mercoledì 11 novembre 2015

CRISTIANI BRAVA GENTE


 
Osserva Tertulliano (Apologeticum 3,1-2) che molti odiano tanto il nome cristiano che, anche quando parlano bene di qualcuno di noi, ci aggiungono la disapprovazione del nome: «Brava persona Gaio Seio, peccato soltanto che sia cristiano (Bonus vir Gaius Seius, tantum quod Christianus)», oppure: «Io mi meraviglio che Lucio Tizio, uomo saggio, improvvisamente sia diventato cristiano (Ego miror, Lucium Titium, sapientem virum, repente factum Christianum)». Così facendo, nota argutamente, essi «lodano ciò che conoscono e biasimano ciò che ignorano» oppure «disapprovano ciò che conoscono a causa di ciò che ignorano».

Cos'è che manca, perché la testimonianza di una "buona umanità" in noi cristiani sia percepita per quello che è veramente, cioè una dimostrazione della grazia divina che opera in noi?
Manca il nesso tra quella virtù che si vede, e che pure viene stimata, e la verità su cui si fonda, che invece non si vede. «Nessuno considera se Gaio è bravo e Lucio è saggio proprio perché è cristiano, oppure se è cristiano proprio perché è saggio e bravo (Nemo retractat, ne ideo bonus Gaius et prudens Lucius, quia Christianus, aut ideo Christianus, quia prudens et bonus)».
La testimonianza della virtù (o, come preferiamo dire, di un'umanità nuova) da sola non basta. Occorre che indichi, anzi che esiga questo nesso. Come avviene nel martirio. È questo, forse, il punto critico, oggi come allora.
DAL BLOG DI leonardo lugaresi
.https://leonardolugaresi.wordpress.com/2015/11/11/cristiani-brava-gente/

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