Non si può partire guardando al passato. Tutto deve nascere ora, davanti a noi, in noi. Poi si ritroverà tutto. Il più grande, inconsapevole, assetato, cercatore della Chiesa è l’uomo.
Oggi, lunedì 10 gennaio, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Reggio-Emila Guastalla di Monsignor Massimo Camisasca. Con questo articolo inizia la sua collaborazione con Tempi online. Sul nostro mensile, da gennaio Camisasca cura una rubrica di dialogo con i lettori. Per inviare una domanda al vescovo basta indirizzarla via email a lettereacamisasca@tempi.it
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Da sessanta anni nella mia biblioteca della casa di campagna c’è un libro,
che ho letto tanto tempo fa, scritto da un giornalista e uomo politico, Igino
Giordani. Egli è stato, accanto a Chiara Lubich, uno degli iniziatori del
movimento dei Focolari. Nelle pagine di quel testo sono raccolti alcuni dei
reportages di viaggio nei paesi che, all’epoca della spartizione bipolare della
Terra, erano chiamati “Terzo mondo”.
Mi ha sempre colpito il titolo di quel volume: Ho visto la Chiesa nascente. Parlava di speranza e
di cammino in avanti. Desidero dare un titolo analogo ad alcuni di questi miei
appuntamenti su Tempi. Saranno interventi aperti alle osservazioni
e agli arricchimenti dei lettori.
Chi è la Chiesa? Forse il Vaticano, il Papa, i vescovi? Forse un popolo
spesso disorientato, che non sa a chi guardare e cosa pensare? Comunità
polarizzate pro o contro nelle necessarie scelte della vita: nascita, morte, malattia,
sessualità, denaro, tempo libero, divertimento…?
Avevano ragione gli illuministi che profetizzavano la fine della Chiesa e
la sparizione del cristianesimo dalla faccia della terra? Era un visionario
Romano Guardini che, all’inizio del Novecento, parlava di rinascita della
Chiesa nel cuore degli uomini? Forse due guerre mondiali hanno spazzato via la
sua speranza?
Ma le cose stanno veramente così? Dopo aver portato per secoli l’Eucarestia
ai morenti, toccherebbe ora alla Chiesa ricevere il suo viatico?
Tutto deve nascere ora, davanti a
noi, in noi. Poi si ritroverà tutto. Come l’amore tra un uomo e una donna che
ha bisogno di bruciare nel presente per poter amare i figli e i nonni e
scoprirne la gratuita necessità.
Il più grande, inconsapevole, assetato, cercatore della Chiesa è l’uomo.
Non l’uomo con le sue filosofie, teologie, schemi morali, con la sua conoscenza
del passato o altro, ma l’uomo con i suoi
desideri, la persona umana, la cui struttura profonda è desiderio.
La Chiesa nasce come cooperativa di affamati e assetati. Se non c’è questo, tutto ammuffisce. Per questa ragione nessuno ci è estraneo. La lotta alle ideologie si deve accompagnare ad una apertura sconfinata verso le persone. In ogni trasgressione c’è un grido.
La Chiesa nasce quando la grazia del desiderio si incontra con la grazia di
una o più persone che hanno accolto, almeno come ipotesi, la pretesa di Cristo
di essere l’atteso della loro sete. «Sono io che ti parlo» (Gv 4,26), ha detto
Gesù alla Samaritana.
È interessante notare che questa circolarità è quella che regge il mondo ed è scritta dentro il legno, il sasso, la stella, come nel cuore e nelle viscere dell’uomo.
(1. Continua)
FOTO ANSA
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