Lorenzo Albacete
Via Crucis a Chicago 2005 |
Si prenda in considerazione il dibattito sorto la
settimana scorsa attorno ai commenti dell’ex senatore della Pennsylvania e
attuale candidato cattolico nelle primarie del Partito Repubblicano, Rick
Santorum, circa la affermazione del Presidente Obama di essere cristiano. In
un’intervista televisiva di domenica scorsa, Santorum ha detto che non mette in
discussione la fede di Obama e che crede che egli sia cristiano. Sembra però
che ciò che lo turba sia il fatto che la politica del presidente non sia
“basata sulla Bibbia”.
Mi chiedo come Santorum abbia capito la visione
cattolica della relazione tra fede, Bibbia e politica, perché suona strano un
simile commento da parte di un cattolico praticante. Per noi la Bibbia non è
come il Corano. È la Parola di Dio, interpretata dal Magistero della Chiesa,
che riflette e valida il riconoscimento da parte del popolo di Dio della
presenza di Cristo come dell’Uno che è l’Incarnata origine, scopo e destino
della creazione. Mi sembra che, secondo Santorum, invece di farsi guidare dalla
Bibbia nelle sue azioni politiche, Obama l’abbia sostituita con una “falsa
teologia”, non riconosciuta dalla maggioranza degli americani. Questa teologia
fasulla si manifesta, afferma Santorum, nella visione del mondo che ha Obama,
nel suo modo di affrontare i nostri problemi, diverso da come la maggioranza
degli americani vede i problemi interni e internazionali e da come cerca di
risolverli.
Santorum ha correttamente individuato che un
cambiamento sta avvenendo nella vita americana, ma gli manca l’educazione
cattolica per arrivare a identificarlo. Molti altri protagonisti cattolici nel
governo, nella politica, nel mondo degli affari e nei media dimostrano la
stessa mancanza. E ciò vale anche per il Presidente Obama. Basti pensare quanto
potrebbe contribuire a un dialogo su, per esempio, il cristianesimo e l’attuale
posizione americana circa la libertà, la coscienza o la libertà di religione.Penso che Obama sia l’uomo nuovo creato dal moderno secolarismo americano, un tipo di nichilismo che non butta via la Bibbia, ma accoglie varie sue interpretazioni, come di altri “libri sacri”, per arricchire il panorama culturale con una diversità che serva come bastione contro pretese assolutiste. In effetti, questa è la posizione di molti cattolici nei circoli intellettuali attorno a Obama, che non conoscono altra via se non la separazione della fede dalla vita pubblica, abbandonando la prima all’ambito dell’opinione soggettiva o del fondamentalismo moralistico, e la seconda alla dittatura del relativismo.
Obama ha frequentato da bambino anche scuole
cattoliche, ma era troppo presto per studiare la Dottrina sociale della Chiesa,
che, comunque, non era parte integrante del programma della scuola cattolica.
Magari, ora Santorum e Obama possono incontrarsi nell’ovile.
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