“Dio è con noi” è Il titolo dell’ultimo capitolo del libro
“Tre parole sulla Resistenza”, di Giacomo Noventa (Vallecchi, 1973).
Augusto Del Noce introduce il volume di Noventa con un saggio di cento pagine intitolato “Il ripensamento della storia italiana in Noventa”. Un testo che aiuta a riflettere sulle tremende immagini e parole (denazificare) che abbiamo visto e sentito in queste settimane.
DAL BLOG “MUNDUS INVERSUS” DI IVO COLOZZI
"Il testo di Noventa presenta una posizione assolutamente originale che mi
sembra possa dare una più forte legittimazione alla posizione di quanti oggi
prendono le distanze da quelli che condannano senza incertezze Putin in quanto
rappresentante attuale del nazi-fascismo e che, ciò facendo, si autodefiniscono
come attuali rappresentanti dell’antifascismo.
L’ impressione che lasciano quei commentatori che prendono le distanze dai
“bellicisti”, infatti, è che lo facciano pensando ai danni economici che le
sanzioni provocano anche alle nostre economie o per la paura che una escalation
di questa guerra ci porti ad un nuovo conflitto continentale (mondiale).
L’originalità di Noventa consiste nel fatto che pone in contrapposizione antifascismo e resistenza perché il primo nasce da una certezza, la
certezza che la nostra cultura è totalmente estranea a quella del fascismo (a
quella di Putin), la resistenza, invece, nasce dal dubbio, il dubbio che anche
la nostra cultura contenga in germe gli elementi che hanno portato Putin a fare
la scelta sciagurata della guerra per
cui lottare contro il fascismo ( oggi contro Putin) deve significare allo
stesso tempo lottare contro se stessi, cioè mettere in discussione la nostra
cultura, alla ricerca di un suo rinnovamento.
Se al “Dio è con noi” di Putin (e di Kirill) rispondiamo con un “Dio è con
noi ucraini, europei, occidentali”, l’esito inevitabile sarà non solo
l’ulteriore inasprimento del conflitto, ma, anche in caso di vittoria nostra,
la predisposizione delle condizioni per l’affermarsi di un totalitarismo che,
per quanto diverso da quelli del passato o da quello attualmente vincente in
Russia, Cina e altrove, non è meno temibile. Ne abbiamo avuto le prime
avvisaglie nel diffondersi della cancel culture e nella
gestione della pandemia da parte di alcuni paesi, tra cui l’Italia."
Ecco le parole dirette di Noventa.
“LIV. (1947) Si è voluto misconoscere il fatto che, mentre gli antifascisti
hanno combattuto, sì contro il fascismo, ma contro il fascismo come qualcosa di
estraneo a loro, gli uomini della Resistenza avevano combattuto prima ancora
che contro il fascismo, contro se stessi. Avevano dovuto mettere un segno
interrogativo o negativo a tutto ciò che avevano pensato essi stessi, rompere
tutti gli schemi, sconvolgere le proprie abitudini di ragazzi e di uomini, i
propri rapporti familiari, sentimentali, morali.........Renato Guttuso, Gott Mit Uns; Fucilati
L’antifascismo procede da un sapere, da una certezza. La Resistenza da un
non sapere, da un dubbio. L’antifascismo conosce tutte le cause, mortali e
veniali, del disastro. L’uomo della Resistenza si domanda invece come mai tale
disastro sia stato possibile. Come mai i fascisti ne siano stati capaci, e gli
antifascisti e gli italiani in generale capaci di prevederlo, non di impedirlo;
e appunto perché l’antifascismo sa tutto, è tutto rivolto al passato, ma la
resistenza all’avvenire.” (Dio è con noi, p. 127)
Anche l'acquarello in copertina deriva dalla raccolta di Guttuso "Gott mit Uns"
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