venerdì 15 novembre 2013

FORZA PRODI


Prodi con le primarie ha distrutto il Pd/Pci

 di Pierluigi Magnaschi  



 Le primarie, imposte, di fatto, da Romano Prodi, sono un sistema di selezione del personale politico inadatto in Italia. Non a caso hanno consentito, per esempio, di selezionare Luigi De Magistris come sindaco di Napoli con i risultati che stanno sotto gli occhi di tutti. In forza di questa designazione infatti il Pd è stato costretto a regalare i suoi voti a un candidato ad esso ostile e che, per di più, non apprezzava.

Di fatto però, le primarie sono riuscite anche a sciogliere il blocco antistorico e veteromarxista che teneva unito il partito, impedendogli, nonostante l'innesto della sinistra Dc, di aprirsi alla società. Coloro che lo abitavano infatti venivano dall'esperienza del Pci, cioè del partito che aveva attraversato tutte le bufere di un secolo terribile, il Novecento, e che aveva imparato a difendersi dagli avversari e dalle avversità, giocando con il gramscismo che, come ha scritto recentemente il filosofo francese, Alain Finkielkaut, è una teoria politica più pericolosa del lenisnimo.

Infatti il leninismo, proponendosi di occupare la società ricorrendo alla violenza, provocava, con la sua furia, anche i germi dell'opposizione (magari sconfitta, ma pur tuttavia sempre esistente). Il gramscismo invece, proponendosi di occupare la società attraverso l'infiltrazione dei suoi militanti nella magistratura, nella scuola, nelle università, nelle arti, nella sanità, per citare solo alcuni fra i settori più significativi, aveva realizzato «un'egemonia» soffice e pertanto incontrastabile perché non solo non si percepiva, ma si autoalimentava.

Militanti di questi tipo erano degli organizzatori, più che del consenso, del potere. Il partito da loro costruito era solidissimo e sostanzialmente impermeabile. Ospitava le truppe che dovevano uscire ma impediva alle truppe avversarie, o anche senza pedigree marxista, di entrare. Con le primarie, invece, il castello del Pci (perché di questo partito stiamo parlando, anche se sono cambiate le sigle) ha spalancato le porte. Sono quindi entrati anche i votanti, ai quali, spesso, non andava bene un partito che rimaneva arroccato sui valori di un tempo, ma lo votava perché, ai suoi occhi, era il meglio di ciò che forniva il mercato. Ecco perché le primarie stanno trasformando il Pd.

 

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