“La gloria di Dio è l’uomo vivente”
Sono nato e
cresciuto a Cesena, ma sono stato lontano fisicamente da Cesena dal settembre
‘99. Mi sono laureato in ingegneria gestionale a Bologna e ho lavorato per
circa 12 anni come consulente aziendale in giro per l’Italia. Da maggio ’18
sono tornato a lavorare a Cesena e alcuni incontri mi stanno cambiando la vita
in città.
Nel marzo ’18
l’amico Francesco mi coinvolge in una “folle” trasferta: alcuni ex studenti dell’università
di Pisa si ritrovano dopo vent’anni dalla laurea per sostenere Maurizio,
candidato come deputato per gli italiani all’estero, in veste di rappresentanti
di lista per lo scrutinio in notturna alla Protezione Civile nei pressi di Tor
di Quinto; l’esito elettorale è molto deludente – Maurizio non viene eletto. Ma
quel gruppo di amici che non si incontrava da 20 vent’anni comincia a
rimettersi insieme e rivedersi. Perché?
Gigi, Michele, Enrico, Andrea, Tommaso, Francesco |
Si rientra a
Cesena e Francesco mi porta ad un incontro dell’associazione culturale
Crocevia. Quella sera si discute per sviluppare le iniziative per un “PerCorso”
culturale a partire dai principi della Dottrina Sociale ed iniziare un lavoro
in vista delle elezioni comunali del maggio ’19.
Da allora nulla
è più come prima: sono nate grandi amicizie estremamente intergenerazionali (io
38, medici in attività o in pensione over 70, avvocato consigliere comunale
uscente sui 55, specialista della comunicazione strategica da fuori città,
professori e insegnanti in pensione e non, imprenditori, professionisti, dipendenti
comunali, operatori sociali, infermieri – tutti accumunati dalla voglia di dare
giudizi sulla vita (culturale, sociale e politica) e di impegnarsi nella sfida
elettorale per dare spazio a voci diverse da quelle che a Cesena hanno
stabilito un’egemonia ininterrotta da 50 anni a questa parte – tutto
rigorosamente gratis et amore Dei.
Abbiamo
cominciato a incontrarci almeno una volta alla settimana, sia per il PerCorso
che per le comunali; abbiamo iniziato a sentirci più volte al giorno; è nata un’amicizia
con uno scopo chiaro: contribuire alla costruzione di un mattoncino della
nostra Casa, all’insegna di un tentativo di seminare un germoglio di
sussidiarietà realizzata e non solo dichiarata.
Un amico,
Enrico, ha deciso di metterci la faccia: si è candidato nella civica “Cambiamo”
in rappresentanza del gruppo neocostituito “Cattolici nel Centrodestra”.
Esito? Spettacolo.
Che qualcuno chiamerebbe “centuplo”.
Centuplo di
entusiasmo, centuplo di incontri e giudizi – di fronte a chi ti mette alle
strette non puoi barare né essere astratto - centuplo di critiche “social” e
non ricevute, centuplo di amicizie nate e riscoperte, centuplo di verità
svelate in rapporti che credevi sinceri ma in realtà erano solo tiepidi: di
fronte a una proposta (limitata e fallibile come ogni proposta umana) la
libertà si attiva, aderisce o rifiuta. Ecco che la vittoria è già nel metodo:
senza una proposta non c’è libertà.
Abbiamo
discusso, abbiamo incontrato, abbiamo coinvolto – spettacolare la rete di amici
che man mano ci ha supportato ed ha a sua volta coinvolto amici e conoscenti!
Abbiamo vinto al
primo turno: Cesena non era mai andata al ballottaggio nella sua storia – il
nostro candidato ha ottenuto quasi 1.000 preferenze (in un comune da 100 mila
persone è tanta roba) ed è stato di gran lunga il più votato della città (quasi
il doppio del secondo più votato).
Abbiamo perso al
ballottaggio: Cesena rimane di sinistra, Enrico va all’opposizione.
Ma abbiamo vinto
o abbiamo perso? Abbiamo stravinto: perché questa “compagnia dell’anello” è un
posto in cui l’amicizia si fa concreta fino al giudizio sul marciapiede o sul
senso unico, certi di poche grandi cose e continuamente richiamati dai “momenti
di persona” che ci rimandano alla dipendenza dalla storia che ci genera.
Abbiamo vinto
perché la gente ci chiede: “E adesso?” e noi vogliamo continuare a costruire la
Civitas Dei che l’autorità potrà (se
vorrà) riconoscere.
Io ho vinto
perché - io che sognavo di andare a lavorare negli States, io che mi ero fatto
fregare dal fascino della cultura anglosassone dominante, io che per incontri e
intrecci della vita sono tornato a casa - io non ho mai sentito Cesena casa mia
quanto la sento ora, perché la casa è un posto dove ci sono gli amici che
insieme provano a costruire questa casa mattone su mattone.
Chiudo con un
augurio per questo inizio con le parole di Enzo Piccinini, per cui proprio il
26 maggio – data del primo turno di voto – è stato dato il via libera al
processo di beatificazione:
“la mia vita è come una mongolfiera, più
vado, più m’innalzo, più mi impegno, più sono dentro a questa vita, più scopro
degli aspetti dell’umano che erano impossibili prima: la capacità di fedeltà,
di amicizia, di lealtà, di ripresa, di indomabilità, che non avevo mai pensato
prima. Perciò, da ultimo, è una gratitudine. Come ho iniziato, così voglio
finire: è una gratitudine che caratterizza la mia vita, perciò non ho paura di
darla tutta.”
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