il primo taglia il welfare, il secondo lo aumenta
Ci sono due tipi di rigore tedesco: quello
di scuola tedesca e quello di scuola italiana.
Mentre il
rigore tedesco di scuola tedesca taglia spietatamente le spese,
praticamente azzera il welfare, riduce la sanità pubblica al suo fantasma, nega
la tredicesima al pubblico impiego e non ha pietà di nessuno, specie dei
pensionati, il rigore tedesco di scuola
italiana si tiene il welfare così com'è e anzi pretende d'estenderlo a
sempre nuove fasce di bisognosi, lavoratori stranieri e minoranze sessuali in
particolare, e allo stesso modo pretende di mantenere anche la sanità pubblica
così com'è, idem ogni altra spesa, anche le più onerose e fantastiche,
affidando la soluzione d'ogni problema di cassa alla buona volontà fiscale dei
contribuenti e, mancando questa, a Equitalia, che probabilmente costa più di
quanto recuperi.
Nel rigore tedesco di scuola italiana il nemico non è lo spreco del denaro
pubblico ma l'avarizia dei contribuenti. Se questi accettassero di pagare tutto,
o se meglio ancora pagassero più di quanto devono, e persino più di quanto sia
sensato fare, allora i politici italiani (bocconiani compresi, visto che finora
non hanno neppure provato a frenare l'andazzo) potrebbero fare come in Grecia:
aumentare i ranghi del pubblico impiego di altre 70.000 (o anche 700.000,
perché no) unità.
Non ci sono abbastanza ospedali in
Calabria? Apriamone altri 56, ciascuno con 100 posti letto e, per ogni posto
letto, tre medici dalla laurea dubbia e non meno di trenta o quaranta
infermieri dalla reputazione più losca che dubbia. E così via: nuovi uffici,
nuove agenzie governative, nuove spese faraoniche per la tv pubblica da mettere
in conto a chi cordialmente la detesta, nuove sedi d'Equitalia e nuovi enti che
sarebbe scabroso dire inutili.
Esagerato finchè si vuole, il rigore tedesco
di scuola tedesca è almeno coerente. Di coerente, nel rigore tedesco di scuola
italiana, c'è solo la boria dei nostri leader, ieri politici, oggi tecnici, ma
simili e anzi identici nell'opinione sproporzionata che hanno di se stessi.
Silvio Buonanima vuole per esempio redivivere, dopo essersi autoconvinto che
l'Italia moderata non ha votato Angelino Alfano perché voleva votare lui, il
capopopolo con la fissa della patonza. Pierluigi Bersani, da parte sua, non è
meno irragionevole: esige rispetto dagli amministratori locali democratici, e
s'offende quando questi rifiutano di baciargli l'anello e preferiscono
acclamare uno di loro, il sindaco di Firenze. Quanto poi all'esecutivo tecnico,
non ne azzecca una, non un provvedimento, non una previsione, ma guai a
dirglielo: insorge tutta la repubblica (be', se non tutta la repubblica,
insorge almeno Repubblica, che dichiara guerra a evasori fiscali, mormoratori,
kulaki, lavoratori autonomi e altri parassiti sociali). È l'altra faccia del
rigore tedesco di scuola italiana: la Ghepeù de noantri.
DI ISHMAEL DA “ITALIAOGGI” 27 GIUGNO
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