch’io … sono leggermente in ansia (me la faccio sotto dalla paura).
Intendiamoci: si possono fare tutte le critiche che si vogliono al “pulpito americano” da cui Vance manda il suo messaggio, ma è più importante discutere nel merito ciò che egli dice, e sotto questo profilo a me pare che abbia centrato la questione fondamentale per la politica, per la società, per la cultura e direi per l’antropologia contemporanea, che è quella della libertà. Sappiamo che cos’è la libertà oppure non ne abbiamo idea e la scambiamo per chissà cosa? E se ne abbiamo un’idea, la amiamo oppure la detestiamo? Azzardo in proposito un giudizio estremista, eccessivo e volutamente espresso in termini grossolani quanto volete, ma che considero sostanzialmente giusto. Al mondo tutti aborrono e/o temono e/o fraintendono la libertà. Tutti tranne uno: Dio, che al contrario l’ama infinitamente. Guardatevi attorno, allungando lo sguardo sull’orbe terracqueo: chi è che amerebbe la libertà, a questo mondo, nell’anno di grazia 2025? Fatevi mentalmente un giro del mondo in ottanta secondi, magari partendo dal suo imminente ombelico, cioè l’impero cinese, e poi sappiatemi dire: quale paese, sistema politico-economico, modello culturale, personalità politica valorizza ed esalta la libertà dell’uomo (cioè di ogni singola persona umana) come valore primario, criterio di giudizio e di ordinamento di tutti gli altri interessi e valori? In Cina non sanno neanche che cosa sia la “persona umana” e se lo sanno se ne fregano; in Russia lo saprebbero, ma se ti opponi al presidente magari ti ammazzano; tutto l’Islam dichiara sin dal nome («sottomissione»!) che conto faccia della libertà; il capitalismo e il comunismo saranno anche opposti nelle forme ma sono uguali nella pretesa di dominio sull’uomo; il transumanesimo tecnologico che oggi va per la maggiore si basa sull’assunto che l’uomo ha già rotto il cazzo abbastanza ed è ora di sostituirlo … insomma, dovunque vi giriate, per l’uomo libero c’è solo repulsione e ostilità. Se poi pensate che, una volta arrivati all’Occidente delle “nostre democrazie liberali”, siete finalmente giunti in the land of the free and the home of the brave è ora che cambiate occhiali. Può anche darsi che negli USA sia attualmente in corso un’effettiva rottura dello schema fin qui dominante, ma a parte tutte le ambiguità che contiene, chissà come andrà a finire.
E l’Europa? Beh l’Europa ormai è quello che ha detto Vance: un posto dove, se “pensi male”, te la fanno pagare. Di più: è anche un posto dove non puoi far niente, se non quello che hanno previsto, deciso e regolamentato i governanti. Fossero almeno svegli (come lo sono in Cina e da altre parti), l’uccisione della libertà sarebbe funzionale all’aumento della potenza e della ricchezza degli stati. Sarebbe comunque un cattivo affare (“pace e sicurezza” come controvalore della perdita della libertà), ma avrebbe ancora una miserabile parvenza di logica. Ma l’European Deal è: negazione della libertà in cambio di povertà, insicurezza e guerra. Un affarone.
LEONARDO LUGARESI
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