Tutti parlano
della “procedura d’infrazione” – ossia della punizione, con tanto di multa – che la UE intenderebbe
infliggere all’Italia per “deficit eccessivo”. Ma nessuno spiega se è giusto,
chi sono i “punitori” e cosa li muove.
Il professor Luca Ricolfi (area centrosinistra) ha osservato sul “Messaggero” che le cosiddette “regole” vengono fatte valere
dalla Commissione europea con una “fortissima discrezionalità”, cosicché “sono state tranquillamente ignorate quando a violarle
erano Paesi come la Francia o la Germania”. Mentre per l’Italia si decide in base al governo.
Così è accaduto “che al
governo italiano fosse concessa ogni sorta di sforamento e dilazione negli anni di
Renzi e Gentiloni… e,
simmetricamente, ora accade che… al governo italiano venga assai più
perentoriamente richiesto di obbedire alle regole”. In sostanza vogliono mettere in riga l’Italia che ha la colpa di aver votato Lega.
Le regole europee sono
usate dalla Commissione per costringere l’Italia a sottomettersi e per imporre le sue politiche economiche che si
sono rivelate fallimentari (hanno infatti portato
povertà, recessione e disoccupazione).
La cosa che sconcerta
è l’assurdità dei pretesti che accampano per colpirci: in questo caso l’irrilevante esiguità della variazione
del deficit, che è ben inferiore al deficit della Francia.
Ma nella narrazione
corrente sembra che l’Italia meriti di essere punita perché sarebbe spendacciona e danneggerebbe gli altri partner europei i
quali sarebbero stanchi di “pagare” i suoi vizi.
Anzitutto va detto chel’Italia è fra i paesi più rigorosi e
disciplinati perché da quasi trent’anni è in avanzo statale primario (un
economista l’ha definito: “un record assoluto a livello mondiale”).
Ma c’è di più.
Ieri Matteo Salvini ha dichiarato:“All’Unione europea gli italiani stanno
regalando decine di miliardi (e sangue) da anni, adesso basta”.
E’ vero? Sì. E’
esattamente così. Come ha fatto notare Fabio Dragoni, dal 2000 al 2017 noi abbiamo versato alla
UE molto più di quanto abbiamo ricevuto: precisamente 88,720 miliardi in più
che, evidentemente, sono andati a beneficio degli altri partner della UE.
Inoltre abbiamo contribuito al Fondo Salva Stati con 58,200 miliardi (Fonte DEF
2019).
In totale fanno 146,920 miliardi di cui hanno
beneficiato gli altri paesi europei che poi oggi – incredibilmente – vogliono
la procedura contro l’Italia per uno scostamento minimo del nostro deficit
previsto.
E’ grottesco e
ingiusto: con tutti quei soldi avremmo addirittura abbattuto il debito (oltreché il
deficit) e rilanciato la nostra economia (con forti investimenti in opere
pubbliche).
E’ assurdo che
l’opposizione non faccia fronte comune col governo contro questa palese iniquità. E’ anche avvilente che sui media sia l’Italia ad apparire in colpa. Eppure noi non siamo debitori della Ue,
bensì creditori. Perché non rivendicarlo
tutti uniti?
Forse qualcuno in Italia tifa per la procedura
d’infrazione per dare un colpo ai “sovranisti”? Qualcuno in Italia pensa di avvantaggiarsi se la
UE ci impone di dare un nuovo colpo a sanità e pensioni, se ci costringe a una
nuova stangata fiscale e a una nuova recessione? C’è chi si aspetta un aiuto straniero
contro Salvini?
Spero di no. La “chiamata dello straniero” è sempre
stata la causa di tutte le sciagure italiane. La storia insegna che le invasioni, le devastazionie i saccheggi degli eserciti europei nel nostro Paese sono
stati possibili per le divisioni fra gli italiani e perché qualcuno di loro
chiamava quell’“aiuto” contro altri italiani.
Esemplare il caso dell’Italia rinascimentale che era il faro mondiale della civiltà (nelle
corti europee si imparava l’italiano come oggi si studia l’inglese).
Essendo purtroppo divisa
in tante fazioni contrapposte fu un boccone ghiotto per gli eserciti “europei” che non trovavano mai una resistenza concorde.
Lo ha raccontato nella
sua “Storia delle repubbliche italiane” lo storico ed economista ginevrino Sismondo de Sismondi: “Alla fine del secolo XV i signori delle nazioni
francese, tedesca e spagnolafurono tentati dall’opulenza meravigliosa
dell’Italia, dove il saccheggiodi una sola città prometteva loro a volte
più ricchezze di quante ne potessero strappare a milioni di sudditi. Con i
più vani pretesti essi invasero l’Italiache, per quaranta anni di guerra, fu di
volta in volta devastata da tutti i popoli che poterono penetrarvi. Le
esazioni di questi nuovi barbari fecero infine scomparire l’opulenza che li
aveva tentati”.
Vogliamo imparare dalla
storia?
Antonio Socci
Da “Libero”, 24 giugno 2019
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