martedì 22 giugno 2021

IL CUORE DEL PROBLEMA: LA LIBERTAS ECCLESIAE

SE LA LIBERTÀ È A RISCHIO, LA CHIESA INTERVIENE

«La grande lezione del cristianesimo primitivo è stata la libertà di coscienza»: così John Acton condensava l’esperienza delle prime comunità cristiane che, loro malgrado, furono perseguitate proprio perché non accettarono passivamente la sottomissione ai dettami spirituali e morali dell’impero romano il quale pretendeva di controllarne le coscienze o vietandone il culto o pretendendo che esso fosse inserito all’interno del panteismo imperiale.



La storia della Chiesa, dunque, nasce come spazio di rivendicazione della libertà di coscienza contro l’imperialismo morale dello Stato che non si accontenta di governare le azioni dei sudditi, dei cittadini, dei consociati, ma pretende di modellarne le idee, di forgiarne le menti, di plasmarne le coscienze.

In fondo, la tragica storia del XX secolo costituisce il più fulgido esempio in questo senso, cioè non soltanto chiarendo come ad una massiccia de-cristianizzazione della civiltà occidentale conseguono inevitabilmente regimi di inumana ferocia, ma per di più che proprio espungendo l’energia cristiana dalla società lo Stato si auto-idolatra, trovando nel pensiero razziale o in quello classista, (e oggi in quello genderista) il veicolo preferenziale per degenerare in tirannia.

Alla Chiesa cattolica il ddl Zan non piace proprio per niente e per farlo capire senza giri di parole al governo italiano, il Vaticano ha adottato per la prima volta lo strumento più potente che ha a disposizione: il Concordato

Il 17 giugno monsignor Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri” della Santa Sede, ha consegnato all’ambasciata italiana presso il Vaticano una “nota verbale”, cioè «nel lessico della diplomazia, una comunicazione formale preparata in terza persona e non firmata».

«Il ddl Zan viola il Concordato»

Il documento sottolinea che il ddl Zan sul contrasto all’omotransfobia, approvato alla Camera il 4 novembre e attualmente in discussione in commissione Giustizia al Senato, viola il Concordato. Secondo il Corriere, «si tratta di un atto senza precedenti nella storia del rapporto tra i due Stati, destinato a sollevare polemiche e interrogativi. Mai, infatti, la Chiesa era intervenuta nell’iter di approvazione di una legge italiana, esercitando le facoltà previste dai Patti Lateranensi (e dalle loro successive modificazioni, come in questo caso)».

In particolare, la nota verbale sottolinea che alcuni punti del ddl Zan «riducono la libertà garantita alla Chiesa cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato» del 1984. Sono i commi che assicurano alla Chiesa «libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale» (comma 1); e garantiscono «ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» (comma 2).

Libertà di pensiero, scuole a rischio

Sotto accusa c’è l’articolo 7 del ddl Zan, che metterebbe in discussione la “libertà di organizzazione” perché, scrive il Corriere, «non esenterebbe le scuole private dall’organizzare attività in occasione della costituenda Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia e la transfobia». Ritenuto inaccettabile anche il famigerato articolo 4, quello che in teoria dovrebbe garantire la libertà di espressione, ma che di fatto affida a un giudice il delicato compito di decidere se le opinioni espresse dai cittadini italiani possono incitare «al compimento di atti discriminatori e violenti». In questo caso, sarebbero punite anche con il carcere. L’articolo 4, secondo il Vaticano, compromette «la libertà di pensiero» dei cattolici. La Santa Sede ha chiesto dunque al governo italiano di «accogliere le nostre preoccupazioni». E ora che cosa succede? In teoria, come stabilisce l’articolo 14 del Concordato, potrebbe essere attivata la commissione paritetica.

Non era mai accaduto prima

Anche il Corriere nota il «salto di qualità» delle critiche della Chiesa, che in precedenza erano state espresse in maniera più morbida dalla Cei. «Ma mai si era attivata la diplomazia. Mai lo Stato Vaticano era andato a bussare alla porta dello Stato Italiano chiedendo conto, direttamente, di una legge».

Cosa farà ora il governo, soprattutto il premier Mario Draghi, cui la lettera è stata recapitata settimana scorsa, per evitare il clamoroso incidente diplomatico?

Nel frattempo, non ci si può che felicitare dell’iniziativa forte del Vaticano dal momento che il ddl Zan, come abbiamo più volte scritto, è una norma liberticida che con la scusa di combattere la discriminazione introduce nell’ordinamento italiano il riconoscimento dell’identità di genere, restringendo la libertà di espressione e introducendo a forza l’ideologia gender nelle scuole.

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Come Redazione del Crocevia vogliamo ricordare che il crocevia è nato proprio in nome della LIBERTAS ECCLESIAE  COME RIPORTA LA NOTA NELLA HOME PAGE DEL BLOG

LA LIBERTAS ECCLESIAE

"E' fondamentale che l'intera comunità cattolica negli Stati Uniti riesca a comprendere le gravi minacce alla testimonianza morale pubblica della Chiesa che presenta un secolarismo radicale, che trova sempre più espressione nelle sfere politiche e culturali. La gravità di tali minacce deve essere compresa con
chiarezza a ogni livello della vita ecclesiale. Particolarmente preoccupanti sono certi tentativi fatti per limitare la libertà più apprezzata in America, la libertà di religione.
Molti di voi hanno sottolineato che sono stati compiuti sforzi concertati per negare il diritto di obiezione di coscienza degli individui e delle istituzioni cattolici per quanto riguarda la cooperazione a pratiche intrinsecamente cattive.
Altri mi hanno parlato di una preoccupante tendenza a ridurre la libertà di religione a una mera libertà di culto, senza garanzie per il rispetto della libertà di coscienza"

BENEDETTO XVI
: discorso ai Vescovi degli Stati Uniti in visita ad limina, Roma 19 gennaio 2012

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