Quali sono stati gli “eventi” dello
scorso fine settimana? Intendo dire quali sono stati gli avvenimenti che hanno
attirato e hanno visto la partecipazione di tante persone?
Porsi questa domanda dovrebbe essere
una norma ovvia per chi fa informazione.
Allora
faccio una rapida rassegna stampa delle cronache relative a sabato e domenica
che si potevano leggere ieri, sulle pagine dei giornali più venduti.
Il “Corriere della sera” dedicava
una pagina alla protesta che i “No Nav” hanno inscenato a Venezia contro il
passaggio delle grandi navi da crociera davanti a Piazza San Marco.
Quanti saranno stati a manifestare?
Gli stessi organizzatori dicono qualche centinaio di persone.
Un’altra mezza pagina è dedicata
alla protesta “anti nozze gay” che è stata fatta a Parigi, al Roland Garros,
dagli attivisti di “Hommen”: una decina di persone.
“La Repubblica”, sempre ieri, ha
dedicato ovviamente molte pagine – con l’editoriale del direttore –
all’iniziativa fiorentina dello stesso giornale, “La repubblica delle idee”,
una manifestazione a cui hanno partecipato personalità molto importanti, la
famosa “gente che piace”, quindi con tutti i riflettori su di loro.
Nella cronaca dello stesso
quotidiano si leggeva: “gran finale in una Piazza della Signoria invasa dalla
gente per il saluto alla città di Ezio Mauro e l’incontro conclusivo del festival
che ha portato sul palco Jovanotti”.
Ma dalle foto e dai video non
sembrava proprio di vedere una Piazza della Signoria “invasa dalla gente”.
Saranno state due o tremila persone (a esagerare). Un bel numero, sia chiaro,
ma non certo un’invasione.
Ancora ieri “La Stampa” dedicava
alla protesta veneziana dei “No Nav” addirittura due intere pagine, perfino con
una foto notizia in prima pagina sotto il titolo “Venezia si ribella ai giganti
del mare”. Ripeto: i manifestanti erano qualche centinaio (secondo gli stessi
organizzatori).
Ma forse il giornale torinese ha
pensato di dare tutto questo spazio all’evento perché – ci informa la cronaca
di Silvia Zanardi – “il corteo (era) guidato dalla voce al megafono di Tommaso
Cacciari, nipote dell’ex sindaco di Venezia”. Ancora una volta c’era la “gente
che piace”. La storia sono loro e pure la cronaca.
Poteva la filosofia sfuggire alla
“gente che piace”? No. Infatti “La Stampa” ieri dedicava un’intera pagina anche
al “Festival Filosofia” di Modena, arrivato alla tredicesima edizione, un altro
evento che i salotti amano frequentare.
Quindi ritenuto meritevole di grande
rilievo. E cosa volete che importi se il suddetto Festival non è in corso in
questi giorni, ma si svolgerà dal 13 al 15 settembre. Quando si dice stare
sulla notizia…
Evidentemente alla “Stampa” non
hanno trovato altri eventi significativi, accaduti nello scorso fine settimana,
su cui scrivere.
A dire il vero, però, qualche altra cosetta
è accaduta fra sabato e domenica. Ma, per una svista collettiva, nessuno dei
grandi giornali se n’è accorto.
Si tratta di circa centomila persone
(cosa volete che siano centomila persone) che sabato sera, alle 20.30, hanno
partecipato alla Santa Messa celebrata a Macerata dal cardinale Marc Ouellet,
poi hanno ascoltato il Papa Francesco che ha parlato loro in collegamento e
quindi sono partiti per il pellegrinaggio di notte che li ha portati – lungo
ventotto chilometri – fino a Loreto, alla Santa Casa di Maria: sono arrivati
domenica mattina alle 6.30, stanchissimi, ma felici e radiosi.
E’ il 35° anno. Iniziò come
pellegrinaggio degli studenti di Comunione e liberazione di Macerata nel 1978:
venne fatto in ringraziamento alla Madonna, alla fine dell’anno scolastico.
Allora parteciparono trecento giovani della città.
