lunedì 10 marzo 2014

ERRANI E COMPANY SCIVOLANO SULLE DONNE

 9 marzo 2014

Da che mondo è mondo la festa della donna si celebra l’8 marzo. Si fa così in America dal 1909 e in alcuni paesi europei dal 1911: l’Italia si è adattata nel 1922.
Sempre l’otto marzo, non il sette. Solo la Regione Emilia Romagna ha sbagliato calendario e ha voluto festeggiare il gentil sesso regalando a tutti i suoi dipendenti (centinaia) un paio d’ore di uno spettacolino teatrale venerdì mattina, sette marzo. Lasciamo a politici le polemiche e le guerre di religioni sulla presunta blasfemità dell’opera e sull’opportunità di mandare in scena Marinella Manicardi con i suoi «Corpi impuri», pièce che a un certo punto propone un più o meno spericolato parallelo fa le mestruazioni femminili e il costato sanguinante di Cristo. Su questo punto laici e cattolici si stanno scannando.
Andiamo oltre, andiamo al sodo: anzi, al soldo.

Punto primo: per due ore i dipendenti della Regione venerdì non hanno lavorato perchè hanno usufruito di un permesso retribuito. Giusto? No. Visti i tempi, è bene che gli enti pubblici risparmino, i dipendenti sgobbino e non vengano gettate alle ortiche migliaia di ore che in qualche modo paghiamo anche noi.

Punto secondo: ma perchè questo spettacolo non è stato messo in scena nel giorno giusto, cioè ieri, 8 marzo? La risposta è facile facile: ieri era sabato, la Regione era chiusa e quindi... E quindi cosa, scusate tanto? Chi era interessato sarebbe comunque potuto andare. Stop.

La Regione, arrrampicandosi un po’ sugli specchi e un po’ sulle leggi, ha dimostrato la sua ‘innocenza’. «Il contratto di lavoro consente permessi retribuiti per due celebrazioni annuali. Noi abbiamo scelto il 2 agosto e l’8 marzo» (che poi è diventato 7; ndr). ‘Assoluzione’ giuridica accordata, ok: ma il nodo non è questo perchè l’assoluzione giuridica, vedrete, verrà data (esempio) anche a quei consiglieri regionali che si facevano rimborsare di tutto e di più, pure i 50 centesimi della toilette pubblica.

Il problema, e molti di questi signori che vivono ancora sulla luna e sulla bambagia, non l’hanno capito, è un altro. Ci sono di mezzo il rispetto per il paese reale, l’etica, il buonsenso, la morale, magari anche una faccia. Una faccia da salvare.


Nessun commento:

Posta un commento