martedì 14 giugno 2016

SARAH CARDINALE “USQUE AD EFFUSIONEM SANGUININS”



Il National Catholic Prayer Breakfast (NCPB) è un appuntamento annuale importante nel mondo cattolico statunitense. Nasce nel 2004, a seguito dell’appello di San Giovanni Paolo II alla Nuova Evangelizzazione. Ogni anno, un migliaio di persone si riuniscono a Washington per pregare ed ascoltare le parole di alte e prestigiose personalità della realtà cattolica internazionale. La XII edizione del NCPB ha visto tra gli oratori, lo scorso 17 maggio, uno dei migliori Principi che la Chiesa odierna possa sfoggiare: Sua Eminenza il Cardinal Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.
Originario della Guinea, Sarah è uno di quei cardinali africani, che sperimenta quotidianamente cosa significhi davvero mostrarsi «intrepidus» (così, infatti, vengono invitati ad essere i porporati quando ricevono il galero), e che non usa mezzi termini nel proclamare la Verità.
 
Ecco perché si è potuto permettere, senza tante ipocrisie diplomatiche, di affermare nel discorso tenuto al NCPB che «oggi, nelle società progredite qualunque forma di immoralità non è soltanto accettata e tollerata, ma viene addirittura promossa come bene sociale», cosa che è destinata inevitabilmente a tradursi «in un’ostilità verso i cristiani e in una sempre più crescente persecuzione religiosa».

Per essere ancora più esplicito, il Cardinale non ha temuto di definire «demoniaca» l’ideologia gender: «Questo appare quanto mai evidente in quella minaccia sociale che incombe sulla famiglia attraverso la demoniaca “ideologia gender”, quel micidiale impulso che si sta diffondendo in un mondo sempre più separato da Dio, mediante una forma di colonialismo ideologico». 

Sarah, poi, ha identificato chiaramente le degenerazioni etiche contro cui si è scagliato: «Purtroppo, l’introduzione della procreazione artificiale, dell’utero in affitto, del cosiddetto “matrimonio” omosessuale, e degli altri mali dell’ideologia gender, sarà causa di sempre maggiori ferite alle generazioni dei nostri tempi». E per tale ragione, lo stesso Cardinale ha annunciato quale sia davvero la madre di tutte le battaglie: «Questo è il motivo per cui appare davvero importante combattere per proteggere la famiglia, la prima cellula vitale della Chiesa e di ogni società umana. Non si tratta di concetti astratti. Non si tratta di una guerra ideologica tra idee contrapposte. Qui si tratta di difendere noi stessi, i nostri figli e le future generazioni, dagli attacchi di un’ideologia demoniaca che pretende di negare ad un bambino la possibilità di avere un padre e una madre. Un’ideologia che nega la natura umana e mira ad allontanare da Dio intere generazioni».

E’ seguita, sempre nel discorso tenuto dal Cardinale al NCPB, una chiara denuncia sulle imminenti prospettive di persecuzione dei cristiani. Dopo aver premesso, infatti, che «persino in questi primi sedici anni del XXI secolo, sono state circa un milione le persone che hanno subito il martiro per la loro fede in Cristo», Sarah ha precisato che «la violenza contro i cristiani non è soltanto fisica». Secondo il porporato, infatti, «esiste anche una violenza politica, ideologica e culturale, capace di generare una persecuzione religiosa che, seppur meno apparente, non è certo meno deleteria di quella fisica; non distrugge fisicamente ma devasta spiritualmente e tenta di demolire gli insegnamenti di Gesù, della Sua Chiesa e i fondamenti della fede cristiana, provocando uno smarrimento tra le anime». Il Prefetto della Congregazione del Culto Divino è arrivato persino a denunciare esplicitamente il vero mandante della nuova persecuzione silenziosa: «Attraverso questa azione violenza, i leader politici, le lobby e i mass media cercano di neutralizzare e svuotare la coscienza dei cristiani per farli dissolvere in una società liquida senza religione e senza Dio. Questo è il progetto del Maligno: chiudere le porte del Cielo. Per pura invidia». 

Il cardinal Sara si è lanciato, infine, contro l’odiosa ipocrisia della falsa tolleranza, spiegando che proprio «in nome della cosiddetta “tolleranza” gli insegnamenti della Chiesa sul matrimonio, la sessualità e la persona umana sono smantellati», e concludendo con una citazione di Papa Francesco: «In nome di un falso concetto di tolleranza si finisce per perseguitare coloro che difendono la verità sull'uomo e le sue conseguenze etiche».

Il Cardinal Robert Sarah, come tanti altri suoi confratelli porporati, sa perfettamente che il colore della sua veste non è dettato da motivi estetici ma da profonde ragioni di carattere spirituale. Quel rosso, infatti, si riferisce proprio al colore del sangue. E’ un ammonimento a servire la Chiesa e la Verità «usque ad effusionem sanguinins».

Interessante è la formula che il Papa utilizza nel conferire il galero rosso ai neo-cardinali: «Ad laudem omnipotentis Dei et Sanctae Sedis ornamentum, accipe galerum rubrum, insigne singularis dignitatis cardinalatus, per quod designatur quod usque ad mortem et sanguinis effusionem inclusive pro exaltatione sanctae fidei, pace et quiete populi christiani, augmento et statu Sacrosanctae Romanae Ecclesiae, te intrepidum exhibere debeas, in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen». Tradotto per il volgo: «A lode di Dio onnipotente e ad ornamento della Santa Sede, ricevi il galero rosso, insigne segno distintivo del cardinalato, per il quale devi essere intrepido e per il quale sei designato anche alla morte per effusione del sangue per l'esaltazione della Santa Fede, per la pace e la quiete del popolo cristiano e per la diffusione e la stabilità della Santa Romana Chiesa. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen».
Questo, però, non riguarderebbe soltanto i cardinali. Dovrebbe valere per tutti i religiosi di ogni ordine e grado, e per tutti i fedeli battezzati. Pronti a morire per la Verità. Proprio come i primi cristiani al Circo Massimo.

Francesco Amato

Cultura cattolica

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