lunedì 10 giugno 2019

SULLA VIA EMILIA IL MURO ROSSO SI SGRETOLA



La destra vince a Ferrara dopo 69 anni, il partito di Salvini può conquistare la regione nel prossimo voto e governare tutto il Centronord, il motore del paese. Il problema del Pd è l'attacco che la Lega muove al cuore del suo potere residuo.

Come sono andati ballottaggi? Questa è la sintesi politica:
Zattini vince a Forlì
- Sette è il numero. Sette capoluoghi di provincia al centrosinistra. Sette al centrodestra.
- Sindaci di città capoluogo. La coalizione Lega-FI-FdI conquista 12 sindaci di città capoluogo, 5 in più delle scorse elezioni. I dem 13, sei in meno.
- Comuni oltre i 15 mila abitanti. Il riepilogo dice che il Centrosinistra ne ha conquistati 112 (41 in meno), il Centrodestra ne ha presi 85 (40 in più), il Movimento Cinque Stelle ne ha preso 1 (e persi 3), le varie liste Civiche hanno 23 sindaci  (e più 5).
- È caduto il muro di Ferrara. Dopo 69 anni la città passa alla destra, un altro punto di grande significato simbolico per la Lega.
- Livorno torna a sinistra. Altro dato persistente: i Cinque Stelle vanno al governo e poi perdono.
- Espugnare l'Emilia. Se Salvini gioca bene le sue carte può prendersi l’intero Centronord e cioè il motore dell’intero paese. Il takeover della Lega sull'Emilia ora è possibile, il governo della Regione è contendibile.  Il problema del Pd è l'attacco che la Lega muove al cuore del suo potere residuo. Il partito di Salvini è forte nelle zone industrializzate, tra i piccoli e i medi produttori, gli operai, le partite Iva, gli autonomi. Doveva essere questo l'elettorato del Pd.
- Conseguenze del voto sul Governo? Zero. È ancora l’onda lunga delle elezioni europee. Vince la Lega. Non vince e non perde il Pd di Zingaretti (non è una questione di numero, ma di significato e impatto delle vittorie e sconfitte), i dem sono ancora un oggetto misterioso e hanno un appuntamento agghiacciante all'orizzonte: le elezioni regionali in Emilia. Perdono i Cinque Stelle: vincono solo a Campobasso.
- Rapporto di forza. Si è invertito il rapporto di forza nel Governo. Ma questo è solo un passaggio. Il periodo decisivo sarà dal vertice di stasera fino alla presentazione della legge di bilancio in autunno. I temi chiave che emergeranno, le cose che contano: il rapporto con l'Unione europea, il giudizio delle agenzie di rating, la stesura della legge di Bilancio per il 2020.  
***
Che succede? 
Siamo nella fase del disordine e dell'isteria, tipica del cambio di regime innescato da una rivoluzione (quella del voto del 4 marzo 2018) e da una transizione (il Governo Frankenstein 1, ne seguiranno altri). Così abbiamo il governo alle prese con il problema del debito e del credito (i minibot, il cash di Stato); la maggioranza in pieno sottosopra (guerra e pace tra Di Maio e Salvini); i partiti mainstream di un tempo (Forza Italia e Pd) in piena crisi d'identità che si stanno spaccando oggi in correnti e forse domani altri partiti (Sala, Renzi, Calenda nel Pd, Toti in Forza Italia); il sindacato che cerca di sopravvivere a se stesso e alla smaterializzazione dell'impresa e del lavoro; Confindustria che è lo specchio deformante di un sistema che ha ancora qualche capitale (all'estero) e nessun capitano in patria; la Chiesa con le basiliche vuote, i cardinali pieni e un Papa che ha diviso la comunità dei fedeli; la magistratura in profondissima crisi, un devastante scenario di sfiducia, con il grosso guaio del Csm che sta correndo verso la paralisi dell'organo costituzionale. Il sismografo sale e scende. A razzo. Che facciamo? Viviamo tempi interessanti. Forse troppo.

Tratto da LIST


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