secondo è rimasto bloccato. Inizialmente ho interpretato che fosse per una questione psicologica, un’insicurezza che il primo, magari più spavaldo, non aveva. Ma poi ho scoperto che il primo era il figlio dell’adulto che era passato, mentre l’altro era un amico. E lì mi si è chiarita la questione. Per il secondo la realtà era solo quel buco che dava sul vuoto, era solo «il problema» che doveva superare e non sapeva se ne avrebbe avuto le forze. Perciò era rimasto bloccato. Mentre per il primo la realtà era il buco e il padre, il padre che era lì con lui e che era passato, era già passato, tutte e due le cose insieme. C’è un affetto, c’è una Presenza che domina la realtà: se la ragione non riconosce questa Presenza dentro la realtà, la realtà è ridotta e la ragione è bloccata.
Davide Prosperi, Milano, 1 ottobre 2011
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