La destra vince a Ferrara dopo 69 anni, il partito
di Salvini può conquistare la regione nel prossimo voto e governare tutto il
Centronord, il motore del paese. Il problema del Pd è l'attacco che la Lega
muove al cuore del suo potere residuo.
Come sono andati ballottaggi? Questa è la sintesi politica:
Zattini vince a Forlì |
- Sette è il numero. Sette capoluoghi di provincia al
centrosinistra. Sette al centrodestra.
- Sindaci di città capoluogo. La coalizione Lega-FI-FdI conquista 12 sindaci
di città capoluogo, 5 in più delle scorse elezioni. I dem 13, sei in meno.
- Comuni oltre i 15 mila abitanti. Il riepilogo dice che il Centrosinistra ne
ha conquistati 112 (41 in meno), il Centrodestra ne ha presi 85 (40 in
più), il Movimento Cinque Stelle ne ha preso 1 (e persi 3), le varie liste
Civiche hanno 23 sindaci (e più 5).
- È caduto il muro di Ferrara. Dopo 69 anni la città passa alla
destra, un altro punto di grande significato simbolico per la Lega.
- Livorno torna a sinistra. Altro dato persistente: i Cinque Stelle
vanno al governo e poi perdono.
- Espugnare l'Emilia. Se Salvini gioca bene le sue carte può
prendersi l’intero Centronord e cioè il motore dell’intero paese. Il takeover
della Lega sull'Emilia ora è possibile, il governo della Regione è
contendibile. Il problema del Pd è l'attacco che la Lega muove al
cuore del suo potere residuo. Il partito di Salvini è forte nelle zone
industrializzate, tra i piccoli e i medi produttori, gli operai, le partite
Iva, gli autonomi. Doveva essere questo l'elettorato del Pd.
- Conseguenze del voto sul Governo? Zero. È ancora l’onda lunga delle
elezioni europee. Vince la Lega. Non vince e non perde il Pd di
Zingaretti (non è una questione di numero, ma di significato e impatto
delle vittorie e sconfitte), i dem sono ancora un oggetto misterioso e hanno un
appuntamento agghiacciante all'orizzonte: le elezioni regionali in Emilia.
Perdono i Cinque Stelle: vincono solo a Campobasso.
- Rapporto di forza. Si è invertito il rapporto di forza nel
Governo. Ma questo è solo un passaggio. Il periodo decisivo sarà dal vertice di
stasera fino alla presentazione della legge di bilancio in autunno. I temi
chiave che emergeranno, le cose che contano: il rapporto con l'Unione europea,
il giudizio delle agenzie di rating, la stesura della legge di Bilancio per il
2020.
***
Che succede?
Siamo nella fase del disordine e
dell'isteria, tipica del cambio di regime innescato da una rivoluzione (quella
del voto del 4 marzo 2018) e da una transizione (il Governo Frankenstein
1, ne seguiranno altri). Così abbiamo il governo alle prese con il problema del
debito e del credito (i minibot, il cash di
Stato); la maggioranza in pieno sottosopra (guerra e pace tra Di Maio e
Salvini); i partiti mainstream di un tempo (Forza Italia e Pd) in piena crisi
d'identità che si stanno spaccando oggi in correnti e forse domani altri
partiti (Sala, Renzi, Calenda nel Pd, Toti in Forza Italia); il sindacato
che cerca di sopravvivere a se stesso e alla smaterializzazione dell'impresa e
del lavoro; Confindustria che è lo specchio deformante di un sistema che ha
ancora qualche capitale (all'estero) e nessun capitano in patria; la
Chiesa con le basiliche vuote, i cardinali pieni e un Papa che ha
diviso la comunità dei fedeli; la magistratura in profondissima crisi, un
devastante scenario di sfiducia, con il grosso guaio del Csm che sta
correndo verso la paralisi dell'organo costituzionale. Il sismografo
sale e scende. A razzo. Che facciamo? Viviamo tempi interessanti. Forse
troppo.
Tratto da LIST
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