| 26 Giugno 2016
Qual è stata la sua
prima reazione alla Brexit?
La mia reazione immediata? Mi sono
detto: è la fine di una “nomenclatura” che sta “vessando” gran parte della
popolazione nel mondo ed in particolare in Europa. Una classe dirigente senza
il senso del bene comune, tecnocratica, che voleva fare un supergoverno
mondiale secondo i diktat di Kissinger negli anni Settanta.
C’è anche una sola,
grave conseguenza economica che l’Italia ha già ricevuto o che dovrà
sopportare nel medio termine?
Grave, no, direi nessuna. A brevissimo
solo speculativa. A medio termine, direi, ci sarà un cambio di classe di
governo. E, se questa sarà appena, appena capace: rinegozierà Maastricht e
cancellerà il fiscal compact. Oppure in Europa resterà solo la Germania. Se ciò
non avviene, l’Italia diventa una regione tedesca e sarà costretta a divenire,
in più, luterana…Vedremo che succederà il 31 ottobre alla commemorazione di
Lutero!
Perché i tecnocrati di
turno non hanno digerito gli esiti del referendum inglese, contestando la
possibilità stessa del voto democratico? Forse perché quel voto rappresentava
un colpo inflitto al mito del progetto europeo?
No, non credo sia stato il progetto
europeo ad essere stato bocciato. Sono stati bocciati proprio i tecnocrati
europei. Perciò sono indignati! E spiegano che non si possono fare referendum
per una scelta di questa importanza. Miopi!
Del resto questa
Europa è nata senza avere una base di principi comuni, ma nel mero sogno di una
moneta unica. Il nostro destino è un’economia capitalista luterana?
Lo sarebbe stata quasi certamente. La
Brexit apre nuove prospettive. Ma, se ci pensiamo bene, il sogno non era la
moneta unica. Questa è un mezzo che accentra il potere necessariamente e rende
irreversibile il progetto. Sempre più spesso penso che il vero sogno fosse una
religione comune. E vi eravamo molto vicini…
Il tema
dell’immigrazione è stato forse il principale motivo che ha spinto gli inglesi
a votare per la Brexit. Adesso cambierà qualcosa in materia a Bruxelles?
Non lo so. So solo che, se non cambia,
si rischiano moti di piazza, guerre civili…
L’Europa è diventata
di fatto un superstato saturo di burocrazia e regole. È stata quest’indole ad
aver eccitato sentimenti di diffidenza e allontanamento dal fantomatico
‘europeismo’?
No, non penso. Piuttosto credo sia stata
la mancanza di valori comuni. Qualcuno pensa veramente di cambiare in vent’anni
le radici cattoliche (non dico più cristiane!) della civiltà occidentale? Ma
hanno mai pensato Chi ha immaginato la civiltà?
‘L’Europa unita’ è
sempre stata una religione. Ora che Londra l’ha abbandonata, ci sarà, come
piace ripetere alla stampa, “un rischio nazionalismi”? Sarebbe un dramma?
È incredibile l’incapacità di
riconoscere gli errori fatti e di tacciare come populismo nazionalistico un
voto contro un centralismo dittatoriale tecnocratico-protestante. E
soprattutto, fallito, con conseguenze tragiche. Il dramma è che non l’hanno
capito.
Il voto referendario
ha decretato la fine di quest’Europa sottratta alla concorrenza istituzionale,
vittima del politicamente corretto, dell’assistenzialismo, dell’ingerenza
nell’educazione familiare, dell’ottusità dei tecnocrati? O meglio, se non
cambia in questa direzione, è destinata a fallire definitivamente?
Direi di sì. Ma solo se non cambia
immediatamente la classe dirigente burocratica europea. Altro che il leader
della Gran Bretagna! Dovrebbero dimettersi subito tutti i vertici della
burocrazia europea, il presidente e tutti i vertici delle Commissioni. Dobbiamo
salvare il vero grande progetto europeo di Monnet, Schuman, De Gasperi,
Adenauer, Spaak … Quelli sono i veri padri traditi dell’Europa in cui crediamo.
L’ex premier Mario
Monti ha detto “sono contento che la nostra Costituzione, quella vigente e
quella che forse verrà, non prevede la consultazione popolare per la ratifica
dei trattati internazionali”. Lei cosa ne pensa? Si può parlare di limiti della
nostra Carta?
Credo che, purtroppo,
un uomo della sua intelligenza, non abbia capito quasi nulla di quello che sta
succedendo, e non si prenderà mai le responsabilità del suo operato e delle sue
dichiarazioni. E dire che un tempo ho avuto per lui grande considerazione… Più
che dei limiti della Costituzione ciò che va valutato sono i limiti dell’uomo
che viene indicato come modello. Il ‘nuovo ordine mondiale’ ha fallito in
tutto, tranne che nella riuscita della relativizzazione della fede cattolica e
dei suoi valori. Scommettiamo che ci salveranno gli atei saggi?
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