Questo è il destino di CL che vogliono i giornaloni e le "intelligenze" radicali e laiciste del paese. Questo è quello che
auspica Dario Di Vico nella lapide scolpita nel Corriere di ieri ( qui
).
Un movimento ininfluente, lontano dalla politica, giovanilista e
spiritualista, obbediente e funzionale al potere, lontano dalla baldanza
originaria e dalla presenza generata da don Giussani.
Giudicare tutto
per essere felici» (a costo di essere definiti «integralisti») è il titolo di
una mostra del meeting dedicata a MILANO STUDENTI che dice esattamente com’era GS
e come sarà CL
Agosto 26, 2016 Leone
Grott
Una
mostra al Meeting di Rimini ha raccontato “Milano studenti”, il giornalino nato
al liceo Berchet dove insegnava don Luigi Giussani
Costava 50
lire una copia di Milano Studenti, il giornale fatto da alcuni
ragazzi di Gioventù Studentesca che frequentavano il liceo classico
Berchet. Ogni numero era un’esplosione di vita, incontri, giudizi e non è
un caso che senza finanziamenti sia uscito tutti i mesi dal 1957 al 1968 con
una tiratura di 2 mila copie, all’inizio, fino a 10 mila. La storia di
questo mensile ricalca e riproduce fedelmente quella di Gs, il movimento
fondato da don Luigi Giussani che poi prenderà il nome di Comunione e
Liberazione.
LA BALDANZA. La
mostra ha fatto parte di quelle presentate al Meeting di Rimini, anche se
rispetto alle altre era un po’ nascosta, arrangiata com’era
dietro l’enorme schermo della Hall Sud della Fiera. L’apertura al mondo,
la profondità, la capacità di ricercare la verità in tutto e di giudicare
tutto di Milano Studenti, dal lavoro all’arte, dalle
encicliche al marxismo, dall’islam alla pena di morte, rispecchiano
perfettamente quella «baldanza» con cui don Giussani è entrato per la prima
volta al Berchet nel 1954 e che ha cambiato la vita dei suoi alunni.
DIALOGO «DA
INTEGRALISTI». Da quell’incontro è nato un giornale capace di dialogare con tutti,
non per scambiare semplicemente opinioni ma per «proporre e ricercare la
verità», atteggiamento allora (ma anche oggi) considerato «da
integralisti», come spiega la guida della mostra. Un giornale che si occupava
di tutto secondo la ragione, «perché la fede c’entra con tutto». Lo
testimoniano gli articoli, incontri o interviste su Pavese, Pasternak, Camus,
Congdon, Montale.
LA LETTERA DI
CALVINO. Su quelle pagine apparve anche una lettera di Italo Calvino che
ringraziava Milano Studenti perché il loro
articolo dopo la pubblicazione di La giornata di uno scrutatore, libro
molto disprezzato dalla critica al tempo per essere troppo impregnato
di senso religioso, «è uno dei più seri che ho avuto e voglio
ringraziarvi. Era proprio questo tipo di critica che volevo muovere, mentre
invece la grande maggioranza della critica è stata d’una banalità e
superficialità scoraggiante». Questo non impedirà a Calvino, anni dopo, di
prendere una posizione nettamente diversa ad esempio sull’aborto e a loro, insieme
a don Giussani, di opporsi nettamente.
MISSIONE IN BRASILE. Si documentano poi le battaglie per la libertà di educazione e la parità scolastica, l’apertura fino ai confini del mondo che ha portato i primi studenti diventati universitari a partire per il Brasile in missione, i grandi convegni su temi di attualità, l’invasione della Bassa milanese per le prime volte della caritativa con l’obiettivo di «condividere il senso della vita», le esperienze di «testimonianza comunitaria e non solo individuale».
«PER LA
FELICITÀ». La mostra ha presentato i numeri che vanno dal 1958 al
1963 del mensile fondato da Claudio Risé e Amelia Bocchini. Milano
Studenti interromperà le pubblicazioni nel 1968, ma rileggere quegli
articoli è utile per capire le origini e l’anima del movimento fondato da don
Giussani. La mostra si chiudeva proprio con le sue parole, pronunciate anni
dopo, ricordando il suo primo giorno al Berchet: «Mi rivedo in quel momento,
con il cuore tutto gonfio del pensiero che Cristo è tutto per la vita dell’uomo,
è il cuore della vita dell’uomo: questo annuncio quei giovani dovevano iniziare
a sentirsi dire e a imparare, per la loro felicità».
Da qui è nato anche il
Meeting di Rimini.
Agosto 26, 2016 Leone Grotti
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