sabato 22 ottobre 2011

LA SENTENZA EUROPEA CHE PROTEGGE GLI EMBRIONI SEMBRA LA LEGGE 40

 "Scelta devastante perla ricerca" (Elena Cattaneo sul Sole 24 ore);
"Il divieto renderà intoccabili migliaia di embrioni che attualmente si trovano in freezer" (Carlo Alberto Redi, sulla Stampa); "E' una scelta che rimpiangeremo" (Ian Wilmut, citato da Repubblica).

Sono indignati - pure loro - i sostenitori della ricerca sugli embrioni umani considerati puro materiale da laboratorio, dopo la sentenza della Corte di giustizia europea di due giorni fa.

Senza addentrarsi minimamente in dispute sulla libertà di ricerca scientifica, la Corte ha infatti ribadito che procedure e farmaci ottenuti dalla ricerca sugli embrioni umani che ne comportino la distruzione non possono essere brevettati. Quel divieto lo stabiliva già dal 1998 una direttiva europea: "Sono considerati non brevettabili in particolare: (...) le utilizzazioni di embrioni umani a fini industriali o commerciali".

La vera novità è che la sentenza fa piazza pulita di tutte le definizioni acrobatiche con le quali si è negato all'embrione prima di un certo stadio di crescita (entro i cinque giorni dalla fecondazione) la qualifica, appunto, di embrione.

E' finita l'era dell"bolide" (definizione cara al prof. Flamigni) o del "pre embrione". La Corte dice che embrione è, fin dalla fecondazione e dai primissimi stadi di sviluppo, ciò che può svilupparsi in essere umano.

Qualità che sussiste anche quando ci sia il trasferimento del nucleo di una cellula adulta nell'ovulo (è la comune tecnica di donazione) o se l'ovulo si sviluppa per partenogenesi. Anche in questi due casi, dunque, si deve parlare di embrione e di impossibilità di brevettare alcunché derivi dalla sua distruzione.

La sentenza dunque non vieta la ricerca che usi e distrugga embrioni umani nei paesi europei che la consentono - non era chiamata del resto a pronunciarsi su questo punto - ma dice che da quella ricerca non può nascere nulla di brevettabile. Non è poco. Ed è il motivo per cui alcuni vestono oggi il lutto per la scienza tarpata: senza prospettiva di profitti, non arrivano nemmeno i fondi.

La Corte europea puntualizza poi che brevetti possono essere concessi a procedure e farmaci che, pur partendo da un embrione umano, abbiano ricadute terapeutiche o diagnostiche per "quello" specifico embrione, che ne deve trarre vantaggio e non deve essere distrutto. E', guarda caso, lo stesso principio adottato dalla legge italiana sulla procreazione medicalmente assistita (la vituperata legge 40), nella parte in cui stabilisce che "la ricerca clinica e sperimentale su ciascun embrione umano è consentita a condizione che si perseguano finalità esclusivamente terapeutiche e diagnostiche a essa collegate volte alla tutela della salute e allo sviluppo dell'embrione stesso, e qualora non siano disponibili metodologie alternative".
Ai critici della sentenza - profeti di future e fantasmagoriche scoperte che, grazie alla distruzione di embrioni umani, faranno la ricchezza e la salute degli Stati Uniti e dell'Asia, con l'Europa a elemosinare innovazione biotecnologica - si può rispondere che la ricerca più promettente ha già da tempo preso altre strade, anche in Asia e negli Stati Uniti.
Merita però un breve commento la considerazione di Carlo Alberto Redi e di chi, come lui, parla di embrioni sottratti alla scienza anche quando sarebbero destinati comunque "al freezer". Redi non dice che nessun laboratorio oggi chiede di poter usare embrioni "avanzati" dalle tecniche di fecondazione artificiale. Se così fosse, la conservazione dei sovrannumerari non sarebbe il problema gigantesco e costoso che è per tutti i paesi che non prevedono limiti alla produzione di embrioni per la Fivet: basterebbe darli ai laboratori, mentre spesso sono distrutti.
La verità è che la ricerca chiede ormai embrioni ad hoc, fabbricati per essere distrutti, con caratteristiche controllate all'origine che ne facciano materiale da laboratorio affidabile. La favola dell'uso compassionevole, "tanto morirebbero comunque", è solo un povero trucco per giustificare l'eliminazione di ogni impaccio all'uso di esseri umani allo stato embrionale, costruiti per gli esperimenti.


http://www.ow3.rassegnestampa.it/MinisteroSaluteAc/View.aspx?ID=2011102019967305

Foglio di giovedì 20 ottobre 2011, pagina 2

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