giovedì 5 febbraio 2015

OMELIA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA PER LA VITA

MONS. LUIGI NEGRI
Cattedrale di Ferrara - 1 Febbraio 2015


Il momento che viviamo è particolarmente impegnativo, e la maggior parte di voi in questo momento trova una conferma per il cammino, per il sacrificio, per la capacità di dedizione che manifestate al servizio della vita. 

Dapprima c’è la grande tradizione ecclesiale che, per quanto avvilita da una mancanza adeguata di coscienza, è soprattutto avvilita da una mentalità straordinariamente anticristiana, anche il popolo cristiano se l’è dimenticata, e la grande tradizione della vita umana - riconosciuta come singolare segno di Dio o meglio come singolare segno della sua preferenza, perché facendo nascere gli uomini nel mondo Dio crea una compagna per il suo cammino, compagna della sua fedeltà, della sua misericordia - venendo sempre da Dio, perciò, non è riconducibile a nessun potere e a nessun condizionamento umano.

La vita che nasce non è dei genitori, la vita che nasce non è della famiglia, la vita che nasce non è delle istituzioni sociali, la vita che nasce non è dello Stato come non è delle scienza e della tecnica, la vita che nasce è di Dio e proprio perché è di Dio tutti ricevono da Lui le loro responsabilità in ordine alla vita che nasce. Questa è una grande certezza che ha retto la letizia e il sacrificio di generazioni cristiane. La letizia con cui esse hanno vissuto la fede in Dio, accogliendo la vita che veniva, sacrificandosi per essa, soffrendo per essa che spesso era attentata dalle difficoltà di carattere materiale, economico, abitativo, insomma sacrificio ma con letizia, e intere generazioni cristiane così hanno fatto la volontà del Signore.
 

Di fronte a questa certezza che si rinnova nel cuore, e che la liturgia di oggi ci ripropone, sta il sentiero demoniaco che da un certo momento in poi ha preso il sopravvento nella vita della nostra società. 

La vita non è più segno della misericordia di Dio e della sua capacità e volontà di compagnia, la vita è in vari modi un oggetto a discrezione di chi ha la possibilità di intervenire e di manipolarla. È a disposizione e possesso della famiglia che una deviata coscienza consente oggi di far sentire in diritto di avere un figlio a qualsiasi costo e con qualsiasi manipolazione. La vita, dunque, è un oggetto manipolato in tutte le sue fasi, dalla nascita alla morte, dalla presunta potenza umana. Spesso queste manipolazioni - al limite e al di là della legalità - sono al servizio di chi abusa della scienza medica anche grazie, non di rado, all’appoggio di chi dovrebbe far rispettare le leggi. 

Di fronte ad una sfida di questo tipo, di fronte alla caduta a zero della natalità nel nostro Paese, di fronte all’abominio di circa sei milioni di bambini che non sono nati grazie all’applicazione dell’iniqua legge sull’aborto, di fronte a tutto questo, noi ringraziamo i Santi padri che ci “hanno imposto”, ma noi siamo stati lieti per tale imposizione, di celebrare il mistero della vita, il grande dono della vita che Dio fa ad ogni generazione, e ringraziamo anche per la grande responsabilità che, allora come oggi, tanti cristiani, e non solo, si assumono di fronte alla vita che accettano, amano, custodiscono, propagano e difendono. Molti, fortunatamente per la Chiesa e per la società, non si sono tirati indietro di fronte a questa responsabilità, ma hanno assunto - in questo clima irrazionale e violento - anche il sacrificio di subire sulle piazze le offese di una canea assolutamente disumana che pur sembra avere, lei sola, tutti i diritti, mentre gli altri nessun diritto. 
Non posso che lodarvi, non posso che sentirmi coinvolto nel vostro cammino, non posso che desiderare che questa vostra capacità, di andare lietamente controcorrente, continui, maturi e ponga la nostra chiesa diocesana al primo posto nella difesa della vita che Dio ci dona.
 

Così sia.

+ Luigi Negri 
Arcivescovo di Ferrara-Comacchio e Abate di Pomposa

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