venerdì 11 luglio 2014

GRIDATELO SUI TETTI

LA DIMENSIONE PUBBLICA DELLA FEDE
ANTONIO SOCCI

Dedicato a chi dice spesso : “Vergogna , vergogna !” e si dimentica della vergogna più grande che sembra imperare … 

dedicato a chi dice che bisogna annunciare Gesù senza mostrare come Lui giudica tutto;

 e a chi dice che parlare dei principi non negoziabili impedirebbe di incontrare Cristo ai lontani

” Quando la fede viene meno, c’è il rischio che anche i fondamenti del vivere vengano meno, come ammoniva il poeta T. S. Eliot: « Avete forse bisogno che vi si dica che perfino quei modesti successi / che vi permettono di essere fieri di una società educata / difficilmente sopravviveranno alla fede a cui devono il loro significato? ».

Se togliamo la fede in Dio dalle nostre città, si affievolirà la fiducia tra di noi, ci terremmo uniti soltanto per paura, e la stabilità sarebbe minacciata.
Il Portico della Gloria
Santiago de Compostela
La Lettera agli Ebrei afferma: « Dio non si vergogna di essere chiamato loro Dio. Ha preparato infatti per loro una città » (Eb 11,16).
L’espressione “non vergognarsi” è associata a un riconoscimento pubblico. Si vuol dire che Dio confessa pubblicamente, con il suo agire concreto, la sua presenza tra noi, il suo desiderio di rendere saldi i rapporti tra gli uomini.
Saremo forse noi a vergognarci di chiamare Dio il nostro Dio? Saremo noi a non confessarlo come tale nella nostra vita pubblica, a non proporre la grandezza della vita comune che Egli rende possibile?

La fede illumina il vivere sociale; essa possiede una luce creativa per ogni momento nuovo della storia, perché colloca tutti gli eventi in rapporto con l’origine e il destino di tutto nel Padre che ci ama…”
Papa Francesco, enciclica Lumen Fidei

(TRATTO DAL BLOG OBLATIO RATIONABILIS CHE RINGRAZIO)

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