“Immaginate, al contrario, uno che resiste… Questo è
il cristiano, nella storia questo è il cristiano, e se non è così non è cristiano….
Resistenti bisogna essere. Come resistenti? Resistenti, resistenza…rivoluzione: è un
rivoluzionario, e un rivoluzionario deve essere combattivo.
Qual è l’unica risposta
all’omologazione? Fare la
rivoluzione. Non è un concetto mio, è un concetto di Gesù, è la prima parola detta da Gesù: “Cambiate
mentalità”, cambiate modo di giudicare, di vedere, di sentire,
di gustare, di amare, di fare le cose.
(…) Cosa vuol dire, dunque, essere
contrari alla omologazione generale? Se
sei contrario alla omologazione generale non potrai essere riconosciuto, non
potranno lodarti, i giornali non parleranno di te, a meno di
far scandalo contro di te, le televisioni non riprenderanno la tua faccia (…).
Se sei così, tutto il mondo sarà contro di te,
eppure capirai che lo scopo della vita e il
gusto della vita starà proprio nel continuamente gridare al mondo,
incominciando da chi ti è vicino di banco, quello che il tuo cuore e i cuori di
tutti desiderano dalla loro origine (…).
Non puoi non essere perseguitata,
amica mia, non puoi non essere odiata. Ma è nel
dolore di questa persecuzione che tu coverai il seme luminoso e caldo della messe finale,
del significato ultimo del mondo, che un giorno tutti – tutti! –
riconosceranno, tutti dovranno riconoscere e diranno: ‘Aveva ragione, aveva
ragione!’. Al di fuori di
questo scopo non c’è più né affezione, né amicizia”.
.
DON LUIGI GIUSSANI
da Realtà e giovinezza. La sfida, (Ed. Sei, p. 86)
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