INSIEME PER ANDARE
AL CUORE DELLA VITA
Quella
di don Agostino Tisselli è una vita
spesa per l’educazione delle nuove generazioni. Una passione che ha
caratterizzato tutto il suo ministero di sacerdote e che ha letteralmente
travolto le migliaia di ragazzi che sono capitati sulla sua strada. Travolto
perché chi ha avuto don Agostino come insegnante di religione, parroco, o ha
frequentato la Società dell’allegria anche solo per poco, ricorda il rapporto
con lui come significativo. Perché si può anche non condividere il fondamento
su cui ha costruito la vita, cioè l’esperienza cristiana, ma la percezione di
trovarsi di fronte ad un adulto impregnato da una profonda bellezza umana
rimane come un fatto inciso nel cuore. C’è chi lo ricorda con affetto dopo
anni, e chi grazie alla sua amicizia ha fatto scelte forti nell’impegno
sociale, politico, culturale e vocazionale. Un carisma che don Agostino non ha
mai legato alla sua persona ma a Cristo.
“Chi si lascia plasmare da Gesù - dice- ne
assume i connotati. In modo originale, perché essi si s’incarnano nel
temperamento e nella storia di ogni persona”.
Ormai tutti
parlano di emergenza educativa. Perché è così difficile per gli adulti
tracciare una strada ai giovani?
Nella
pedagogia di oggi è il programma che conta, ciò che si deve fare. Manca invece
l’attenzione ad affrontare il nodo del chi sono e alla ragione del nascere e
del morire. Senza affrontare questi due punti è impossibile per i giovani
cogliere il valore della persona, così come costruire l’etica. C’è un equivoco
di fronte al quale la nostra società si trova, ovvero che il problema sia
insegnare a comportarsi bene e non a capire chi sono. Ci si concentra
sull’etica senza comprendere che essa non è un comportamento ma una consapevolezza:
quella di non essere padroni né degli altri né di noi stessi; perché è un
“altro” colui che ci fa. Attraverso degli adulti che sono profondamente catturati dalla verità, da Cristo che di sé ha detto “Io sono la via, la verità e la vita”. E non è questione di dire “io ho la verità in tasca” ma, come ha recentemente sottolineato il Papa, di trovarsi posseduti dalla verità. Perché Cristo è un fatto che s’incontra e s’impone nella vita delle persone come totale corrispondenza a sé. Un uomo trasformato dall’incontro con Dio è già testimone con lo sguardo; ben oltre le parole. E poi avere il certezza che il nostro cuore è uguale a quello dei giovani che incontriamo; assetato dello stesso infinito.
Come è andato il
centro estivo della Società dell’allegria di quest’anno?
Mi
commuovo ogni anno di più. Abbiamo vissuto frammenti di bellezza, che sono la
strada per incontrare l’Infinito. Penso allo spettacolo di bambini e ragazzi
che maturano sul piano umano e culturale, desiderosi di conoscere sé e il
mondo. Ma anche ai giovani e adulti che donano il loro tempo libero per lavorare
ad un’opera grande come l’educazione, così come al graduale allargarsi
d’interesse verso la nostra esperienza. Anche quest’anno sono venuti da altre
regioni gruppi che desideravano vivere la vacanza con noi.
Michela
Conficconi
tratto da "La voce di Romagna"
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