Non ha certamente bisogno Mons. Negri di una mia difesa. Del resto neppure
le parole dei cosiddetti Giovani Democratici del PD di Ferrara, riportate da un giornale di Ferrara
meriterebbero una risposta, primo perché non pongono nessuna domanda, nella
loro ottusità e sicumera volgare, e poi perché non sembrano capaci di ragioni
serie. Accuse sgangherate e luoghi comuni non sono certo la soluzione al dramma
della vita. Rifugiarsi acriticamente nelle leggi, paventando, riguardo
all’aborto, le antiche mammane, non è certo segno di civiltà. Soprattutto da
parte di chi ha sempre detto che le leggi vanno sì osservate, ma se possibile
anche migliorate. E illudersi che il ddl Scalfarotto risolva la questione del
rispetto delle persone riducendo gli spazi di libertà non porta da nessuna
parte.
Vorrei solo fare una osservazione: «Indietro non si torna!».
Vorrei solo fare una osservazione: «Indietro non si torna!».
Certo, allora bando alle illusioni di chi
in nome dell’ideologia progressista vuole solo fare ritornare indietro
l’umanità verso le regole della inciviltà e della barbarie. Perché l’aborto
non è conquista di civiltà, ma retaggio della più violenta barbarie, sostegno
all’irresponsabilità nel vivere la sessualità umana, che non è gioco ma dono di
amore aperto alla vita. Come sono tristi quei cosiddetti Giovani Democratici
che sanno solo indicare, di fronte alle vite cancellate, un diritto a uccidere
che è quanto di più disumano possa esistere!
Ancora più grave, perché in queste battaglie ci si accoda alle lobbies che vogliono dominare la coscienza umana per un potere mondiale che vuole renderci tutti schiavi del denaro dei potenti?
Ancora più grave, perché in queste battaglie ci si accoda alle lobbies che vogliono dominare la coscienza umana per un potere mondiale che vuole renderci tutti schiavi del denaro dei potenti?
Come è triste vedere giovani che, inconsapevolmente, sventolano bandiere di schiavitù, che si fanno propagandisti di logiche di potere! Giovani che in nome della libertà si fanno «strumenti ciechi di occhiuta rapina»! Avete intorno adulti che vi imbrogliano, che, come per la guerra mondiale di cui ricorre il centenario, vi usano come carne da cannone. Abbiate il coraggio di ribellarvi! Non ripetete gli slogan del potere illudendovi di dire qualcosa di vostro!
Vi riporto la bellissima preghiera dei giovani che, anni fa, hanno saputo prendere le distanze dal fascismo che voleva avere le loro coscienze. Si chiama «Ribelli per amore». Siate anche voi ribelli per amore, non «tornate indietro». E soprattutto non fatevi usare! E sappiate imparare la lezione di Papa Francesco, che così ha detto: «Venti anni fa, nel 1995, una Ministro dell’Istruzione Pubblica aveva chiesto un prestito forte per fare la costruzione di scuole per i poveri. Le hanno dato il prestito a condizione che nelle scuole ci fosse un libro per i bambini di un certo livello. Era un libro di scuola (…) dove si insegnava la teoria del gender. Questa donna aveva bisogno dei soldi del prestito, ma quella era la condizione. (…) Questa è la colonizzazione ideologica: entrano in un popolo con un’idea che niente ha da fare col popolo; sì, con gruppi del popolo, ma non col popolo, e colonizzano il popolo con un’idea che cambia o vuol cambiare una mentalità o una struttura. (…) Prendono … il bisogno di un popolo o l’opportunità di entrare e farsi forti, per (mezzo de)i bambini. Ma non è una novità questa. Lo stesso hanno fatto le dittature del secolo scorso. Sono entrate con la loro dottrina. Pensate ai Balilla, pensate alla Gioventù Hitleriana. Hanno colonizzato il popolo, volevano farlo. Ma quanta sofferenza. I popoli non devono perdere la libertà. Il popolo ha la sua cultura, la sua storia; ogni popolo ha la sua cultura. (…) Questa è la globalizzazione della sfera: tutti i punti sono equidistanti dal centro. E la vera globalizzazione – a me piace dire questo – non è la sfera. È importante globalizzare, ma non come la sfera, ma come il poliedro, cioè che ogni popolo, ogni parte, conservi la sua identità, il suo essere, senza essere colonizzata ideologicamente. Queste sono le “colonizzazioni ideologiche”.»
La Preghiera del Ribelle, di Teresio Olivelli e Carlo Bianchi
«Signore, che fra gli uomini drizzasti la Tua Croce segno di contraddizione, che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito contro le perfidie e gli interessi dominanti, la sordità inerte della massa, a noi, oppressi da un giogo numeroso e crudele che in noi e prima di noi ha calpestato Te fonte di libera vita, dà la forza della ribellione.
Dio che sei Verità e Libertà, facci liberi e intensi: alita nel nostro proposito, tendi la nostra volontà, moltiplica le nostre forze, vestici della Tua armatura.
Noi ti preghiamo, Signore.
Tu che fosti respinto, vituperato, tradito, perseguitato, crocifisso, nell’ora delle tenebre ci sostenti la Tua vittoria: sii nell’indigenza viatico, nel pericolo sostegno, conforto nell’amarezza.
Quanto più s’addensa e incupisce l’avversario, facci limpidi e diritti.
Nella tortura serra le nostre labbra.
Spezzaci, non lasciarci piegare.
Se cadremo fa’ che il nostro sangue si unisca al Tuo innocente e a quello dei nostri Morti a crescere al mondo giustizia e carità.
Tu che dicesti: «Io sono la resurrezione e la vita» rendi nel dolore all’Italia una vita generosa e severa.
Liberaci dalla tentazione degli affetti: veglia Tu sulle nostre famiglie.
Sui monti ventosi e nelle catacombe della città, dal fondo delle prigioni, noi Ti preghiamo: sia in noi la pace che Tu solo sai dare.
Signore della pace e degli eserciti, Signore che porti la spada e la gioia, ascolta la preghiera di noi ribelli per amore.»
DON GABRIELE MANGIAROTTI
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