In un’epoca di negazione dei padri e
della virilità, si è annacquata la pedagogia del coraggio.
In effetti si è spampanato anche il coraggio, che adesso si
chiama sindrome dell’eroe, mentre la generosità si chiama sindrome della
crocerossina.
Cominciamo a decostruire l’etica delle vigliaccheria, ricostruiamo le regole d’onore.
Cominciamo a decostruire l’etica delle vigliaccheria, ricostruiamo le regole d’onore.
Paolo Uccello: San Giorgio e il Drago |
Un paio di anni fa una
giovane donna di 19 anni, è stata beccata a copiare alla maturità. Copiare è un furto: si rubano voti più alti
così da avere risultati e vantaggi rubati, si divide il mondo in furbi e fessi.
Copiare è un reato gravissimo che fa un giovane ladro che non ha la possibilità
di fare cose più serie: tranquilli, quando sarà più grande ruberà posti di
lavoro ai più meritevoli o il denaro dei contribuenti. Sorpresa a copiare,
perché il piccolo genio si è fatto anche beccare, è stata sospesa dall’esame
di maturità. Ma i genitori sono due
tenaci, due che non si arrendono mai. Le hanno fatto fare ricorso al Tar che ha
dato ragione alla giovane studentessa: gli esaminatori dovevano capire che
lei aveva paura: copiare era stato un mezzo per esorcizzare la paura. Chi non è
i grado di affrontare il normale stress dell’esame di maturità non lo dia e
vada a fare altro.
La nostra democrazia è
comunque costata lacrime e sangue. Non è perfetta, anzi, ma è meglio di
qualsiasi dittatura, quindi imparate a combattere adesso, da ragazzi, per
il bene comune.
Chi scrive sui muri
danneggia il bene comune: non fatelo e se qualcuno lo fa denunciatelo. Le
sostanze chimiche per pulire i muri e levare le scritte sono inquinanti.
Scrivere sui muri è una violenza a tutti coloro che non vogliono leggere e sono
costretti a farlo, è una violenza piccola, non per questo meno grave.
Chi copia è un ladro:
alzatevi in piedi e denunciatelo al professore. Vi linceranno e voi resisterete
al linciaggio. Mia madre fu linciata ai suoi bei tempi perché si era rifiutata
di far il tema “Perché amo il Duce” ed è sopravvissuta. Non è vero che dobbiamo sempre essere amati. Se nessuno ti odia vuol
dire che non ti sei battuto mai per nessuna causa ( W: Churchill)
Vostro figlio ha preso
una serie di insufficienze? Sgridatelo, spiegando che ha fatto una seria di
scelte sbagliate sulle priorità, (non
dicendo che è stupido), nel caso chiedetevi se sia il caso di affiancargli un
aiuto, andate dai professori a concordare una strategia comune, non certo a
protestare per le insufficienze. Sequestrate cellulare, tablet, telecomando,
computer salvo di giorno e solo per studio: ha preso insufficienze? Non se li
merita. Ha preso insufficienze? Non ha la capacità di gestire il tempo e
sicuramente dorme troppo poco perché resta sveglio fino altre mezzanotte e fare
sciocchezzuole su internet. È uno studente lavoratore o va solo a scuola? Se va
solo a scuola c’è un minimo sindacale sotto cui non può scendere. Se di quello
che studia a scuola non gli importa un fico, vuol dire che a scuola ci va solo
perché considera i lavori manuali roba da essere inferiori. Si chiama snobismo, e nasce da S. Nob: sine
nobilitate, senza nobiltà, abbreviazione che si scriveva nelle università
inglesi di fianco ai cognomi di quelli che non erano conti o baroni di niente.
Ultima possibilità: va male a scuola perché ha il cortisolo a palla che gli ha
annientato memorizzazione e concentrazione. Allora è il momento di prendersi
tre giorni di tempo da passare con lui e non mollare fino a quando non abbiamo
capito il problema e portato aiuto. Anche in questo caso il tablet e il
cellulare si sequestrano perché sono fonte di stress enorme, perché è un
apprendimento di competenze imparare a fare senza.
Se vostro figlio
insieme ad altri ha fatto una cosa atroce a un compagno, per poi mettere il
video su you tube, fategli capire cosa vuol dire essere il più debole.
Se protesta rileggete
un libro scritto da un’adolescente, la quattordicenne Anna Frank. Rileggete il
linguaggio altissimo, lo struggente desiderio di andare a scuola, di fare una
passeggiata.
Un sedicenne che resta
due settimane senza cellulare, fino a quando porta una sufficienza piena,
tranquilli, ce la può fare.
E che diventi un cavaliere. Cum
nobilitate.
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