CIOÈ DI QUALCOSA CHE ORMAI NON ESISTE PIÙ.
SAN BENEDETTO Bernardo Daddi XIV secolo |
In questo giorno dedicato alla memoria
di Benedetto da Norcia, padre del monachesimo occidentale e patrono d’Europa,
nel rivolgergli il nostro pensiero e le nostre pressanti richieste di
intercessione per questo disgraziato continente è necessario partire, come
sempre, dalla verità delle cose, perché nella menzogna o nella dissimulazione
niente riesce bene, neanche la preghiera.
E la verità è che “l’Europa” ormai non esiste più. Ne esistono forse dei
pezzi, dei frammenti, dei relitti più o meno ingombranti. Non la vivente unità
di un corpo.
Restano ancora un po’ di “europei”, in
parte ancora aggregati nei brandelli di popoli che permangono, o nei simulacri
di nazioni che ancora in qualche modo resistono; oppure isolati, clandestini,
confusi tra la folla, forse smarriti in un mondo che non riconoscono più.
Comunque, questo è il gregge di Benedetto (patrono degli Europei, a questo
punto) e per essi noi, che ci gloriamo di farne parte, chiediamo il suo celeste
patrocinio.
Ma che cos’era l’Europa? Perché è finita? Che cosa potrebbe essere anche oggi, per il bene di tutto il pianeta, e come continuare a farla vivere, almeno nel nostro “paese interiore” se non ci è possibile farlo nello spazio esterno della politica? Per riflettere su queste domande e cercare una risposta io non saprei quale lettura consigliare migliore di questa:
Si tratta, a mio avviso, di uno dei più memorabili discorsi di san
Giovanni Paolo II, tenuto al V Simposio delle Conferenze episcopali europee,
nel 1982. Sono passati quarant’anni, e quel discorso appare remoto (nella
chiesa sembra che sia passato un millennio, tanto siamo lontani da quel
magistero e da quel grado di consapevolezza della realtà; quanto alla
situazione dell’Europa di allora confrontata con quella di oggi è meglio non
parlare …) ma al tempo stesso attualissimo. È un testo che ha acquisito, mi
pare, la stessa “eccentrica pertinenza” all’attualità che hanno i grandi
classici del passato o, per stare all’interno della cultura cristiana, i Padri
della Chiesa.
Il mio modo di celebrare la festa di san
Benedetto oggi sarà dunque rileggere e
meditare questo discorso. Mi permetto di invitare gli eventuali avventori
di questo piccolo blog a fare altrettanto e, per invogliarli, ne riporto un
brano, che dice una cosa fondamentale:
«La Chiesa e l’Europa. Sono due realtà intimamente legate nel loro essere e nel loro destino. Hanno fatto insieme un percorso di secoli e rimangono marcate dalla stessa storia. L’Europa è stata battezzata dal cristianesimo; e le nazioni europee, nella loro diversità, hanno dato corpo all’esistenza cristiana. Nel loro incontro si sono mutuamente arricchite di valori che non solo sono divenuti l’anima della civiltà europea, ma anche patrimonio dell’intera umanità. Se nel corso di crisi successive la cultura europea ha cercato di prendere le sue distanze dalla fede e dalla Chiesa, ciò che allora è stato proclamato come una volontà di emancipazione e di autonomia, in realtà era una crisi interiore alla stessa coscienza europea, messa alla prova e tentata nella sua identità profonda, nelle sue scelte fondamentali e nel suo destino storico. L’Europa non potrebbe abbandonare il cristianesimo come un compagno di viaggio diventatole estraneo, così come un uomo non può abbandonare le sue ragioni di vivere e di sperare senza cadere in una crisi drammatica. È per questo che le trasformazioni della coscienza europea spinte fin alle più radicali negazioni dell’eredità cristiana rimangono pienamente comprensibili solo in riferimento essenziale al cristianesimo. Le crisi dell’uomo europeo sono le crisi dell’uomo cristiano. Le crisi della cultura europea sono le crisi della cultura cristiana».
Se i cristiani d’Europa, per pochi che
siano, riprendessero un’adeguata coscienza di questa relazione essenziale tra
cristianesimo ed Europa l’opera di Benedetto (che non è appena un’opzione)
potrebbe ricominciare immediatamente, pure in questa “terra desolata” che sta diventando l’Europa.
LEONARDO LUGARESI
11 LUGLIO 2022
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