Censurano
pure la mostra su Rolando Rivi
di Andrea
Zambrano21-11-2013
lanuovabq
«Quella
mostra infanga la Resistenza». Così la scuola elementare di Rio Saliceto (Reggio
Emilia) ha dovuto sospendere le visite programmate alla mostra sul Beato
Rolando Rivi esposta in questi giorni nei locali della parrocchia del comune
della Bassa reggiana. Coincidenze: la scuola primaria di Rio è intitolata ad
Anna Frank, una delle più cristalline martiri della furia omicida nazista.
E forse il
simbolo dell'innocenza perduta della Seconda Guerra Mondiale. E Rolando
Rivi è con Anna Frank un simbolo della violenza delle ideologie e dei
totalitarismi del '900. Ma ci sono simboli e simboli. Al neo beato, ucciso dai
partigiani comunisti sul finire della guerra e beatificato da Papa Francesco
perché martire in odio alla fede, per farsi accettare dal mainstream culturale,
deve servire più tempo.
Lo dimostra
il fatto che nessuno si aspettava che la mostra voluta dal parroco
don Carlo Castellini per celebrare la beatificazione di Rivi, suscitasse tanto
scandalo. Sotto accusa il pannello «domani un prete di meno», nel quale la
mostra raggiunge il suo clou con la narrazione, ad usum infante, dell'uccisione
da parte dei partigiani comunisti.
La cosa non
è piaciuta ad alcuni genitori che hanno visionato la mostra e l'hanno ritenuta non
adatta all'educazione del propri figli. «Infanga la Resistenza e i partigiani».
Così hanno così chiesto al parroco di togliere il pannello incriminato. Don
Castellini ha opposto un netto rifiuto: la mostra è così, se non piace
pazienza, ma non si può cambiare. La scuola però aveva già richiesto
l'autorizzazione dei genitori a partecipare alla visita.
Una visita
che si sarebbe dovuta svolgere anche in questi giorni all'interno
dell'ora di religione, a scanso di equivoci e dunque filtrando già non tutta la
popolazione scolastica, ma solo chi ha optato per l'insegnamento della
religione cattolica.
Niente da
fare: la protesta dei genitori, esternata alle maestre ha raggiunto il suo apice con
l'interessamento della preside, che ha deciso di fermare tutto per poter
visionare in prima persona i pannelli della mostra inaugurata al Meeting di
Rimini da un'idea del biografo di Rolando Rivi, il giornalista e scrittore
Emilio Bonicelli.
Delusi gli
altri genitori che ora si sono sentiti discriminati e avevano
accettato di buon grado l'idea di far vedere ai loro figli la storia per
immagini del martirio di Rolando Rivi. La preside ha visionato la mostra è alla
fine ha emesso il suo giudizio. Paradossale. «La visita alla mostra viene
annullata per ragioni didattiche per l'impossibilità di contestualizzare dal
punto di vista storico e didattico la mostra».
La dirigente
al telefono con La Nuova Bussola Quotidiana ha anche
aggiunto che «a studiare quel periodo storico le scuole elementari non
arrivano». Paradossale e a tratti grottesco dato che la scuola è dedicata ad
Anna Frank e che nelle scuole elementari la Seconda Guerra Mondiale è studiata
ampiamente.
Ma evidentemente
la paura di uscire dal seminato del politicamente corretto ha preso il sopravvento e
gli strepiti di pochi genitori, alcuni dei quali eletti democraticamente nelle
file del Pd locale, hanno avuto la meglio su una maggioranza silenziosa di
genitori che ora si sentono presi in giro dalla scuola.
Resta il
fatto che quella frase "domani un prete in meno" fa parte
della storia ormai, essendo parte integrante della vicenda non solo storica di
Rivi, ma anche giudiziaria, su cui una sentenza della Cassazione della
Repubblica italiana ha messo la parola fine 50 anni fa attribuendo la sua
uccisione ad opera di partigiani comunisti in odio alla fede.
La
beatificazione e il culto sarebbero arrivati molto dopo. Così come
le recenti richieste di perdono espresse dal presidente dei partigiani reggiani
Giacomo Notari. Ma nell'Emilia rossa evidentemente certi aggiornamenti non sono
ancora arrivati.
La vicenda
mostra chiaramente come la scuola pubblica italiana stia rinunciando anche alla propria
storia e al fondo alla propria identità.
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