Il governo aveva cercato di reagire
agli abusi vergognosi commessi in quasi tutte le Regioni italiane nella
gestione dei fondi relativi al costo della politica, redigendo una legge che
attribuiva alla Corte dei conti il potere di intervenire, in via preventiva,
sulla spesa regionale.
Tale disposizione si proponeva di impedire che questi
abusi si ripetessero. E ciò al fine di cercare di tamponare i crescenti buchi
di bilancio prodotti dalla finanza allegra regionale.
Il
principio dell'intervento preventivo obbediva all'antica cautela, conosciuta da
tutti, che «non si chiude la stalla dopo che i buoi sono scappati». Infatti, se
si tiene ad avere i propri animali, bisogna custodirli con grande attenzione,
chiudendo, appunto, la stalla nella quale essi si trovano. Come dimostra anche
il recentissimo piano Salva-Roma (e gli altri interventi trasfusionali a danno
dell'erario e a favore di altri enti locali spensieratamente dissipatori), se
se ne vuole impedire l'ulteriore necessità in futuro, ci deve essere un ente di
controllo che, prima di impegnare una spesa, ne verifichi la congruità rispetto
alle risorse disponibili.
Quando
questo controllo (c'era negli anni del boom economico italiano, sarà un caso?)
veniva svolto dalle giunte provinciali amministrative, le spese degli enti
locali erano distinte in: fondamentali e facoltative. Con questo criterio, era
facile fare una prima scelta. Alla prima difficoltà di bilancio, le spese
facoltative venivano tagliate in automatico. Il sindaco vuol fare un giro in
Palestina coi suoi amici? Certo, ma solo se lo paga lui. Si vuol organizzare un
spettacolo gratis? Ok, ma se lo pagano chi li vede, come paga la birra chi se
la beve.
Adesso
la Corte costituzionale ha detto (con sentenza depositata giovedì 6 marzo) che
le Regioni non possono essere condizionate nella loro autonomia.
Non è la
Consulta che sta dando i numeri. È la Costituzione che li ha dati dopo le
allucinanti modifiche del titolo V. Ecco perché ha ragione Tino Oldani, in
questo numero, e l'economista Mario Baldassarre nell'intervista concessa a
ItaliaOggi il mercoledì 5 marzo nel dire che la soluzione, a questo punto, è,
molto semplicemente, quella di abolire le Regioni.
feste in maschera a spese dei contribuenti |
Da Italia Oggi
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