giovedì 6 giugno 2013

LA PIU' BELLA SORPRESA D'EUROPA


Carissimi amici di Manif pour Tous, siete la più bella sorpresa d’Europa di quest’anno!
In questi mesi nei quali dal Regno Unito all’Irlanda, dal Belgio alla Olanda in molti credenti e non credenti, cristiani e musulmani e laici si muovono, scendono nelle piazze con coraggio e protestano contro leggi e misure di governi che vogliono cambiare la società e la natura umana. In questi mesi dove appare politicamente scorretto il solo riaffermare la semplice verità dei fatti e della vita dell’uomo di tutti i secoli, la dignità della vita umana dal concepimento alla morte naturale, la famiglia fondata sull’amore di un padre e di una madre, la libertà religiosa di affermare in pubblico il proprio credo, Voi siete stati capaci con spontaneità e spirito pacifico di essere un segno di verità nella società francese. “Si pose eppur s’oppose!”, scriveva il vostro poeta Claudel (Luca Volontè)

Il sacrificio all'imperatore
Quando vogliono farti fuori, quando vogliono scremare gli amici – o gli acquiescenti – dai nemici, quando vogliono metterti con le spalle al muro, allora ti chiedono di sacrificare agli idoli.
Avete presente, no? O fai un sacrificio, dimostrando che ci tieni a fare parte di questa nostra società, di essere uno di noi, un cittadino esemplare, o muori. Cosa vuoi che sia rinunciare a quelle credenze oscurantiste e obsolete, sii moderno, inchinati all’idolo, sacrifica all’imperatore. Poi potrai andare. Hai famiglia, no? E allora…
Nelle varie epoche questo tipo di cerimonia ha assunto varie forme. A volte è stato l’iscrizione ad un Partito, per potere insegnare, per potere lavorare, fare carriera. Un rito di iniziazione: noi, loro. Non sei veramente uomo finché non hai ucciso un nemico. Ma, dopo che hai eseguito, dopo che hai accondisceso, non è che poi sei libero. Anzi. Dopo ti tengono in pugno, perché hai dimostrato di essere un debole, hai fatto vedere che puoi essere piegato.
La scelta è così tra essere reso estraneo, espulso, a volte anche ucciso, e il diventare schiavo. Certo, ci sono quelli che volentieri si schiavizzano. Non aspettano altro. Ma se sei stato contro, se avevi altre convinzioni, allora la scelta è dura e pressante.
Così, ci sono certi stati non troppo distanti da noi dove non puoi diventare infermiere o ginecologo se non hai praticato un aborto. Se sei cattolico, quindi, e consideri l’aborto un omicidio, o ti sporchi le mani di sangue o rinunci a quella carriera.
Ci sono certi stati, non troppo lontani dal nostro, dove se sei chirurgo o farmacista non puoi rifiutarti di fare quella operazione che termina nella morte di un bambino, o dare farmaci abortivi, se no ti cacciano fuori.
Ci sono certi stati, non troppo lontani dal nostro, dove ti ritirano la licenza se non affitti il tuo salone per un matrimonio gay. O se, insegnante, ti rifiuti di adeguarti al verbo per cui omosessuale è bello. Ti licenziano se porti la croce al collo. Ci sono parecchi stati, non troppo distanti dal nostro, dove se dici che i rapporti omosessuali sono peccato, anche solo citando la Bibbia, sei multato o vai in prigione. Se sei un ufficiale pubblico non puoi rifiutarti di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso, o sei decaduto dall’incarico.
In altre parole, dove la libertà di coscienza non vale per i cristiani.

Perché, vedete, se qualcuno dà fastidio il modo migliore di eliminarlo è fare sì che si metta fuorilegge con le sue stesse mani, che decida in favore della sua coscienza invece che di una disposizione il cui senso ultimo in fondo è proprio quello: eliminarlo. Credete che a qualcuno sarebbe fregato qualcosa dei matrimoni gay se la Chiesa non si fosse opposta? Credete che avrebbero fatta lo stesso la campagna di lavaggio del cervello planetario? Personalmente ne dubito.
I preti che non volevano giurare fedeltà alla costituzione repubblicana e giacobina, gli 800 di Otranto e tanti altri ci ricordano che il martirio è sempre una possibilità presente per un cristiano. Che da un momento all’altro ci verrrà chiesto di testimoniare la nostra fede, di scegliere tra sacrificare agli idoli e la perdita di tante cose, forse anche la libertà, forse anche la vita.
Possiamo decidere di mantenerci saldi, perché abbiamo visto che solo lì c’è la possibilità di una vita grande e vera.
O vivacchiare.
Berlicche socio di SamizdatOnLine

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