Nel dibattito sul futuro dell'Europa, iniziato di recente, non deve mancare la voce dei partiti interessati alla libertà delle nazioni e al sentimento dei popoli europei, che rappresentano cittadini legati da una tradizione europea. La turbolenta storia dell'Europa, soprattutto nel secolo scorso, è caratterizzata da molte avversità. Nazioni che difendevano la propria sovranità ed integrità territoriale dagli aggressori hanno sofferto oltre l'umana immaginazione.
IL FUTURO E' DELLE NAZIONI |
Tuttavia la serie di crisi che hanno scosso l’Europa negli ultimi dieci anni hanno dimostrato che la cooperazione europea sta vacillando, soprattutto perché le nazioni si sentono lentamente spogliate del loro diritto ad esercitare i loro legittimi poteri sovrani.
L'Unione Europea necessita di una profonda riforma
perché oggi, invece di proteggere l'Europa e il suo patrimonio, invece di
permettere il libero sviluppo delle nazioni europee, sta diventando essa stessa
una fonte di problemi, preoccupazioni e incertezza.
L'UE
sta diventando sempre più uno strumento di forze radicali che vorrebbero
realizzare una trasformazione culturale e religiosa, per arrivare alla
costruzione di un’Europa senza nazioni, puntando alla creazione di un
Superstato europeo, alla distruzione o alla cancellazione della tradizione
europea, alla trasformazione delle istituzioni sociali e dei principi morali
fondamentali.
L'uso delle strutture politiche
e delle leggi per creare un superstato europeo e nuove forme di struttura
sociale è una manifestazione della pericolosa e invasiva ingegneria sociale del
passato, situazione che deve indurre ad una legittima resistenza.
L'iperattivismo moralista che abbiamo visto negli ultimi anni nelle istituzioni
dell'UE ha portato allo sviluppo di una
pericolosa tendenza ad imporre un monopolio ideologico.
Siamo convinti che la cooperazione
delle nazioni europee dovrebbe essere basata sulle tradizioni, il rispetto
della cultura e della storia degli stati europei, sul rispetto dell'eredità
giudaico-cristiana dell'Europa e sui valori comuni che uniscono le nostre
nazioni, e non puntando alla loro distruzione.
Riaffermiamo la nostra
convinzione che la famiglia è l'unità
fondamentale delle nostre nazioni. In un momento in cui l'Europa sta
affrontando una grave crisi demografica con bassi tassi di natalità e
invecchiamento della popolazione, la politica a favore della famiglia dovrebbe
essere la risposta rispetto all’immigrazione di massa. Siamo convinti che la
sovranità in Europa sia e debba rimanere in capo alle nazioni europee.
L'Unione europea è stata creata
da queste nazioni per raggiungere obiettivi che possono essere raggiunti più
efficacemente dall'Unione rispetto ai singoli Stati membri. Tuttavia, i limiti
delle competenze dell'Unione sono fissati dal principio di attribuzione- tutte
le competenze non conferite all'Unione appartengono agli Stati membri, nel
rispetto del principio di sussidiarietà. Attraverso una costante
reinterpretazione dei trattati da parte delle istituzioni dell'Unione europea
negli ultimi decenni, queste delimitazioni si sono spostate significativamente
a svantaggio degli stati. Tutto ciò è incoerente con i valori fondamentali
dell'Unione e sta portando a un calo della fiducia delle nazioni europee e dei
loro cittadini nei confronti di queste istituzioni. Per fermare e invertire
questa tendenza, è necessario creare, oltre al principio di attribuzione
esistente, un insieme di competenze
inviolabili degli Stati membri dell'Unione europea, e un meccanismo appropriato
per la loro protezione, con la partecipazione delle corti costituzionali
nazionali o di organismi equivalenti.
Tutti i tentativi di
trasformare le istituzioni europee in organismi che prevalgono sulle
istituzioni costituzionali nazionali creano confusione, minano il senso dei
trattati, mettono in discussione il ruolo fondamentale delle costituzioni degli
Stati membri, e le controversie sulle competenze che ne derivano sono di fatto
risolte con la violenta imposizione della volontà di entità politicamente più
forti su quelle più deboli. Tutto ciò distrugge le basi per il funzionamento
della comunità europea come comunità di nazioni libere.
Noi crediamo che il consenso debba
rimanere il mezzo fondamentale per raggiungere una posizione comune nell'Unione. I
recenti tentativi di aggirare questa procedura o le idee sulla sua abolizione
minacciano di escludere alcuni paesi dall'influenza sul processo decisionale e
di trasformare l'Unione in una forma speciale di oligarchia. Questo potrebbe
portare all’annullamento di fatto degli organi costituzionali nazionali, compresi
i governi e i parlamenti, ridotti alla funzione di approvare decisioni già
prese da altri.
Nei Paesi membri c'è ancora una forte volontà di cooperazione, e uno spirito di comunità e amicizia pervade le nazioni e le società del nostro continente. È il nostro grande capitale. Un'Unione riformata potrà utilizzare questo capitale, mentre un'Unione che rifiuterà di riformarsi lo sprecherà. Per questo oggi ci rivolgiamo a tutti i partiti e gruppi che condividono le nostre opinioni, con questo documento come base per un lavoro culturale e politico comune, rispettando il ruolo degli attuali gruppi politici.
Riformiamo insieme l'Unione per il futuro dell'Europa!
BRUXELLES 2 luglio 2021
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NOTA DEL CROCEVIA
Che 16 partiti europei che
si trovano all’opposizione dell’attuale maggioranza che governa l’Unione
abbiano trovato un’intesa, cioè un minimo comune denominatore che le accomuna
pur nella loro diversità, è un buon segnale per tanti aspetti.
L’aspetto più
positivo o confortante è che il documento non può essere accusato minimamente
di antieuropeismo: forze che, a torto o a ragione poco importa, sono state
tacciate di Euroexit, di nazionalismo isolazionista, “sovranismo” (una parola
che sarebbe un bene se scomparisse presto dal lessico politico) affermano
solennemente nella Carta dei valori testé presentata di credere nell’Europa,
nel patto atlantico, in tutto quello che di buono si è fatto dal secondo
dopoguerra ad oggi per creare sul continente le condizioni ideali per la pace,
della prosperità e dello sviluppo.
Un auspicio
il nostro, e forse anche una nota di troppo positivo ottimismo? Ma crediamo che
oggi sia legittimo farla.
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