Poi, anno dopo anno, questo gesto di
preghiera e di affidamento è cresciuto ed è diventato ormai un evento caro a
tutti i cattolici del nostro Paese.
Così un fiume immenso di persone
anche quest’anno ha attraversato la notte e le campagne marchigiane che furono
cantate dal Leopardi (il poeta più caro a don Giussani).
Un fiume di persone che alterna il
silenzio, al rosario e ai canti. E’ commovente guardarli e la gente che nella
notte aspetta il pellegrinaggio e dà ristoro a questi viandanti dell’eterno è
profondamente toccata.
Ognuno porta ai piedi di Maria le
sue pene, le sue ferite, le sue attese, le sue gioie e, insieme, le fatiche, il
dolore e le gioie di tanti altri che – dalle loro case – partecipano
spiritualmente.
Il tema di quest’anno era: “Che cosa
può davvero saziare il desiderio dell’uomo?”. Una domanda che fa interrogare su
ciò che è veramente essenziale nella vita e su ciò che rende felici.
Don Julian Carron ha invitato i
pellegrini a “chiedere la fede”, facendo questo cammino. E ha aggiunto:
“Non ci accada con Gesù quello che
il Papa ha descritto il giorno di Pentecoste: ‘Spesso lo seguiamo, lo
accogliamo, ma fino ad un certo punto; ci è difficile abbandonarci a Lui con
piena fiducia, lasciando che sia lo Spirito Santo l’anima, la guida della
nostra vita, in tutte le scelte’ ”.
Proprio Papa Francesco – dicevo – ha
voluto salutare i pellegrini con un cordialissimo collegamento durante il quale
ha detto: “Siate aperti
alle sorprese di Dio. Anche per voi l’avvenimento di questa notte, che ogni
anno cresce, è una sorpresa, è il segno che nulla è impossibile a Dio. Come
spiegare altrimenti che da 300 che eravate nel ‘78 siete diventati lo scorso
anno 90.000? Anche voi potete appoggiarvi tutti su Gesù, su questa presenza
così affascinante e attraente. Quando vi sentirete stanchi e vi verrà la
tentazione di andare per conto vostro, pensate a questo: ripetete il vostro sì,
pregate perché ciascuno di voi possa riconoscere nella sua carne piagata nel
corpo e nello spirito la propria umanità bisognosa dell’umanità di Cristo,
l’unica che può saziare davvero il desiderio dell’uomo”.
A questo straordinario evento
nessuno dei grandi giornali, ieri, ha ritenuto di dedicare nemmeno una riga di
resoconto. A meno che non mi sia sfuggita non è apparsa nemmeno una riga.
Per un’innocente distrazione, si
capisce. Con i cristiani capita spesso. Loro sono invisibili. Sabato e domenica
c’erano centomila invisibili a Loreto con il Papa.
Si potrebbero fare molte
considerazioni sull’astiosa emarginazione del fatto cristiano: un allarme acuto
e documentato su questo assurdo fenomeno, che caratterizza l’attuale Europa, è
stato lanciato due settimane fa da Ernesto Galli Della Loggia con un
bell’editoriale sul Corriere che, purtroppo, è stato fatto cadere nel silenzio
anch’esso (a conferma di quanto vi si leggeva).
Del resto credo di poter dire che ai
pellegrini di Loreto non importi poi granché dei (mancati) titoli dei giornali.
Ognuno di loro aveva nel cuore tante cose più importanti e mendicava solo lo
sguardo e l’abbraccio della Madre di Gesù.
In fondo il loro pellegrinaggio
voleva affidare alla Madonna tutto il nostro popolo, tutto questo povero Paese,
compresi giornali e giornalisti. E a volte dietro il silenzio e l’ostilità dei
media si può leggere perfino un malcelato stupore, una segreta ammirazione,
un’inconfessabile invidia. Quasi una tacita preghiera, in un momento così cupo
e arido per tutti.
Perciò i pellegrini di Loreto – e i
cristiani tutti – possono dirsi con un sorriso, ricordando le “Elegie duinesi”
di Rilke: “Tutto cospira a tacere di noi/ un po’ come si tace un’onta/ forse un
po’ come si tace/ una speranza ineffabile”.
Antonio Socci
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