CRONISTORIA DI UNA ILLUSIONE
Obama inchiodato da papa Francesco
di Matteo Matzuzzi
Papa Francesco ha ricevuto stamani in
Vaticano il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Si tratta del primo
incontra tra i due. Obama era stato ricevuto da Benedetto XVI in Vaticano nel
luglio 2009. “Welcome”, “Benvenuto”. Papa Francesco ha accolto con la
semplicità che lo contraddistingue Barack Obama che, dal canto suo, ha
risposto: “Grazie. E’ meraviglioso incontrarla”. Poi il momento del colloquio privato
tra i due, presenti solo gli interpreti. La conversazione è durata circa 50
minuti. Quindi, si è svolta la cerimonia dello scambio dei doni e la
presentazione al Pontefice dei membri delegazione americana alla qu. Il
presidente degli Stati Uniti era giunto in Vaticano intorno alle 10.15,
accompagnato da un lungo corteo di autovetture. Ad accogliere il capo della
Casa Bianca - al Cortile di San Damaso - è stato mons. Gaenswein, prefetto
della Casa pontificia.
Ecco il comunicato ufficiale della Santa Sede, diffuso nel primo pomeriggio:
Ecco il comunicato ufficiale della Santa Sede, diffuso nel primo pomeriggio:
Stamani, giovedì 27
marzo 2014, S.E. il Sig. Barack H. Obama, Presidente degli Stati Uniti
d’America, è stato ricevuto in Udienza dal Santo Padre Francesco e,
successivamente, si è incontrato con Sua Eminenza il Card. Pietro Parolin,
Segretario di Stato, accompagnato da S.E. Mons. Dominique Mamberti, Segretario
per i Rapporti con gli Stati.
I cordiali colloqui
hanno permesso uno scambio di vedute su alcuni temi attinenti all’attualità
internazionale, auspicando per le aree di conflitto il rispetto del diritto
umanitario e del diritto internazionale e una soluzione negoziale tra le parti
coinvolte.
Nel contesto delle
relazioni bilaterali e della collaborazione tra la Chiesa e lo Stato ci si è
soffermati su questioni di speciale rilevanza per la Chiesa nel Paese, come
l’esercizio dei diritti alla libertà religiosa, alla vita e all’obiezione di
coscienza nonché il tema della riforma migratoria. Infine, è stato espresso il
comune impegno nello sradicamento della tratta degli esseri umani nel mondo.
Il consueto comunicato della Santa Sede diffuso al termine dell’udienza tra
il Papa e Barack Obama probabilmente metterà oggi in rilievo il “clima
cordiale”. Eppure, sono molti gli argomenti in agenda a far immaginare un
incontro tra i due giocato non sul velluto. Sia in Vaticano che a Washington
non hanno ancora dimenticato le tensioni dell’estate scorsa, quando Francesco
si oppose pubblicamente e con fermezza allo strike su Damasco che allora
sembrava imminente. Digiuno, veglia di preghiera, adunata silenziosa in piazza
San Pietro per scongiurare il conflitto che vedeva tra i suoi più convinti
sostenitori proprio il presidente degli Stati Uniti. Non contribuì ad allentare
la tensione, poi, la lunga lettera accompagnata da benedizione finale che il
Papa inviò a Vladimir Putin, in quelle settimane presidente del G20 riunito in
Russia. Una diversità di vedute che è emersa anche in riferimento alla più
recente crisi ucraina, dove la Santa Sede ha scelto un basso profilo, assumendo
così atteggiamento opposto a quello adottato in riferimento al caso
siriano.
Ma è il capitolo dei
rapporti tra Obama e la Chiesa americana a rappresentare con ogni probabilità uno degli scogli più ardui da
superare. In questi mesi, la Casa Bianca ha tentato di allentare la tensione
con il combattivo episcopato statunitense cavalcando l’elezione di Francesco al
Soglio pontificio. Dalle parti di Pennsylvania Avenue si apprezzava la maggiore
attenzione del Pontefice argentino ai temi legati alla giustizia sociale, piuttosto
che il continuo porre l’accento sui cosiddetti princìpi non negoziabili così
cari ai suoi immediati predecessori.
Obama, poi, ricordava ancora bene l’udienza in Vaticano del 2009, quando Benedetto XVI gli regalò una copia della “Dignitatis Personae”, l’istruzione della Congregazione per la Dottrina della fede del 2008 sulla bioetica. Nei mesi scorsi, il presidente americano ha chiesto ai curatori dei propri discorsi di citare ove possibile vari passaggi dei testi pronunciati da Francesco sulla povertà e sulle altre questioni sociali. E’ accaduto anche lo scorso dicembre, quando in un discorso di Obama è comparsa la frase “come può essere che non faccia notizia quando muore di freddo una persona anziana senzatetto ma faccia notizia la borsa che perde due punti?”, contenuta nell’Evangelii Gaudium, la prima esortazione apostolica di Bergoglio.
Obama, poi, ricordava ancora bene l’udienza in Vaticano del 2009, quando Benedetto XVI gli regalò una copia della “Dignitatis Personae”, l’istruzione della Congregazione per la Dottrina della fede del 2008 sulla bioetica. Nei mesi scorsi, il presidente americano ha chiesto ai curatori dei propri discorsi di citare ove possibile vari passaggi dei testi pronunciati da Francesco sulla povertà e sulle altre questioni sociali. E’ accaduto anche lo scorso dicembre, quando in un discorso di Obama è comparsa la frase “come può essere che non faccia notizia quando muore di freddo una persona anziana senzatetto ma faccia notizia la borsa che perde due punti?”, contenuta nell’Evangelii Gaudium, la prima esortazione apostolica di Bergoglio.
Il tentativo della
presidenza americana di trascinare su questo campo il confronto con la Santa Sede è
palese, e non è un caso che domenica scorsa sul New York Times –
quotidiano liberal per eccellenza della East Coast – sia comparso un lungo
articolo di Jason Horowitz sulle radici cattoliche dell’attivismo di Obama.
Anche qui si sottolineava con dovizia di particolari come fosse la lotta per la
giustizia sociale ad aver avvicinato l’allora giovane Barack alla Chiesa
cattolica, prima di distanziarsene dopo aver constatato che il tempo della
lotta era terminato.