CON UNA RISPOSTA FINALE DI DON GIUSSANI
La Chiesa che indica come problematici
‘i muri’ – e non l’ingiustizia che viene prima -, sembra affetta da una sorta
di dissociazione.
Vivere al proprio interno un’umanità
nuova e testimoniare l’avvenimento di Cristo che permane nella storia, e ciò che l’uomo aspetta e
quindi la Rivelazione dovrebbe essere l’unico compito della Chiesa.
Invece
non si fa che sentire una trafila di ”non è cristiano chi… ”, un crescendo di
accuse per non aver fatto questo o quello in tema di accoglienza, fino
all’odierna ”Ira di Dio” di cui ci avverte Papa Francesco.
Ma l’ingiustizia viene prima
che ogni cosa venga compiuta: solo se partiamo da questa fondamentale
osservazione, si può parlare ragionevolmente di immigrazione. Infatti, non
possiamo rimuovere del tutto la povertà ed il male, ma possiamo fare il bene
solo se
abbiamo fatto esperienza della vita come un bene. (…) Se vogliamo
essere uomini che riconoscono il reale come sacro, allora dovrebbe essere
agevole comprendere che il bene si fa sin dall’inizio e non solo nell’ultima
fase. Quando innaturalmente, si abbandona casa propria. (…)
Ira e Giustizia
Ma nell’enfasi di far
passare l’immigrazione di per sé ‘santa’, si arriva al titolo di Avvenire oggi :
“L’ira di Dio” ( e, come vedremo in seguito , anche ad iniziative molto
dubbie). Ora in qualsiasi vocabolario leggiamo che “l’Ira o il furore è un brusco impulso che offusca la mente e il cuore,
a favore dei bassi istinti”. Mi sono sempre confessato di questo perché è
uno dei sette vizi capitali, e comprensibilmente: non per dovere ma perché
corrompe, rovina. Come ogni altra cosa richiesta dalla Tradizione della Chiesa
e dal Magistero, è una cosa ragionevole perché Dio vuole l’uomo tutto intero e
l’adesione a Lui non esclude la ragione , anzi la esalta.
Dio è invece è Giustizia. Ma
mai Ira. Questo nel nuovo Testamento si chiama ‘nuova Alleanza’.
Una
Chiesa fondata sui temi sociali?
Ma torniamo a noi. Parlavo di
segni di divisione nella Chiesa scesa ‘in campo’ contro la resistenza
all’immigrazione clandestina, che è un male non un bene. La Chiesa ha
fatto dell’inclusione, del meticciato di popoli e dell’ostilità ai ‘muri’ una
nuova ragion d’essere e non passa occasione che indichi il suo ‘superamento’
come vitale. Mentre
chi non recepisce queste direttive è razzista , non è solidale, non è un vero
cristiano.
Conseguentemente, la spaccatura nel
mondo cattolico e non, diventa ogni giorno più pericolosa. (…) Sembra però che
una ”Armata” continui a incedere, restia ad ogni suggerimento fraterno. Più si
suggerisce sommessamente e con prudenza e più sembra che il livello di scontro
dall’altra parte si incentivi.
In particolare. mi ha lasciato
sbigottito l’iniziativa che si svolgerà questo sabato in tutta Italia dal nome
più che eloquente: “Tavolata Italiana Senza Muri” .
Ecco uno dei gazebo,
preparati per l’occasione:
Le Iniziative ‘L’Italia CHE RESISTE’ , ‘Tavola per la Pace’
e Tavolata contro i Muri’, sfaccettature di una unica medaglia…
L’iniziativa ‘Tavolata contro i Muri‘
è nei contenuti simile a ‘L’Italia
CHE RESISTE , iniziativa cominciata il 2 febbraio scorso in oltre
280 comuni italiani a cui ha aderito ‘‘Tavola per la pace‘‘, quest’ultima
sponsorizzata dal mondo cattolico (cambiata oggi nella più inclusiva ”tavolata
senza muri”).
Se ci fosse qualche dubbio sulla chiara accezione del titolo, sappiate che questo nasce solo dalla vostra buona fede: in realtà la lettera indirizzata a vari appartenenti delle associazioni partecipanti ( Focsiv, Scout, Caritas, Acli) non lascia spazio a fraintendimenti.
L’iniziativa ‘Tavolata contro i Muri‘ – come è chiaro dal
titolo – è squisitamente politica.
Non era mai accaduto mai prima che la Chiesa scendesse in campo così
organicamente capillarmente, neanche a favore dei cristiani perseguitati in
Siria, ad opera dell’Europa e dei governi occidentali. I massimi vertici della
Chiesa invece si scandalizzano di chi mostra simboli cristiani nei comizi e
linearmente dice di voler implementare una legislazione a favore della
famiglia, della vita, contro la finanza speculativa e contro l’immigrazione
indiscriminata.
“È
l’umanità che ha abbandonato la Chiesa o è la Chiesa che ha abbandonato
l’umanità?”
Mi viene allora in mente che
in una intervista a don Giussani, fondatore della Vecchia Comunione e
Liberazione, gli veniva citato Eliot: “È l’umanità che ha abbandonato la Chiesa
o è la Chiesa che ha abbandonato l’umanità?” e gli si aggiungeva la domanda: “È
una critica alla Chiesa o all’umanità?”
La risposta di don Giussani è
stata la seguente:
Tutti e due, tutte e due, perché innanzitutto è l’umanità che ha
abbandonato la Chiesa, perché se io ho bisogno di una cosa, le corro dietro, se
quella cosa va via. Nessuno correva dietro».
E la Chiesa quando ha abbandonato l’umanità?
«La Chiesa ha cominciato a abbandonare l’umanità secondo me, secondo noi, perché ha dimenticato chi era Cristo, non ha poggiato su… ha avuto vergogna di Cristo, di dire chi è Cristo».
E la Chiesa quando ha abbandonato l’umanità?
«La Chiesa ha cominciato a abbandonare l’umanità secondo me, secondo noi, perché ha dimenticato chi era Cristo, non ha poggiato su… ha avuto vergogna di Cristo, di dire chi è Cristo».
(dall’intervista a don
Giussani nel video sui cinquant’anni di Cl)
Non credo che a queste parole si debba
aggiungere altro.
11 GIUGNO 2019
Tratto da
patrizio ricci @vietatoparlare.it
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