martedì 28 dicembre 2010

IL PRESIDENTE MONARCHICO

Il presidente della repubblica ha ricevuto una delegazione degli studenti in sciopero, i quali costituiscono il 5% della popolazione studentesca. Ma non ha ricevuto neanche uno degli studenti pacifici i quali costituiscono il 95% della stessa popolazione.
Come mai la maggioranza è stata esclusa dai colloqui con Napolitano?
È la democrazia secondo il Quirinale?


L’antigoverno

di Davide Giacalone
Se lo avesse fatto Giovanni Gronchi, Presidente della Repubblica, il parlamentare (comunista, scusate, non è colpa mia) Giorgio Napolitano gli avrebbe dato del golpista.
Se dal Quirinale si fossero permessi di interloquire con la piazza, nel mentre il Parlamento è impegnato a votare quel che i manifestanti avversano, si sarebbe sollevato un coro prepotente di critiche feroci, ma in epoche in cui la politica aveva ancora una qualche sostanza e i costituzionalisti non s’erano ridotti ad aver lingua solo per lappare.
Invece è capitato che, al momento del voto definitivo del Senato, in materia di riforma universitaria, dal colle più alto è giunta la sollecitazione ai manifestanti affinché portino al Presidente le loro proposte, di modo che la legge possa essere modificata dopo essere stata approvata.

Ed è capitato che anziché far alzare il sopracciglio a chiunque abbia letto, magari di fretta, la Costituzione, una simile condotta è stata considerata “coraggiosa”. E su questo concordo, perché ci vuole coraggio sia ad allontanarsi così vistosamente dal dettato costituzionale, sia a prostrarsi così acriticamente e, direi, monarchicamente.
I manifestanti avevano tutto il diritto di protestare. Prendo atto, con tristezza, che ancora una volta hanno evitato di puntare il dito verso lo scandalo delle parentopoli cattedratiche (il professor Luigi Frati, preside di medicina e rettore di Roma La Sapienza, abbia orrore di quel che dice: ha messo in cattedra il figlio e sostiene che il concorso è di due anni fa, e per sua moglie? c’è gente che di magnifico ha più del titolo).

La voglia di dar la colpa alla politica sovrasta anche il dovere di raccontare la verità. Peccato, comunque era un loro diritto. Ciò non significa affatto che quei signori rappresentino né i giovani né gli studenti. Sono giovani, sono studenti (non solo, c’erano anche ricercatori, ovvero personale con contratti a tempo indeterminato e varia altra umanità), ma non rappresentano affatto l’universo. Lo ripeto perché l’equivoco alberga solo nella testa di chi non sa cosa sia la democrazia, e immagina coincida con il proprio diritto di dire qualsiasi castroneria e farla valere.

Anzi, l’inquilino del Quirinale avrebbe dovuto ricordarsi che esiste una legge che regola gli organi rappresentativi degli studenti, eletti in modo regolare, sicché lo scavalcarli del tutto, l’ignorarli totalmente, a tutto somiglia tranne che al severo monito in favore del diritto e della legalità. Posto ciò, la delegazione ricevuta da Napolitano non era a sua volta espressione di alcuna sede assembleare. L’omogeneità e la rappresentatività era garantita, più che altro, dall’abbigliamento.
Il punto critico arriva adesso: sono usciti dal Quirinale è, dopo le foto di rito e la legittima soddisfazione per la visibilità conquistata, hanno eletto Napolitano a loro unico interlocutore. Non so che corsi frequentino, quei ragazzi, ma dovrebbero far la cortesia d’indicare il quale parte della Costituzione hanno trovato un riferimento utile a dar valore non sovversivo a tale scelta. Dove, sia chiaro, i sovversivi non sono loro, perché se la presidenza della Repubblica promette di entrare nel merito dei decreti attuativi, come ha fatto, o prende in giro gli interlocutori o prende per carta inutile quella costituzionale.

La realtà è che Napolitano, ancora una volta, ha occupato uno spazio lasciato libero da un governo e una maggioranza non attrezzati a saper far politica. Era evidente che la questione non poteva essere risolta solo con i voti parlamentari, ed era evidente che prima o dopo qualcuno si sarebbe eretto a interlocutore dei manifestanti.
Siccome non c’è persona sensata che non riconosca i meriti della riforma, così come non c’è persona ragionevole che non ne veda il difetto d’essere piena di deleghe, valeva la pena accettare il confronto aperto, mettendo nel conto le contestazioni e facendo valere le buone ragioni. Invece non sono stati capaci di farle uscire dal perimetro istituzionale. E questa è una debolezza. Il Presidente della Repubblica, interpretando con passione politica le sue funzioni, non se l’è fatta sfuggire.

Molti scienziati italiani sono impegnati, al Cern di Ginevra, nel cercare di materializzare l’antimateria. Cimento affascinante e assai promettente. Segnalo ai cultori di altre materie, ove non siano troppo affaccendati ad arruffianarsi il rettore che tiene (vasta) famiglia, che nell’acceleratore costituzionale del Quirinale ha preso corpo, l’antigoverno. Un capovolgimento della carica elettorale, per cui chi meno voti prende più potere acquista. Al momento mancano prove sperimentali, ma tutto lascia supporre che se materia e antimateria s’incontrano il risultato sarà l’annichilimento d’entrambe. Siccome governo e antigoverno si sfiorano, talora si sovrappongono in continuazione, con Napolitano che interviene sui calendari parlamentari, sui lavori d’aula e, ora, anche sulla correzione postuma delle leggi, suggerisco qualche cautela o, almeno, di prenotare una poltrona in prima fila: se si perde il controllo di questo gioco al massacro costituzionale sai che botti e che lampi. Auguri.

Il Presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU)
ha scritto a Napolitano chiedendo di essere ricevuto:
sono Mattia Sogaro, Presidente del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, che, come Lei sa, è il massimo organo di rappresentanza studentesca universitaria a livello nazionale, democraticamente eletto e composto da 30 membri, espressione sia delle diverse parti politiche sia di realtà di base presenti nelle nostre università, che non hanno alcuna veste partitica.

Il Presidente ha risposto : (...) sarò ben lieto di fissare un incontro al più presto, così come ho l'abitudine di fare con le più diverse rappresentanze che desiderano essere ricevute e ascoltate».
Avremo modo di chiarire con lei e con gli altri rappresentanti del Cnsu tutti gli aspetti di una situazione complessa come quella che vivono, in modi diversi, le varie componenti del mondo universitario...


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