L’ultima preghiera dei copti uccisi
dall’ISIS
I copti trucidati dai jihadisti dello Stato Islamico in Libia sono morti pronunciando il nome di Cristo.
Lo conferma Anba Antonios
Aziz Mina, Vescovo copto cattolico di Giuzeh. “Il video che
ritrae la loro esecuzione è stato costruito come un'agghiacciante
messinscena cinematografica, con l'intento di spargere terrore. Eppure, in quel
prodotto diabolico della finzione e dell'orrore sanguinario, si vede che alcuni
dei martiri, nel momento della loro barbara esecuzione, ripetono "Signore Gesù Cristo".
Il nome di Gesù è stata l'ultima parola affiorata sulle loro labbra. Come nella passione dei primi martiri, si sono affidati a Colui che poco dopo li avrebbe accolti. E così hanno celebrato la loro vittoria, la vittoria che nessun carnefice potrà loro togliere. Quel nome sussurrato nell'ultimo istante è stato come il sigillo del loro martirio”.
Papa Francesco ha ricordato i 21 martiri
cristiani copti con queste parole.
“Oggi
ho potuto leggere dell’esecuzione di quei ventuno o ventidue cristiani copti.
Dicevano solamente: “Gesù aiutami!”. Sono stati assassinati per il solo fatto
di essere cristiani. Lei, fratello, nel suo discorso ha fatto riferimento a
quello che succede nella terra di Gesù. Il sangue dei nostri fratelli cristiani
è una testimonianza che grida. Siano cattolici, ortodossi, copti, luterani non
importa: sono cristiani! E il sangue è lo stesso. Il sangue confessa Cristo.
Ricordando questi fratelli che sono morti per il solo fatto di confessare
Cristo, chiedo di incoraggiarci l’un l’altro ad andare avanti con questo
ecumenismo, che ci sta dando forza, l’ecumenismo del sangue. I martiri sono di
tutti i cristiani”
Intanto, in Egitto, il governo ha proclamato sette giorni di lutto nazionale per i martiri della Libia, mentre in diverse diocesi, tra digiuni e veglie di preghiera, fedeli e Vescovi avanzano la proposta di dedicare a loro nuove chiese.
Il Presidente Abdel Fattah al-Sisi ha dato
disposizione di costruire a spese dello Stato una chiesa dedicata ai martiri
della Libia nella città di Minya, dalla cui regione provenivano la gran parte
dei copti decapitati dai jihadisti. Per decreto presidenziale,
le famiglie delle vittime del terrore islamista riceveranno un risarcimento in
denaro e diverranno titolari di un assegno pensionistico mensile.
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