Quest’anno ricorre
il 20° anniversario dalla pubblicazione
dell’enciclica Fides et Ratio. Papa Giovanni Paolo II, con quella
enciclica, volle profeticamente denunciare la pericolosa deriva della
ragione verso lo scetticismo e il nichilismo. Il papa all’epoca intuì che
vi era una “crisi di fiducia nella ragione”che si rivelava essere
pericolosa per la fede. Era quello un pericolo che la Chiesa non poteva
permettersi di sottovalutare, sul quale non poteva permettersi di rimanere in
silenzio. La ragione infatti, per Grazia, riconosce ed aderisce alla Verità,
per la quale è fatta.
Oggi la distruzione dell’umano è
conclamata e la ragione è sempre più debole. Però la risposta sembra essere
altrettanto debole.
Della Fides et Ratio
ci dà qualche cenno l’arcivescovo di
Philadelphia, mons. Charles J. Chaput, in questa intervista (qui) ,
pubblicata su Catholic News Agency. Ecco alcuni stralci.
Domanda: Come può il cattolico medio trarre
beneficio dalla enciclica Fides et ratio, 20 anni dopo la sua pubblicazione?
Chaput:
(…) Il principale risultato di Fides et Ratio è che imparare a pensare
chiaramente, con la Chiesa, in modo maturo e ben informato, è vitale. E’
cruciale tanto quanto sentire profondamente le nostre convinzioni religiose. Il
sentimento non basta, e questo influisce direttamente su come comprendiamo il
ruolo della coscienza.
La fede cristiana è
qualcosa di più della buona volontà e delle buone intenzioni. La coscienza è
più delle nostre opinioni personali sincere. Una coscienza sana ha bisogno di una forte formazione nelle verità
comunemente affermate nella comunità cattolica. Senza di ciò, la coscienza può molto rapidamente trasformarsi in una
macchina degli alibi. Il mondo è un luogo complicato. Richiede solide capacità
di ragionamento cattolico radicate nell’insegnamento della Chiesa.
Il problema è che ora
abbiamo almeno due generazioni di catechesi povera e di formazione della
coscienza molto inadeguata. Così, quando alcuni ci dicono di lasciare le decisioni morali di oggi
alle “coscienze adulte” del nostro popolo, potremmo desiderare
di essere d’accordo – idealmente – ma prima di fare ciò, dobbiamo esaminare che cosa significhi esattamente questo. Abbiamo
moltissimi adulti con credenziali di successo che si considerano cattolici, ma la cui educazione alla fede si è
interrotta nel sesto anno. Recuperare la disciplina del buon ragionamento
morale cattolico è urgente.
Domanda: Se qualcuno si trova in un ambiente
culturale o ecclesiale dominato da una filosofia e da un teologia povera, come
dovrebbe rispondere?
Chaput: Ignorare le sciocchezze, leggere,
guardare e ascoltare le buone fonti cattoliche, e vivere la propria fede in
conformità con ciò che la Chiesa ha sempre insegnato. L’insegnamento
essenziale (della Chiesa, ndr) si applica ancora al matrimonio, al sesso,
all’onestà e a tutto il resto. Non ci sono “nuovi paradigmi” o
rivoluzioni nel pensiero cattolico. L’uso di questo tipo di linguaggio
fuorviante non fa che aggiungere confusione ad un’epoca che confonde.
Domanda: Perché Lei pensa che questi problemi di
fede e ragione siano così ricorrenti nel nostro tempo?
Chaput: La scienza e la tecnologia possono far
sembrare – ma solo sembrare – il soprannaturale ed il sacro non plausibili. Il
linguaggio della fede può cominciare a suonare alieno ed irrilevante. Questo è
il motivo per cui perdiamo così tanti giovani prima ancora che comincino a
considerare il credo religioso. Sono
catechizzati ogni giorno da un flusso di distrazioni materialiste
che non smentiscono Dio, ma creano indifferenza nei suoi confronti. (come
disse sinteticamente Cornelio Fabro: Dio se c’è non conta, ndr)
La Chiesa sta lottando
con molto dubbio (cioè con molta incertezza, ndr). È naturale in un’epoca di
rapidi cambiamenti. Penso che molti pastori e studiosi della Chiesa
abbiano semplicemente perso la fiducia nella razionalità della fede e
nell’affidabilità della Parola di Dio senza essere disposti ad ammetterlo.
Piuttosto, si rifugiano nei sentimenti umanitari e nell’azione sociale. Ma
non hai bisogno di Dio per nessuna di queste cose, almeno nel breve periodo. A
lungo andare, Dio è l’unico sicuro garante dei diritti umani e della dignità.
Quindi abbiamo bisogno di pensare il nostro cristianesimo –
profondamente, fedelmente e rigorosamente – e sentirlo.
Ecco perché
l’enciclica Fides et Ratio è così importante. Essa ce lo ricorda.
Nessun commento:
Posta un commento