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Winston
Churchill aveva condotto la democrazia inglese alla vittoria contro Hitler, tra
sacrifici e distruzioni immani, ma con una fermezza ammirevole e commovente.
Per un anno almeno, prima del 1941, aveva combattuto contro il nazismo da solo,
mentre l’Europa intera si sottometteva al totalitarismo e Stalin ancora lucrava
sull’alleanza spartitoria con la Germania. Eppure, finita la guerra, in una
Gran Bretagna vittoriosa ma stremata, Churchill perse le elezioni del ’45 vinte
dai laburisti. La leggenda vuole che la notizia della sconfitta elettorale gli
fu portata, mentre faceva il bagno, dal maggiordomo, e che la risposta di
Churchill fu: «È proprio perché questi eventi possano continuare ad accadere
che abbiamo combattuto la guerra. Ora passami l’asciugamano». Probabile che
l’aneddoto sia falso. Certo è che dalla
bocca di Churchill sconfitto nelle urne non uscì mai una di quelle sprezzanti
volgarità, misto di tronfia saccenteria e patetica presunzione con cui
l’autonominatosi partito degli ottimati ha liquidato il popolo bue ed ignorante
che ha osato votare per la Brexit.
E non
sanno nemmeno, queste oligarchie del pensiero sempre più inascoltate, asserragliate
in una fortezza per difendersi dall’assedio dei nuovi barbari muniti di quelle
subdole armi che sono le schede elettorali, che se «i populisti» sono la
risposta sbagliata alle manchevolezze dell’Europa, gli «elitisti» sono
esattamente il problema di un’élite europea arrogante e senza senso autocritico.
Non sanno nemmeno quanto la loro
spocchia sia odiosa e scostante. Non sanno
nemmeno quanto fastidio susciti la loro pretesa
di conoscere ciò che il «popolo» dovrebbe accettare in silenzio per il suo bene
più di quanto lo sappia il «popolo» stesso.
Se l’esito
elettorale che non piace viene visto e deplorato come la manifestazione di un
popolo ignorante che sarebbe (purtroppo è stato detto anche questo)
«sciagurato» far esprimere, allora gli
«elitisti» neanche immaginano quale colpo mortale con un tale disprezzo per la
sovranità popolare venga inferto all’idea stessa di democrazia. Se un
risultato elettorale discutibile, e quello britannico è davvero più che
discutibile, viene equiparato da un Roberto Saviano in vena di sparate alla
vittoria elettorale di Hitler, allora è il concetto stesso di volontà della
maggioranza che viene ad essere picconato. Churchill non l’avrebbe fatto. Ma
lui, contro il totalitarismo ha combattuto davvero, con lacrime e sangue.
FONTE Corriere
della sera
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