OMELIA
DI DON AGOSTINO TISSELLI
SANTA
MESSA A CONCLUSIONE DEL CAMPO DEL DISEGNO
CESENATICO
26/8/21
Siamo
abituati a fare i nostri programmi, a guardare i nostri interessi, non
aspettiamo nessuno, sembra che il tempo scorra senza bussare, senza che nessuno
ci apra una porta e ci svegli.
Non dormite, dice oggi il
Signore, vegliate, state attenti, perché voi non sapete quando il Padrone
tornerà. È tutto suo, ogni mio respiro è suo, ogni mia parola è sua, a lui devo
rendere conto.
È difficilissimo nella cultura post
moderna di oggi, dove anche un uomo onnipotente ha paura. Egli non sa difendere
fino in fondo nemmeno la propria esistenza, la sua è una paura esistenziale,
non psicologica, perché non sa cosa vale la vita, non sa quanto costa e quanto
ha cura Dio della mia vita. Non lo sa e continua a vivere come se non vivesse,
lascia passare il tempo, col tempo le cose cambieranno, pensa, ma le cose non cambiano, se non si rinnovano
minuto per minuto grazie a quella sveglia, a quell’incontro, a quell’urto a
quei colpi sulla porta, come è stata l’occasione di questo campo del Disegno,
come è l’occasione della Chiesa, dei sacramenti.
Se uno non si sveglia è peggio di uno che
dorme, è peggio, perché non sa nemmeno di dormire, pensa di vivere, pensa di
essere sveglio, pensa che i conti tornano perché li fa lui con se stesso, non
ha paragone, ma il giudizio amici miei c’è, il rendiconto c’è, non rimandiamolo
a domani, non è in un futuro immaginato, è l’educazione che dobbiamo avere e
rendere conto della proprietà che Dio ha su tutto e su di me.
Devo rendere conto, non ci si
può prendere gioco di Dio, il Dominus, il Signore, il Proprietario.
Lui
ci chiama per nome, chiama il mio nome , come ha chiamato Abramo.
Il nome non significa soltanto
una identità anagrafica, ma una missione: Abramo progenitore di un popolo che
nessuno sa contare. Si crea così una
storia nella storia, l’uomo di oggi vive se crea una storia, una storia
dentro quella storia che noi chiamiamo in maniera indefinita storia e basta.
No, no, io voglio quella
storia, io voglio la storia, io voglio la storia nella storia, sono qui a
parlare per questo, vivo per questo, sono sacerdote per questo, sono cristiano
per questo, Lui mi ha chiamato per nome, per un compito, per creare una storia
dentro la storia. Non mi va di pensare che la storia è generica come mi
insegnano a scuola. Io devo raccontare la mia storia.Don Agostino Tisselli
La
mia storia, ciò per cui il Signore mi ha messo al mondo, per
la quale il Proprietario mi ha chiamato per nome. Questo è difficilissimo nella
distrazione di oggi. Devo rispondere.
Non c’è altra strada per essere
felici. Creare una storia dentro la storia.
(trascrizione dalla
registrazione)
Nessun commento:
Posta un commento