Don AGO ci ha lasciato per raggiungere il suo amatissimo Padre. Era la fine di Dicembre e io ero a letto per i postumi di un impegnativo intervento alla schiena.
Quanto è stato importante per il
Crocevia l’amicizia con Ago è difficilmente definibile: un Padre un Fratello e
un Amico, un amore generato da Cristo per la nostra vita.
Lo vogliamo ricordare riprendendo alcuni
suoi interventi già pubblicati in uno dei vari blog del Crocevia. Il seguente è del 2012.
INSIEME PER ANDARE
AL CUORE DELLA VITA
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Quella di don Agostino Tisselli è una vita spesa per l’educazione delle nuove generazioni. Una passione che ha caratterizzato tutto il suo ministero di sacerdote e che ha letteralmente travolto le migliaia di ragazzi che sono capitati sulla sua strada. Travolto perché chi ha avuto don Agostino come insegnante di religione, parroco, o ha frequentato la Società dell’allegria anche solo per poco, ricorda il rapporto con lui come significativo. Perché si può anche non condividere il fondamento su cui ha costruito la vita, cioè l’esperienza cristiana, ma la percezione di trovarsi di fronte ad un adulto impregnato da una profonda bellezza umana rimane come un fatto inciso nel cuore. C’è chi lo ricorda con affetto dopo anni, e chi grazie alla sua amicizia ha fatto scelte forti nell’impegno sociale, politico, culturale e vocazionale. Un carisma che don Agostino non ha mai legato alla sua persona ma a Cristo.
“Chi si lascia plasmare da Gesù - dice- ne assume i connotati. In modo originale, perché essi si s’incarnano nel temperamento e nella storia di ogni persona”.
Ormai tutti parlano di emergenza educativa. Perché è così difficile per gli
adulti tracciare una strada ai giovani?
Nella pedagogia di oggi è il programma che conta, ciò che si deve fare.
Manca invece l’attenzione ad affrontare il nodo del chi sono e alla ragione del
nascere e del morire. Senza affrontare questi due punti è impossibile per i
giovani cogliere il valore della persona, così come costruire l’etica. C’è un
equivoco di fronte al quale la nostra società si trova, ovvero che il problema
sia insegnare a comportarsi bene e non a capire chi sono. Ci si concentra
sull’etica senza comprendere che essa non è un comportamento ma una consapevolezza:
quella di non essere padroni né degli altri né di noi stessi; perché è un
“altro” colui che ci fa.
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L'annuncio al Centro Estivo |
Quali consigli dare agli adulti per costruire relazioni educative
efficaci?
Il rapporto educativo
è sempre fondato sull’affezione, su un bene sincero e radicale che si vuole
alla persona che si ha di fronte. Non a pensieri, ma con gesti “carnalissimi”,
come può essere un saluto attento che, nella sua semplicità, dice dell’immensa
dignità e unicità dell’altro. Questo si traduce nell’attenzione affinché
l’altro possa camminare verso la realizzazione di sé. E anche in un
coinvolgimento nella storia di questi, in una compagnia che si premura di far
sì che egli non vada verso la rovina, ma verso la pienezza. Infine: condividere
la gioia; far notare i passi belli che si fanno insieme.
Spesso la Chiesa s’interroga sulla difficoltà di raggiungere i
giovani.
Come riesce la società dell’allegria a proporre il cristianesimo come
esperienza affascinante?
Attraverso degli
adulti che sono profondamente catturati dalla verità, da Cristo che di sé ha
detto “Io sono la via, la verità e la vita”. E non è questione di dire “io ho
la verità in tasca” ma, come ha recentemente sottolineato il Papa, di trovarsi
posseduti dalla verità. Perché Cristo è un fatto che s’incontra e s’impone
nella vita delle persone come totale corrispondenza a sé. Un uomo trasformato
dall’incontro con Dio è già testimone con lo sguardo; ben oltre le parole. E
poi avere il certezza che il nostro cuore è uguale a quello dei giovani che
incontriamo; assetato dello stesso infinito.
Come è andato il centro estivo della Società dell’allegria di quest’anno?
Mi commuovo ogni anno
di più. Abbiamo vissuto frammenti di bellezza, che sono la strada per
incontrare l’Infinito. Penso allo spettacolo di bambini e ragazzi che maturano
sul piano umano e culturale, desiderosi di conoscere sé e il mondo. Ma anche ai
giovani e adulti che donano il loro tempo libero per lavorare ad un’opera
grande come l’educazione, così come al graduale allargarsi d’interesse verso la
nostra esperienza. Anche quest’anno sono venuti da altre regioni gruppi che
desideravano vivere la vacanza con noi.
Michela Conficconi
tratto da "La voce di Romagna"
Pubblicato da IL CROCEVIA alle 12:11
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Etichette: CL, DON AGOSTINO TISSELLI, EDUCAZIONE, SOCIETA' DELL'ALLEGRIA