IL WELFARE E' MORTO
COSI' PARLA IL NUOVO RE DELL'OLANDA
Una “società di partecipazione” in luogo
dello “Stato sociale”. L’Olanda si appresta a realizzare una trasformazione che
modificherà dalle fondamenta un modello consolidatosi con forza negli ultimi
decenni. Il cambiamento epocale è stato annunciato dalle Re Willem-Alexander con
un discorso pronunciato sulle tv nazionali.
“Il classico welfare-state del ventesimo secolo - ha riferito il sovrano - ha portato ad accordi che sono insostenibili nella loro forma attuale. Inoltre le persone al giorno d'oggi vogliono fare le loro scelte, organizzarsi la loro vita e prendersi cura l'una dell'altra”. In sostanza si apre ufficialmente una fase in cui saranno i cittadini a dover investire direttamente per costruire reti di assistenza sociale, mentre il governo limiterà il proprio aiuto a piccoli interventi. Meno assistenza della mano pubblica e più responsabilità individuale. I cittadini dovranno costruirsi da sè le loro reti sociali e di previdenza e trovare autonomamente garanzie economiche per affrontare il presente e il futuro. Il nuovo sistema seppellisce il vecchio modello nato nel 1982 e che aveva fatto dell'
Le parole del re rappresentano una certificazione del nuovo approccio messo in campo dal Primo ministro Mark Rutte, convinto sostenitore dell’austerity. Poche ore prima il titolare delle Finanze, Jeroen Dijsselbloem, aveva infatti presentato il bilancio statale per il 2014, caratterizzato da tagli pari a 6 miliardi di euro. L’obiettivo principale è abbassare il deficit, tenendolo sotto la soglia del 3% imposta dai vincoli europei. Le stime attuali indicano però che il traguardo non sarà raggiunto, in quanto prevedono un 3,3%. E’ soprattutto per questo che il governo ha deciso di stringere ulteriormente la cinghia.
. Si profila quindi un mutamento radicale per la sanità olandese, che nel 2010 aveva evidenziato la spesa più alta d’Europa: il 13% del Pil. Una prima riforma era già stata effettuata nel 2006 e aveva prodotto una struttura basata su due assi principali: un’assicurazione pubblica obbligatoria per il long term care e le disabilità, che rappresenta il 27% della spesa sanitaria del paese, ed un’assicurazione privata per i trattamenti medici di routine, tra cui il medico di base e le ospedalizzazioni, che pesa per il 41% della spesa sanitaria totale. Cifre ritenute troppo elevate, che hanno indotto l’attuale esecutivo a un ripensamento complessivo del sistema. In Olanda la festa è finita!
“Il classico welfare-state del ventesimo secolo - ha riferito il sovrano - ha portato ad accordi che sono insostenibili nella loro forma attuale. Inoltre le persone al giorno d'oggi vogliono fare le loro scelte, organizzarsi la loro vita e prendersi cura l'una dell'altra”. In sostanza si apre ufficialmente una fase in cui saranno i cittadini a dover investire direttamente per costruire reti di assistenza sociale, mentre il governo limiterà il proprio aiuto a piccoli interventi. Meno assistenza della mano pubblica e più responsabilità individuale. I cittadini dovranno costruirsi da sè le loro reti sociali e di previdenza e trovare autonomamente garanzie economiche per affrontare il presente e il futuro. Il nuovo sistema seppellisce il vecchio modello nato nel 1982 e che aveva fatto dell'
Le parole del re rappresentano una certificazione del nuovo approccio messo in campo dal Primo ministro Mark Rutte, convinto sostenitore dell’austerity. Poche ore prima il titolare delle Finanze, Jeroen Dijsselbloem, aveva infatti presentato il bilancio statale per il 2014, caratterizzato da tagli pari a 6 miliardi di euro. L’obiettivo principale è abbassare il deficit, tenendolo sotto la soglia del 3% imposta dai vincoli europei. Le stime attuali indicano però che il traguardo non sarà raggiunto, in quanto prevedono un 3,3%. E’ soprattutto per questo che il governo ha deciso di stringere ulteriormente la cinghia.
. Si profila quindi un mutamento radicale per la sanità olandese, che nel 2010 aveva evidenziato la spesa più alta d’Europa: il 13% del Pil. Una prima riforma era già stata effettuata nel 2006 e aveva prodotto una struttura basata su due assi principali: un’assicurazione pubblica obbligatoria per il long term care e le disabilità, che rappresenta il 27% della spesa sanitaria del paese, ed un’assicurazione privata per i trattamenti medici di routine, tra cui il medico di base e le ospedalizzazioni, che pesa per il 41% della spesa sanitaria totale. Cifre ritenute troppo elevate, che hanno indotto l’attuale esecutivo a un ripensamento complessivo del sistema. In Olanda la festa è finita!
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